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Di nuovo a casa

Francesco Arena e Cosma Russo sono rientrati in Italia, e dopo una prigionia lunga quattro mesi sono ritornati a casa loro

17 marzo 2007

Liberati dopo novantotto giorni di prigionia, Francesco Arena e Cosma Russo, i due dipendenti dell'Eni sequestrati in Nigeria il 7 dicembre scorso dai ribelli del Mend, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger, la scorsa notte sono rientrati in Italia.
A ricevere i due dipendenti dell'Agip all'aeroporto militare romano di Ciampino c'erano Angela Fiaccabrino, moglie di Francesco Arena con i quattro figli, e Anna Maria Carella, moglie di Cosma Russo, con i due figli, oltre a numerosi parenti. Presente anche il viceministro agli Esteri Franco Danieli e l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni.
Il primo saluto Arena e Russo lo hanno avuto a bordo del Falcon da parte di Danieli e Scaroni. Poi sono scesi dall'aereo, prima Arena e quindi Russo. Più provato è apparso il primo che si è tagliato la barba, mentre Cosma Russo ha salutato più volte con la mano all'indirizzo delle telecamere. Quando i due tecnici dell'Agip sono stati vicini alla palazzina di rappresentanza del 31/mo Stormo dove li attendevano i parenti, le mogli e i figli non hanno resistito, sono usciti e hanno abbracciato a lungo i congiunti.

Subito dopo i due tecnici dell'Eni hanno lasciato l'aeroporto diretti in Procura dove hanno raccontato i dettagli del loro sequestro e affermando di non sapere nulla riguardo al pagamento di un riscatto per la loro liberazione. Circostanza negata subito anche dall'ad dell'Eni Paolo Scaroni. il quale ha ribadito che ''non è stato pagato alcun riscatto'', e ha aggiunto: ''Non mi risulta che altri abbiano pagato. In questi casi non si deve pagare proprio per evitare che il fenomeno si ripeta''.
Arena e Russo sono stati ascoltati dagli investigatori del Ros per circa tre ore. ''Non sappiamo di un eventuale riscatto. Uno dei rapitori aveva espresso contrarietà al protrarsi del sequestro'', hanno detto.
Descrivendo il loro rapimento, i due hanno raccontato che sono state seguite le stesse modalità e la stessa tecnica utilizzata per altri sequestri in Nigeria. I componenti del Mend, hanno detto i due italiani la scorsa notte, hanno cominciato a sparare e, dopo averli prelevati, li hanno messi su speed-boat, barche da fiume, e portati in un luogo simile a una giungla. Quattro le barche usate per lo spostamento, durato molte ore; su ognuna 7 o 8 persone.
Nella giungla - hanno aggiunto - sono stati lasciati liberi; non avendo, tuttavia, punti di riferimento, non sarebbero comunque stati in grado di fuggire. Arena e Russo hanno ribadito anche ai carabinieri di non essere mai stati picchiati, né minacciati. Anzi, hanno precisato, sono stati sempre trattati bene. Il dialogo con i sequestratori era in inglese e in alcune occasioni hanno avuto la possibilità di telefonare ai loro cari.

Quando hanno appreso che sarebbero stati rilasciati - è ancora il racconto dei due rapiti - non ci hanno creduto anche perché altre volte era stato loro detto. I rapitori, una volta rilasciati gli ostaggi - hanno aggiunto i due tecnici dell'Agip - hanno parlato con Massimo Alberizi, giornalista del Corriere della Sera, con un collega della Reuters e con la troupe de Le Iene. E proprio questi ultimi dovrebbero essere sentiti prossimamente dagli inquirenti romani.

Ieri Cosma Russo intervenendo a Repubblica Tv ha auspicato il rapido rilascio di Daniele Mastrogiacomo: ''Ci auguriamo che si possa risolvere anche la sua situazione nel più breve tempo possibile. Spero che vada a buon fine come la mia''. Un augurio al quale si è associata anche la moglie, Anna Maria Carella: ''Spero che la liberazione di mio marito sia di buon auspicio'', ha detto. ''Spero che anche lui venga a casa al più presto''.

Il rientro in Sicilia di Francesco Arena - Un aereo speciale, messo a disposizione dalla Snam, è atterrato ieri nell'aeroporto catanese di Fontanarossa alle 12.50. Subito dopo Arena, accompagnato dalla moglie e dai due figli, è partito in auto per Gela (CL), il paese dove risiede la famiglia e dove sono stati organizzati festeggiamenti per il suo ritorno. ''Sono contento di essere libero, ma adesso vi prego, lasciatemi tornare a casa'', ha detto il tecnico dell'Eni ai cronisti prima di salire in auto.
Alle 14.30, dopo avere risposto alle domande dei cronisti in attesa, Francesco Arena ha varcato la soglia di casa, al numero 54 di via Europa, a Gela.
''Sono stato trattato bene dai ribelli del Mend - ha detto -, i quali dicono di battersi per difendere gli interessi del loro Paese e della loro gente''. Alla domanda se è disposto a tornare in Nigeria. Arena ha risposto ''sì, se l'azienda me lo chiede esplicitamente''.
Arena è stato accolto da un lungo applauso e dai manifesti di benvenuto realizzati dal Comune. Ha raccontato di non avere mai avuto paura, anche se qualche momento di scoramento c'era stato quando i due compagni di prigionia, Roberto Dieghi e il collega libanese, Imad Saliba, furono rilasciati, mentre loro rimanevano reclusi. Ha aggiunto che il cibo era scadente e che qualche volta erano loro a cucinare per dare un po' di sapore al riso. Arena ha poi ringraziato le istituzioni e tutti coloro che si sono battuti per ottenere la sua liberazione e quella dei compagni.

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17 marzo 2007
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