Di sicuro c'è che Lampedusa dice basta!
Mentre il sindaco De Rubeis predispone ordinanze restrittive contro i migranti, il Viminale è alla ricerca di 50mila posti in Italia dove piazzarli
Sono solo settecento, non certo un numero che riporti all'esodo biblico più volte paventato nelle ultime settimane dopo gli sconvolgimenti politici nel Nordafrica, ma i migranti che circolano a Lampedusa in attesa di essere trasferiti fanno paura e creano tensione ai residenti. La gente è esasperata e ha manifestato le proprie sensazioni ieri in un'assemblea cittadina con migliaia di persone.
Lamentele raccolte dal sindaco Bernardino De Rubeis che sta predisponendo un'ordinanza per vietare la circolazione per le strade degli immigrati giunti nei giorni scorsi su barconi partiti dalla Tunisia: ne sono arrivati oltre seimila ma la gran parte è già stata trasferita. E oggi, come ieri, non si registrano arrivi sull'isola più vicina all'Africa che all'Italia.
"L'ordinanza - ha spiegato il sindaco - è a carattere igienico-sanitario e per la sicurezza pubblica. Non è possibile che gruppi di 20-30 persone sostino in un bar o occupino una strada impedendo ai lampedusani di svolgere liberamente le proprie attività o di passeggiare senza timori". "Ora basta la gente ha paura - ha aggiunto - I migranti importunano le nostre donne, fanno i propri bisogni dietro le case, davanti le scuole, di fronte ai bambini. Non si può consentire". "La presenza di questa gente - ha detto ancora De Rubeis - che noi accogliamo come sempre abbiamo fatto a patto che si rispettino le regole, ora incute timore. E queste persone non fanno nulla per non aggravare questa sensazione. Le donne devono camminare accanto ai loro mariti, le ragazzine vengono molestate e scappano, i bambini non sono più liberi di giocare. Non c'è serenità. Per non parlare del fatto che Lampedusa è una terra a vocazione turistica e questo stato di cose sicuramente danneggia e danneggerà l'economia". "Se lo Stato vuole questo lo dica chiaramente - ha concluso - Noi non ci stiamo. I migranti devono rimanere nel centro ed essere trasferiti entro 48 ore".
E timori per un flusso incontrollabile di migranti viene espresso anche dal governatore Raffaele Lombardo che dice: "La Nato, l'Unione europea, le Marine militari intervengano in Libia, anche con la forza, per aiutare il popolo nel loro territorio, sottraendolo al massacro di Gheddafi ed evitando che migliaia di persone fuggano dal Paese. La Sicilia, il Mezzogiorno, l'Italia da soli non ce la possono fare a reggere quello che viene già definito come un esodo biblico. Purtroppo, in questo momento l'Europa non c'è, è assente, ed è penoso".
"Bisogna assistere e proteggere queste persone lì dove vivono - ha aggiunto Lombardo - è un discorso che l'Unione europea ha sempre annunciato ma che non ha mai fatto. Ci si incontri con gli Usa, con la Francia o con la Spagna per aiutare i libici. In caso contrario, con il miglioramento delle condizioni meteo qui arriveranno centinaia di migliaia di persone. È ancora il caso di attardarsi sul sì o no al villaggio degli Aranci di Mineo? Qui non bastano tutte le caserme d'Italia per accogliere queste persone". "Bisogna intervenire - ha continuato - e non certo sparando sulla gente o con i respingimenti, ma aiutando questi poveracci lì e poi finalmente aiutarli a vivere e a lavorare e non a continuare a sfruttarli con una logica coloniale, che da qualche decennio vige nei rapporti con i paesi del Nord Africa". Per Lombardo "è importante che, al di là delle telefonate, i paesi alleati, la Nato, gli Usa o l'Italia si facciano vivi in quell'area e questa non vuole essere una critica a nessuno. Comprendo bene che ci sono accordi e che con qualunque tipo di iniziativa bisogna andarci con i piedi di piombo". "E' bene che tutte le regioni si facciano carico di un problema. Se, come pare, dovessimo veramente affrontare questo esodo biblico non possiamo fare fronte con una sola regione o con le regioni del Sud. E' logico ed è giusto, quindi, con la presenza dei presidenti della Regione e la nostra si riunisca il Consiglio dei ministri per decidere cosa fare", ha aggiunto infine il presidente della Regione siciliana. "Se parte l'evento non lo si ferma più. E siccome il fenomeno è prevedibile che accada, sarebbe grave che ce ne stiamo ad aspettare quello che deve capitare. Ecco perche' ritengo che bisogna intervenire direttamente da quelle parti".
Il governatore ha voluto poi ricordare la sua esperienza di qualche anno fa in Libia. "Incontrai Gheddafi assieme ad altre persone - ha raccontato - Per tre giorni rimanemmo sotto un tendone, completamente isolati. I telefoni cellulari non funzionavano, anche dall'hotel non riuscivo a mettermi in contatto con la mia famiglia. Il regime aveva interrotto qualunque tipo di collegamento per questioni di sicurezza. Solo in piena notte, dopo avere insistito più volte, convinsi la direzione dell'hotel a chiamare casa mia, e dopo che verificarono che in effetti al telefono c'era mia moglie, mi consentirono di parlarle".
Con i Centri di accoglienza pieni ed il 'rischio' esodo dalla Libia in rivolta, il Viminale - secondo quanto si apprende - punta a cercare strutture in tutta Italia per ospitare fino a 50mila migranti che potrebbero sbarcare nel giro di un mese. È questo lo scenario peggiore ipotizzato dagli esperti del ministero. "Non possiamo farci trovare impreparati in caso di emergenza", aveva detto l'altro ieri a Bruxelles il ministro Roberto Maroni. Alla ricerca delle strutture per ospitare eventuali flussi eccezionali di stranieri si stanno dedicando i prefetti, con un 'censimento' delle disponibilità provincia per provincia (edifici pubblici, ex caserme, ecc.) ed il commissario straordinario per l'emergenza immigrazione, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, che punta invece ad individuare aree dove installare eventualmente dei campi attrezzati con acqua, luce e gas. Le strutture del Viminale (Centri di accoglienza, Centri per richiedenti asilo, Centri di identificazione ed espulsione), che hanno una capienza complessiva di circa 8 mila posti, sono ormai al tutto esaurite, dopo i circa 6.300 migranti (6.200 tunisini) arrivati in questo inizio d'anno. Si stringono dunque i tempi per trovare altre soluzioni di ospitalità da approntare in poche settimane.
Intanto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha reso nota e la decisione di adibire la base siciliana di Sigonella a "base umanitaria". Una decisione, ha sottolineato La Russa, presa dopo un colloquio avuto con il ministro della Difesa inglese e contatti con la difesa Usa. "Abbiamo dato l'autorizzazione all'uso della base di Sigonella da parte di aerei che hanno l'obiettivo dell'evacuazione del personale dalla Libia ed esclusivamente scopi umanitari". "Ho parlato con il ministro della Difesa inglese Fox, mentre il premier parlava con Cameron - ha detto La Russa - perché sia lui sia gli americani ci hanno chiesto di utilizzare la base di Sigonella per loro aerei che abbiano come obiettivo solo l'evacuazione per scopi umanitari.
L'autorizzazione è stata data limitatamente a queste finalità, né potrebbe essere diversamente. Fox si è dimostrato molto contento della nostra collaborazione. Lo stesso vale per gli aerei americani che già sono a Sigonella e che possono essere aumentati di un paio: anche gli Usa infatti si preoccupano della eventuale necessità di evacuazioni".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Lasiciliaweb.it]