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Dieci anni fa moriva Giovanni Falcone

L'antimafia diventa quotidiana in onore dell'ultimo grande eroe

23 maggio 2002
Nel 1992 alle 18,20, sull’autostrada Palermo-Capaci, uno spaventoso boato squarciava le vite di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo.

Quell’esplosione al tritolo portava via con se alcune speranze, e rilanciava la paura in molti, molti che rialzarono subito la testa continuando il volere dell’anima, che aleggia ancora su tutta Palermo ed il mondo intero, del grande Giudice.


I movimenti antimafia, saranno le gambe con le quali le idee di Giovanni Falcone continueranno a camminare, e in occasione del decennale delle stragi Falcone e Borsellino, organizzeranno oggi un grande corteo (a cui verrà invitato il presidente della Repubblica), sancendo un nuovo manifesto di impegno. 
Il manifesto sottoscritto da Libera, in rappresentanza di tutte le associazioni che rappresenta, è un  vero e proprio programma di lavoro che  si intitola: “L'Italia esiste. Ma anche le mafie”. Occhi aperti sulla giustizia”. La  parola d'ordine adottata è: educazione alla legalità.

Tante nuove iniziative e alcune campagne: per una nuova legge sulle confische, da estendere anche ai corrotti, per la nascita di un osservatorio della società civile sulla spesa pubblica e i fondi di Agenda 2000.
Libera cerca di rilanciare il lavoro delle associazioni antimafia infrangendo il “rito” delle commemorazioni per farsi quotidiana.

Vari i momenti della memoria, quest'anno,iniziati il 9 maggio, per l'anniversario dell'omicidio di Peppino Impastato, per proseguire sino al 19 luglio, per la ricorrenza della strage di via d'Amelio, dove morì il Giudice Paolo Borsellino.

Un grande corteo oggi partirà da tre punti diversi della città per arrivare all'albero Falcone, in via Notarbartolo, dove ci sarà Dario Fo e, si spera, il presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Molti momenti di riflessione, che si intersecheranno con la grande carovana antimafia dell'Arci, non  soltanto in Sicilia, ma in tutta Italia.

I gruppi di lavoro di questa rinnovata ‘’antimafia dei progetti’’, si occuperanno dell’Educazione alla legalità e azione nella scuola
, coordinato  della scuola Antonio Ugo, dell’Acquisizione ed utilizzo dei beni confiscati, impegno delle associazioni  Agesci, Arci e Liberaterra, nell’Osservazione sulle spese pubbliche, occupazione del Centro Impastato, dell’Organizzazione del decennale delle stragi, ad opera dell’associazione Palermo Anno Uno.

Insomma, questo 23 Maggio non sarà l’adempimento di un obbligo formale, ma una necessaria presa di coscienza per costruire una vera cultura della legalità.

“Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili”

Giovanni Falcone












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23 maggio 2002
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