Dieci anni di delitti di mafia in un processo dove sono stati chiesti 30 ergastoli per i massimi boss siciliani
Un processo che ha ricostruito dieci anni di delitti di mafia compiuti a Palermo e provincia tra il 1981 e il 199: dall'uccisione del boss Stefano Bontade, il Principe di Villagrazia, ucciso il 23 aprile 1981, che segnò l'inizio della guerra di mafia, all'assassinio dell'imprenditore Libero Grassi, commesso il 29 agosto 1991. Tra queste due date, l'eliminazione di Salvatore Inzerillo, boss di Passo di Rigano, un altro dei capi di quelle che di lì a poco sarebbero divenute le cosche perdenti, gli omicidi di Vincenzo Puccio e Mario Prestifilippo, e tanti altri omicidi.
Per questo processo, ieri i giudici della corte d'Assise d'appello di Palermo hanno inflitto 30 ergastoli. Fra i 33 imputati anche Bernardo Provenzano. Questo processo è il primo giunto a sentenza dopo l'arresto del vecchio padrino corleonese che ieri ha assistito in video collegamento alla lettura del dispositivo, e che rispetto agli altri imputati, è rimasto seduto. Tra i boss, che in primo grado sono stati condannati all'ergastolo figurano inoltre: Totò Riina, Pietro Aglieri, Raffaele Ganci, Leonardo Greco e Nicolò Eucaliptus, questi ultimi due capimafia di Bagheria e ritenuti favoreggiatori di Provenzano.
Il dibattimento riguardava ben una sessantina di omicidi. I giudici hanno accolto le richieste del pg, Vittorio Teresi, il quale ha richiesto alla Corte alcune parziali riforme rispetto alla sentenza di primo grado in cui erano stati inflitti i 30 ergastoli.
I giudici hanno dichiarato non doversi procedere per il collaboratore di giustizia, Giovanni Brusca, perché il reato è stato estinto per prescrizione per effetto delle attenuanti di cui godono i pentiti. Per il delitto di Ernesto Battaglia, così come aveva chiesto il pg, i giudici hanno assolto la commissione mafiosa, compresi Provenzano e Riina, che sono stati condannati per altre posizioni. Per il delitto di Antonino Mineo è stato assolto solo Salvatore Montalto. Per il triplice omicidio commesso a Bagheria in cui vennero uccisi i familiari del collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia, per una vendetta trasversale, è stato assolto Francesco Madonia.