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Dentro le sigarette c'è anche il Polonio!

Le multinazionali del tabacco per decenni hanno nascosto la presenza del polonio nelle sigarette

26 agosto 2008

Sembra la trama di un nuovo thriller che mischia storie di spie avvelenate, documenti top secret e multinazionali senza scrupoli. Purtroppo non è una sceneggiatura ma la realtà, almeno stando a quanto ha riportato il quotidiano inglese "The Independent": alcune delle più grandi aziende produttrici di tabacco hanno nascosto i risultati di alcuni esami che attestano nelle sigarette la presenza, assieme a tutti gli altri elementi cancerogeni, di Polonio 210, la sostanza radioattiva responsabile della morte dell'ex agente del Kgb, Alexander Litvinenko, ucciso a Londra nel novembre del 2006.
Per 40 anni le "madri del tabacco" lo avrebbero saputo, avrebbero anche cercato di porvi rimedio, non ci sono riuscite e hanno deciso di tacerlo ai consumatori. 
Lo studio - basato su alcuni documenti ottenuti in seguito ad un'azione legale - verrà pubblicato nell'edizione di settembre dell'American Journal of Public Health.

Per lo studio, riporta il quotidiano inglese, sono stati analizzati oltre 1.500 documenti interni delle compagnie del tabacco che provano la consapevolezza del problema. Accertato che il Polonio 210 provoca il tumore del polmone (pare sia il responsabile dell'1 per cento di tutti i casi di tumore ai polmoni, causando 11.700 morti all'anno nel mondo), le industrie produttrici di sigarette hanno tentato per anni di eliminare il Polonio, presente sia nelle foglie che nella struttura chimica del tabacco, dai loro prodotti, ma gli scienziati mobiltati non ci sono riusciti. A quanto pare non è bastato neppure il ricorso all'ingegneria genetica.

Il silenzio seguito al fallimento è stato rotto solo ora dai ricercatori guidati da Monique Muggli, della Mayo Clinic nel Minnesota. Fra i documenti interni di una multinazionale del tabacco ne è stato trovato uno di 30 anni fa che sottolinea come la pubblicazione di questo genere di ricerche, dal 1978, "avrebbe l'effetto di svegliare il gigante che dorme". "I documenti della Philip Morris e la maggior parte delle relazioni interne - sottolinea Monique Muggli - non sono mai stati pubblicati, e gli scienziati dell'azienda hanno pubblicato articoli a favore dell'industria per contrastare l'aumento di consapevolezza che il pubblico ha sui danni del Polonio". La Muggli ha spiegato che "le società provano continuamente ad oscurare le polemiche sulla salute, e per il Polonio hanno mantenuto la linea del silenzio".
Una portavoce del British American Tobacco ha tentato - prevedibilmente - di minimizzare la notizia spiegando come il Polonio 210 sia presente in ben più consistenti quantità in altri alimenti, come le fragole. La signora in questione potrebbe anche avere ragione, peccato che le fragole non abbiano gli stessi avvocati difensori.

[Informazioni tratte da Apcom, AGI]

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26 agosto 2008
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