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Di fiction in fiction... il ministro della Giustizia Clemente Mastella ora si lancia contro ''Il capo dei capi''

27 novembre 2007

Beh, c'è da dire innanzi tutto che il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, è veramente un maestro per attirarsi le critiche di chiunque. Da Gela (CL), dove il Guardasigilli è giunto ieri in visita per ricevere le chiavi del nuovo carcere realizzato in contrada 'Balate', ha lanciato il suo personalissimo anatema contro la fiction ''Il capo dei capi''.
Dopo aver rinviato la fiction sulla morte di Graziella Campagna ''La vita rubata'' (leggi), il ministro Mastella ha sta volta preso di mira la seguitissima miniserie dedicata alla storia del boss mafioso Totò Riina. ''Avrei fermato questa fiction - ha detto il Guardasigilli - perché manca quell'aspetto educativo che rimanda ai valori di una società sana''. ''Il capo dei capi è un farabutto e basta. Non credo si possa battere la mafia se non crescono i valori nella società. Quando si inneggia a un camorrista, a un mafioso, questo mi spaventa'', ha detto Mastella.

''La cronaca e la storia, per quanto scomode, non si possono ignorare o addirittura cancellare per il desiderio di proteggere i telespettatori''. Questa la risposta di Mediaset al ministro Mastella, che ha ribadendo anche che ''questo prodotto, come tutti quelli precedentemente mandati in onda su pagine drammatiche della vita del Pese, non fa altro che ricostruire fatti di cronaca con il massimo rigore''.
L'importante, per Mediaset, ''è raccontare i fatti in maniera accurata e attendibile. Il Capo dei Capi rispetta scrupolosamente questi principi, grazie all'ottimo lavoro di tutta la TaoDue e soprattutto di autori competenti e autorevoli in materia come Giuseppe D Avanzo, Attilio Bolzoni e Claudio Fava. Per questi motivi, Mediaset giudica Il Capo dei Capi non solo una fiction di ottima qualità ma anche - conclude - un autentico servizio per il pubblico''.

Sulla questione è voluto intervenire anche il sindaco di Corleone, Antonino Iannazzo: ''Il ministro Mastella dovrebbe occuparsi di fare funzionare i processi o degli effetti dell'indulto, piuttosto che pensare alle fiction''. ''A me non sembra che il programma sia diseducativo - ha aggiunto Iannazzo - anche se l'effetto emulativo è sempre possibile (leggi): al mondo ci sono anche quelli che inneggiano a Satana, ma sicuramente si tratta di una minoranza. Resta il fatto che uno Stato in cui c'è la libertà di stampa non dovrebbe censurare''. Il sindaco di Corleone, accogliendo anche le richieste di alcuni giovani corleonesi, ha organizzato per oggi una marcia ''che testimoni - dice - come in tanti a Corleone non solo non si riconoscono in Riina, ma lo ritengono un personaggio assolutamente negativo''. Alla manifestazione parteciperà anche l'attore Daniele Liotti, che, nella fiction, è l'unico personaggio inventato: Biagio Schirò, giovane corleonese che diventa poliziotto e sceglie lo Stato.

Il ministro Mastella ha voluto comunque aggiungere che di bloccare l'ultima puntata (che andrà in onda su Canale 5 giovedì prossimo) a lui non passa neanche per la mente. Così come non è stata sua la decisione di bloccare in Rai la fiction ''La vita rubata'' che avrebbe dovuto andare in onda oggi. Gliel'ha chiesto il presidente della Corte d'appello di Messina dove, dal 13 dicembre, si celebra il processo di secondo grado agli assassini ed ''Io ho fatto da postino. Ho girato la richiesta al direttore generale della Rai, al presidente della commissione di Vigilanza e il direttore generale ha preso le sue buone misure''.
Ma la polemica sulla sospensione de ''La vita rubata'' continua. I due consiglieri d'amministrazione Rai, Nino Rizzo Nervo e Sandro Curzi, hanno criticato la decisione del direttore generale Claudio Cappon di sospendere la fiction. Entarmbi hanno sostenuto la precipitosità della sospensione e la sua inutilità: infatti, nonostante il processo relativo alla morte della Campagna inizi a dicembre e veda la partecipazione di una giuria popolare facilmente influenzabile dai contenuti televisivi, il fatto in questione è avvenuto ben 22 anni fa. Sospendere questa fiction metterebbe pertanto in discussione anche tanti altri programmi o fiction già trasmesse che trattano fatti di cronaca i cui a processi erano, o sono, ancora in corso. I due consiglieri hanno perciò chiesto a Cappon di rivedere la sua decisione in quanto potrebbe rappresentare un problema per i parametri da adottare in futuro per la trasmissione dei programmi.

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27 novembre 2007
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