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Dieci arresti dopo 22 anni

Ai tempi della guerra tra Cosa nostra e Stidda: arrestati esecutori e mandanti dell’assassinio di Roberto Bennici e del tentato omicidio di Francesco Nanfaro

18 febbraio 2013

La squadra mobile di Caltanissetta, dopo 22 anni di indagini, ha identificato e arrestato 10 tra capi e gregari di Cosa Nostra di Niscemi, ritenuti a vario titolo esecutori e mandati dell'assassinio di Roberto Bennici e del tentato omicidio di Francesco Nanfaro, due affiliati alla Stidda niscemese, raggiunti dai killer il 23 ottobre del '90 mentre erano seduti in un bar del paese. L'omicidio maturò nell'ambito dello scontro tra Cosa nostra e Stidda che in quegli anni ha insanguinato le province di Caltanissetta e Ragusa, di cui Niscemi viene indicato dagli inquirenti "Crocevia Criminale"

Le manette sono scattate per il boss Giancarlo Giugno, di 53 anni, e Rosario La Rocca, di 56 anni, inteso "Saro Pacola", entrambi pregiudicati di Niscemi, raggiunti da ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del tribunale di Catania Alessandro Ricciardolo, su richiesta della Dda etnea. Agli altri otto imputati, in stato di detenzione, i provvedimenti restrittivi sono stati notificati in carcere. Si tratta di Salvatore Calcagno, 58 anni, di Niscemi; Giovanni Passaro, di 56, Giuseppe Tasca, di 40 anni, Pasquale Trubia, di 45, Emanuele Cassarà, di 42, Emanuele Iozza, di 51,  tutti di Gela; Angelo Tisa, di 45 ani, e Salvatore Siciliano, di 48 anni, entrambi di Mazzarino.

Il commando di morte, fornito dalle famiglie del clan Madonia di Cosa Nostra, partì da un covo delle campagne di Acate, col compito di ammazzare chiunque incontrassero della famiglia stiddara dei Russo. A sparare sarebbe stato il pentito Angelo Celona, (che si autoaccusa dell'agguato) insieme con Francesco La Cognata e l'autista Emanuele Trainito, entrambi nel frattempo deceduti. Rosario Lombardo e Rosario La Rocca sarebbero stati i basisti, assicurando il supporto logistico e l'eventuale copertura. Con i restanti imputati (ritenuti mandanti), sono accusati di omicidio, tentato omicidio, associazione mafiosa, ed altro.

Il Presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ha espresso soddisfazione per l’operazione antimafia svolta dalla procura di Catania e dalla Polizia di Stato di Caltanissetta. "Con quest'arresto ci si libera di uno dei più pericolosi mafiosi in circolazione nel territorio di Niscemi. Un uomo che è sempre stato al top del sistema mafioso, contribuendo al degrado sociale e spesso anche al condizionamento politico del territorio. Da oggi anche a Niscemi si comincia a sperare che è possibile vincere il sistema mafioso, che si possa abbattere quella criminalità che da anni terrorizza imprenditori e cittadini e condiziona scelte amministrative e politiche. Da oggi i niscemesi sono più liberi e possono cominciare seriamente a collaborare con la giustizia."

"E' venuto il momento di parlare e collaborare - ha continuato il presidente Crocetta - costituendo finalmente una grande associazione Antiracket che faccia nomi e cognomi per riprendere un cammino, qualche volta iniziato e troppe volte interrotto,  di riscatto civile, economico, sociale e politico della città. Faccio appello ai niscemesi onesti di organizzarsi e di collaborare con le istituzioni e dare il colpo di grazia definitivo al sistema mafioso che da anni offusca la città. La città di Niscemi merita un futuro diverso, di lavoro, di giustizia, di serenità. Ma perché tutto ciò possa avvenire, la città si deve liberare da tutte le ramificazioni mafiose, di quelle direttamente criminali ma anche dei tanti colletti bianchi che dietro la maschera del perbenismo, continuano a fare affari con la mafia e a condizionare la vita politica. Sono convinto che da oggi è più facile ribellarsi, sono convinto che da oggi possa iniziare un nuovo cammino, grazie alla magistratura e grazie alle forze dell'ordine".

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Corriere del Mezzogiorno, Ufficio Stampa del Presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta]

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18 febbraio 2013
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