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Denunciati quattro capigruppo Ars

"Soldi dell'Assemblea regionale per auto e regali". L'ipotesi di reato è quella di peculato

08 gennaio 2013

Avrebbero disposto o autorizzato alcune spese non istituzionali, o comunque non giustificate. E’ il rapporto di denuncia formulato dai finanzieri del nucleo Tutela, come riporta oggi l’edizione locale di Palermo del quotidiano la Repubblica, nei confronti di quattro ex capigruppo della scorsa legislatura dell’Ars: Francesco Musotto (che ha gestito il gruppo Mpa);  Giulia Adamo (del Pdl Sicilia); Rudy Maira (del Pid); Antonello Cracolici (del Pd).
A inizio ottobre i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Palermo avevano ricevuto una delega d’indagine da parte della Procura per cercare eventuali abusi nella gestione dei fondi concessi ai gruppi parlamentari da parte dell’assemblea regionale. Dopo due mesi di indagini, gli investigatori hanno consegnato un primo rapporto di denuncia nei confronti dei quattro ex capigruppo. L’ipotesi di reato è quella di peculato.

Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, il capogruppo Maira avrebbe ricevuto 24 bonifici, per un totale di 51 mila euro. Causale di ogni trasferimento, "Autovettura". Non si tratterebbe però dell’auto di servizio in uso al gruppo parlamentare del Pid, ma della vettura privata del deputato, che sarebbe stata dunque pagata con soldi pubblici.

Sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri anche alcune somme di denaro consegnate dall’allora capogruppo del Mpa Francesco Musotto all’ex governatore Raffaele Lombardo per un totale di 45 mila euro. Dal conto dello stesso gruppo sono stati stornati 6.000 euro per il senatore Vincenzo Oliva. Secondo la Finanza, anche queste sarebbero spese non istituzionali o comunque senza un’apparente giustificazione.
Per quanto riguarda l’ex capogruppo del Pdl Sicilia, Giulia Adamo, il rapporto delle Fiamme gialle la tira in ballo per un assegno da 1.690 euro alla gioielleria Fecarotta. Tra i  documenti acquisiti all’Ars non c’è traccia di alcuna pezza d’appoggio relativa a questa spesa.

Infine, le attenzioni della Finanza sono rivolte a 2.500 euro del Pd utilizzati per fare il regalo di nozze a una dipendente del gruppo. Anche questa non è una spesa istituzionale, così il nucleo di polizia tributaria ha ritenuto di dover segnalare alla Procura l’eventuale "penale responsabilità" del capogruppo, in questo caso Antonello Cracolici.

Adesso, la denuncia sottoscritta nei giorni scorsi dalla Guardia di finanza è al vaglio dei sostituti procuratori Maurizio Agnello e Sergio Demontis, che conducono l'inchiesta assieme al procuratore aggiunto Leonardo Agueci, il vicario del procuratore capo Messineo che coordina il pool d'indagine sui reati contro la pubblica amministrazione. Nel giro di pochi giorni, i nomi dei quattro capigruppo potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati della Procura: si tratta di un atto quasi dovuto, per il proseguimento degli accertamenti.
Intanto, i finanzieri continuano ad esaminare i conti correnti dei gruppi parlamentari e la documentazione acquisita all'assemblea regionale. A breve, potrebbero arrivare in Procura altri rapporti delle Fiamme Gialle.

"Chiediamo alla magistratura di andare a fondo, e di rendere pubbliche tutte le spese ingiustificate dell’Ars - afferma il Segretario Nazionale Codacons, Francesco Tanasi - Questo perché i cittadini siciliani hanno non solo il diritto di sapere come vengono spesi i propri soldi, ma anche quello di rivalersi sui responsabili di sprechi e usi impropri di denaro pubblico". "In tal senso - prosegue Tanasi - nel caso in cui fossero accertati illeciti a danno della collettività, siamo pronti a intentare la prima class action politica, allo scopo di far ottenere ai cittadini della regione la restituzione di quei soldi utilizzati per fini personali e non nell’esercizio delle funzioni istituzionali".

Francesco Musotto ricorda benissimo quel prelievo di 45 mila euro dal fondo del gruppo parlamentare che la Guardia di Finanza gli contesta: "Era marzo 2010 - dice - il partito doveva affrontare le amministrative a livello nazionale. Sono andato in banca e ho prelevato in contanti 45 mila euro. Sono andato a Palazzo d'Orleans e ho consegnato i soldi al presidente della Regione Raffaele Lombardo". Le somme dunque, sostiene Musotto, sono state tutte consegnate nelle mani di Lombardo. "I soldi erano sistemati in alcune buste - continua - gliele ho portate a Palazzo d'Orleans perché lui stava per partire: doveva girare l'Italia per la campagna elettorale".
"Era venuta fuori la necessità di reperire risorse per organizzare iniziative elettorali, soprattutto convegni nel centro Italia: dovevamo lanciare il partito a livello nazionale. Così ho deciso di utilizzare le somme destinate al gruppo per attività politica per aiutare il partito nella sfida alle urne". Un gesto del quale Musotto rivendica "la piena paternità", ma del quale dice ha informato gli ex capigruppo Lino Leanza e Roberto Di Mauro.

L'ex governatore Raffaele Lombardo contesta la ricostruzione di Musotto. "Non diciamo sciocchezze. Chi parla di soldi in relazione a me deve stare attento: si sa che con il danaro ho un rapporto freddo". "Non ho mai preso un soldo: di questi 45 mila euro non so assolutamente nulla".
Lombardo ha aggiunto di non aver mai ricevuto dalle mani di Musotto buste contenenti 45 mila euro per finanziare l'attività elettorale. "Il gruppo Mpa esiste dal 2006: io non ho mai, e sottolineo mai, preso un solo euro. Mai un rimborso per una cena, per un viaggio, per un biglietto aereo. Mai".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

 

 

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08 gennaio 2013
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