Di lavoro si muore... Secondo i dati Inail le ''morti bianche'' nel 2006 sono risultate in aumento
E' morto ieri mattina a Nizza di Sicilia, nel Messinese, mentre stava compiendo lavori di sbancamento in una villa. Filippo Barbagallo, un geometra 26enne, è morto schiacciato da un muro ceduto da una costruzione adiacente a quella in cui stava lavorando. Filippo è stato travolto dalle macerie ed è morto sul colpo. Il cantiere è stato posto sotto sequestro dai carabinieri.
Quello di ieri è il terzo incidente mortale sul lavoro che avviene in provincia di Messina dall'inizio dell'anno. Il 14 aprile scorso era morto Santo Cacciola, operaio di 55 anni, per il crollo delle scala mentre stava effettuando un trasloco a Messina. Cacciola non era messo in regola. Il 28 marzo invece era deceduto Calogero Salvatore Cancilia, muratore di 50 anni, dopo un volo dall'impalcatura mentre effettuava lavori su una villetta di due piani, nel quartiere residenziale del Tono, nel messinese.
Sempre ieri, un altro operaio, Rosario Giarrusso, di 39 anni, dopo esser caduto in una cisterna dell'acqua mentre stava eseguendo lavori idraulici in un condominio in via Caserta, a Gela (Cl), è entrato in coma. L'uomo, stava controllando un impianto di autoclave, all'esterno dell'edificio, quando la botola su cui si trovava ha ceduto. Giarrusso è precipitato nella cisterna dell'acqua. L'operaio, su un' ambulanza del 118, è stato portato nell'ospedale ''Vittorio Emanuele'' dove le sue condizioni sono ritenute gravissime.
Insomma, continuano ed aumentano i numeri nel tragico elenco delle ''morti bianche''. Un aumento constatato anche dal Ministero del Lavoro che nei giorni scorsi ha preso visione dei dati messi a disposizione dall'Inail: nel 2006 sono stati più di 1300 le vittime cadute sul lavoro, rispetto ai 1.274 del 2005. C'è da aggiungere che questo dato non è ancora definitivamente consolidato.
Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha richiesto all'Inail un resoconto dettagliato dal quale poter passare ad una fase operativa concreta, che renda possibile l'inversione di questa funesta tendenza. ''Costruiremo la mappa del rischio in Italia, contempleremo i dati e programmeremo azioni di prevenzione, educazione, formazione e controllo per limitare gli infortuni e le morti sul lavoro'', ha detto Damiano.
Dalla banca dati dell'Istituto si rileva che il bilancio infortunistico dello scorso anno ha registrato una riduzione degli infortuni denunciati dell'1,3 per cento. Il numero maggiore riguarda persone tra i 35 e i 49 anni ed è relativo agli incidenti che si verificano sul lavoro (850.803). Gli infortuni in itinere, ovvero quelli occorsi al lavoratore durante il percorso di andata e ritorno dal luogo dell'abitazione o dalla mensa o da un altro luogo di lavoro, sono invece 89.165.
L'edilizia con 103.550 casi di infortuni e 318 di morti è il settore più a rischio. Più di 18mila i lavoratori extracomunitari infortunati. Seguono nella graduatoria delle attività più pericolose il commercio, i trasporti e l'agricoltura. Più piccola è l'impresa, maggiore è l'incidenza del rischio: più della metà degli incidenti sul lavoro (51.061) si verifica all'interno di aziende artigiane. ''Dobbiamo prevedere contratti territoriali o aziendali per individuare con esattezza - ha sottolineato il ministro - le aree più a rischio e progettare interventi mirati di prevenzione''.
Oltre alla prevenzione è urgente una bonifica del lavoro nero che ''sommerge'' anche infortuni e morti. ''Si calcola che in Italia circa 200mila incidenti non vengano dichiarati - ha spiegato il ministro - e questi sono dati che sfuggono alle statistiche. Le nuove iniziative del Governo riusciranno forse a far emergere gli incidenti non dichiarati. Basti pensare che negli ultimi sette mesi grazie all'attività di ispezione su tutto il territorio nazionale solo nel settore delle costruzioni sono emerse 94mila lavoratori e che, nei primi tre mesi di quest'anno, dei 145mila neoassunti rumeni, 101mila erano con molta probabilità lavoratori clandestini in nero''.
Secondo un sondaggio realizzato da Monster.it, sito leader nella selezione del personale tramite Internet, la soluzione migliore contro gli incidenti sul lavoro indicata dal 37% degli italiani che cercano un'occupazione sul sito è ''la cultura della prevenzione''. Per il 29% occorrono maggiori controlli, il 18% ci vuole un potenziamento della lotta al sommerso e il 16% sarebbe utile un incremento delle sanzioni penali.
All'indagine statica hanno partecipato per la maggior parte giovani tra 25 e 35 anni preoccupati per il proprio futuro e la maggioranza di loro ritiene che la cultura della prevenzione possa essere lo strumento più utile per fronteggiare il problema. Per il 37% dei votanti, dunque, manca la consapevolezza di quanto importante sia il rispetto delle regole imposte, sia da parte di tutti i datori di lavoro, sia da parte degli operai stessi, che non sempre hanno un alto livello di attenzione oppure ritengono siano superflue alcune utili accortezze ai fini della loro salvaguardia.
''Di incidenti sul lavoro - afferma Nicola Rossi, direttore marketing di Monster.it - se ne parla purtroppo tutti i giorni e molto spesso non si tratta soltanto di infortuni ma di morti bianche. Anche noi abbiamo voluto affrontare l'argomento, essendo impegnati da sempre ad affrontare tematiche relative al mondo dell'occupazione''.