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Depistaggio sulla morte di Peppino Impastato?

Il fratello Giovanni chiede ai giudici di Palermo ulteriori indagini sull'omicidio di Peppino, ucciso dalla mafia nel '78

09 aprile 2011

Giovanni Impastato, fratello del militante di Democrazia proletaria Peppino, assassinato dalla mafia 32 anni e 11 mesi fa, è stato sentito ieri mattina dal pm di Palermo, Francesco Del Bene. Si è presentato spontaneamente in procura per denunciare un "depistaggio che fu orchestrato a partire dal 9 maggio 1978 da figure istituzionali con lo scopo di nascondere la vera matrice dell'uccisione di mio fratello", ha detto.
Secondo la Procura, però, in questo momento non ci sono gli elementi per riaprire l’indagine. Un nuovo impulso potrebbe, secondo Giovanni Impastato, venire dai documenti sequestrati dai carabinieri poco dopo l’omicidio. "I carabinieri si presentarono nella nostra casa - ha raccontato al pm - per perquisirla e sottrarre gli oggetti personali di Peppino (compresi libri, documenti) e gettandoli alla rinfusa in grossi sacchi neri".
Di questi documenti, libri e appunti non c’è più traccia. Non sono, infatti, presenti nel fascicolo dell’inchiesta e non sono nemmeno nel deposito corpi di reato. Per i magistrati l’unica possibilità è che siano ancora negli uffici dei carabinieri, che non li avrebbero restituiti alla famiglia dopo il dissequestro. Proprio per accertare questa evenienza, il pm Del Bene inoltrerà una richiesta ai militari dell’Arma.
"Vogliamo rientrare in possesso dei documenti appartenenti a Peppino", ha concluso Giovanni, "sperando che siano ancora reperibili, per conservarli nella sede di "Casa Memoria" e renderli consultabili allo scopo di chiarire alcuni passaggi chiave dell’omicidio Impastato che ricalcano, in ogni caso, lo stesso copione utilizzato anche per nascondere le colpe dello Stato in seguito alle principali stragi avvenute nel nostro paese".

Secondo il senatore del Pd, Giuseppe Lumia, componente della Commissione nazionale antimafia, "il colloquio di Giovanni Impastato con i magistrati di Palermo circa il depistaggio relativo all’assassinio del fratello è un segnale positivo per accendere i riflettori su una vicenda torbida, sulla quale non solo i familiari, ma la stessa Commissione parlamentare antimafia ha chiesto più volte che sia fatta piena luce. A tal proposito esistono già nella relazione della Commissione spunti ed elementi interessanti". "Adesso la magistratura è chiamata a completare questo lavoro - conclude -. Impastato fu eliminato perchè aveva capito e denunciato cos’erano la mafia moderna ed il sistema delle collusioni con il mondo degli affari e della politica".

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno, www.giuseppelumia.it]

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09 aprile 2011
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