Di nuovo Ruby "rubacuori"...
Silvio Berlusconi indagato dalla Procura di Milano da dicembre. I pm: "Sesso con lei quando era minorenne, ci sono le prove. E' stata molte volte ad Arcore"
Nuova accusa contro il premier Silvio Berlusconi. I procuratori aggiunti di Milano Ilda Boccassini e Pietro Forno hanno notificato un invito a comparire al presidente del Consiglio che è indagato per il caso Ruby, la giovane marocchina che partecipò ad alcune feste nella villa del premier e che, dopo essere stata fermata dalla polizia, fu consegnata alla consigliera regionale Nicole Minetti dopo un intervento di palazzo Chigi.
Silvio Berlusconi è indagato dal 21 dicembre scorso, come ha precisato una nota diffusa in tarda mattinata dal procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, per utilizzo della prostituzione minorile e per concussione. Questa seconda accusa riguarda la telefonata con cui la scorta del Cavaliere chiese, nella notte, ai vertici della questura milanese di consegnare la minorenne alla consigliera Minetti.
L'accusa di utilizzo della prostituzione minorile è punita con il carcere fino a tre anni. Il leader del Pdl dunque, secondo la Procura, non solo avrebbe avuto rapporti con la marocchina, che pubblicamente ha sempre negato di essersi appartata con il premier, ma sarebbe stato consapevole di trovarsi di fronte a una minorenne. I fatti, secondo gli inquirenti, si sarebbero consumati tra il febbraio e il maggio dello scorso anno. Fino a quando, cioè, in seguito a una segnalazione, Ruby venne condotta in Questura.
La giovane marocchina sarebbe stata ospite ad Arcore, nella villa del premier, ben più delle tre volte ammesse dalla ragazza sia ai magistrati che nel corso di alcune dichiarazioni pubbliche, in alcuni periodi in modo continuativo. Stando a quanto si apprende gli inquirenti sarebbero riusciti a ricostruire i 'soggiorni' dell'allora minorenne grazie ai tracciati del cellulare di Ruby e altri riscontri tecnici che non lascerebbero dubbi, a detta degli investigatori, circa la natura del reato.
Coinvolti anche Emilio Fede e Lele Mora, accusati di induzione e favoreggiamento aggravato della prostituzione, in concorso con il consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti, ai quali è stata notificata un'informazione di garanzia. "Che io sia indagato i giornali lo scrivono da mesi, ma, con tutto il rispetto che ho per il lavoro dei miei colleghi, devo dire che a me non risulta assolutamente. Se essere indagato significa aver ricevuto un atto di garanzia, non lo sono assolutamente. Della vicenda Ruby credo di aver già detto tutto: l'ho conosciuta a casa di Berlusconi, ma non l'ho presentata io al presidente, né so chi lo abbia fatto, né sapevo che all'epoca fosse minorenne" ha detto il direttore del Tg4. "Ribadisco - ha aggiunto Fede - che non ho mai presentato Ruby a nessuno, l'ho incontrata due volte per caso, una volta per un concorso di bellezza e poi l'ho rivista in un ristorante, ma sicuramente non l'ho mai presentata a Berlusconi".
Lele Mora, raggiunto al telefono dall'Ansa, ha detto: "Sono in una riunione, non ho niente da dire né ora né dopo". Mora ha sempre dichiarato di non aver portato lui Ruby nella residenza del premier ad Arcore.
A Milano la polizia ha bussato agli uffici della Minetti. Perquisizione 'fallita', invece, negli uffici di Giuseppe Spinelli, il 'cassiere' storico di Berlusconi, che avrebbe spiegato agli inquirenti che i locali oggetto della perquisizione sono di pertinenza della segreteria politica del premier.
Anche l'abitazione di Ruby è stata perquisita oggi dalla polizia giudiziaria per nuovi accertamenti. Nel procedimento Karima el Mahroug risulta parte offesa. La ragazza, dice il suo difensore, l'avvocato Massimo Dinoia, non è stata più ascoltata dagli inquirenti milanesi dall'ottobre dello scorso anno. Il legale precisa come le testimonianze della sua giovane assistita si siano interrotte da mesi. Questo particolare fa ipotizzare che gli inquirenti abbiano raccolto informazioni sul premier successivamente da altri testi. Il nome di Berlusconi, infatti, è stato iscritto nel registro degli indagati il 21 dicembre. Altre persone, quindi, avrebbero parlato di feste nella villa del premier alla presenza della giovane marocchina all'epoca minorenne.
Per gli avvocati del premier Piero Longo e Niccolò Ghedini "la nuova indagine nei confronti del presidente del Consiglio da parte della Procura di Milano appare talmente assurda e infondata in fatto e in diritto che non meriterebbe commento alcuno. Si deve però osservare che le ipotesi prospettate sono già state ampiamente smentite da tutti i testimoni e dai diretti protagonisti''. "Il depositare in questa fase parziale stralci di atti di indagine, fra cui moltissimi giuridicamente inutili e confezionati in chiara prospettiva accusatoria, fa apparire questa vicenda più mediatica che processuale, che non potrà che concludersi con una doverosa archiviazione", sottolineano i due legali del premier in una dichiarazione congiunta. "Si tratta in realtà di una gravissima intromissione nella vita privata del presidente del Consiglio - concludono - che non ha precedenti nella storia giudiziaria del Paese e che dimostra la insostenibile situazione dei rapporti con una certa parte della magistratura".
Per il pm del Tribunale dei Minori Anna Maria Fiorillo, il magistrato che si occupò del caso Ruby la notte tra il 27 e il 28 maggio dello scorso anno, invece "è molto importante che si faccia chiarezza sul ruolo che l'autorità giudiziaria ha svolto nel corso degli eventi sia successivamente nella ricostruzione dei fatti". Questo Anna Maria Fiorillo lo dice in particolare in riferimento alla richiesta da lei avanzata al Csm "di chiarimenti su quanto il ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva dichiarato in Parlamento, quando descrisse una situazione di assoluta legalità sulla base di quanto emergeva dalle indagini milanesi" (LEGGI). Il Csm, secondo le ultime notizie, avrebbe archiviato il caso Fiorillo-Maroni anche se, dice oggi il magistrato milanese "a me non risulta ancora nessuna archiviazione. Comunque l'importante, per quella che è la mia posizione, è che si apra un dibattito e si discuta".
E' una girandola di reazioni. Di "consueto e logoro copione, fatto di fughe di notizie e di accuse inverosimili" parla Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. Analogamente per il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, "è un film che si ripete per l'ennesima volta secondo un preciso disegno". "Il premier è chiaramente oggetto di persecuzione da parte di alcune procure - dice il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini - La giustizia a orologeria è ormai una triste consuetudine a cui gli italiani sono abituati". Il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio si spinge oltre e arriva a dare dei "talebani" ai magistrati della Procura di Milano.
"Non abbiamo nulla da commentare, ci stiamo occupando di politica, queste non sono vicende politiche. Ci sono perquisizioni in corso, notizie frammentarie, non abbiamo nulla di concreto. Le conseguenze politiche andranno valutate quando sarà chiaro il quadro" taglia corto il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino.
Ci va giù duro invece Antonio Di Pietro: "E' la Procura che perseguita Berlusconi o è Berlusconi che perseguita se stesso?" si chiede il leader dell'Italia dei Valori, sottolineando che bisogna dare "atto alla procura di Milano che ha aspettato la decisone della Consulta per non influenzare l'opinione pubblica".
"Rispetto per le indagini ma per favore ci vengano risparmiati mesi di avvitamento dell'Italia sui problemi di Berlusconi - afferma Pierluigi Bersani commentando gli ultimi sviluppi del caso Ruby - Un premier in fuga dal paese e da se stesso, perché non c'è più un governo e lui è costretto ogni giorno ad aggirare sue responsabilità vere o presunte, non possiamo permettercelo".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]
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