Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Dietro l'omicidio mafioso di ieri sera a Borgetto (PA) è possibile che ci sia una nuova guerra tra cosche

02 novembre 2007

A Borgetto, piccolo paese in provincia di Palermo, è stata una lunga notte di rilievi e interrogatori dopo l'agguato di ieri sera nel quale è stato ucciso Antonino Giambrone, un gommista di 36 anni, nipote del capo clan Giuseppe Giambrone e considerato boss emergente della zona.
I carabinieri della Compagnia di Partinico e del Reparto territoriale di Monreale, coordinati dal pm Francesco Del Bene, che col collega Maurizio De Lucia da anni indaga sul mandamento mafioso, stanno setacciando il giro di conoscenze, rapporti e affari della famiglia Giambrone.

La zona da tempo preoccupa gli inquirenti e gli investigatori che sottolineano come negli ultimi due anni si siano registrati tre omicidi e una lupara bianca. In contrapposizione ci sarebbero ormai due schieramenti. Antonino Giambrone si pensa possa essere stato vicino al superlatitante Salvatore Lo Piccolo; in questo caso l'omicidio sarebbe un attacco alla leadership di quello che viene indicato come l'erede di Bernardo Provenzano, sferrato forse dalla potente famiglia che fa capo a Domenico Raccuglia. Era un suo uomo quel Giuseppe Lo Baido assassinato il 13 luglio scorso nel centro di Partinico e forse il delitto di Borgetto è un vendetta.
Antonino Giambrone, è stato freddato da un gruppo di sicari che hanno fatto irruzione nella sua officina di via Salgari. Il gommista ha subito capito le loro intenzioni ed ha cercato di fuggire, ma i killer hanno iniziato a sparare. L'uomo ha cercato riparo sotto la scrivania dell'ufficio, ma i colpi sparati dal commando hanno perforato il mobile e colpito a morte Giambrone. Una voce femminile ha chiamato il ''118'' per sollecitare l'arrivo di un'ambulanza, mentre un fratello della vittima ha allertato i carabinieri.

Pochi giorni fa era stato arrestato lo zio Giuseppe, condannato a 9 anni per mafia e considerato un pezzo grosso della cosca. Ed è pure certo che i mafiosi di Partinico avevano scoperto che la vittima dell'agguato raccoglieva il pizzo fuori dal suo territorio, taglieggiando gli imprenditori di Terrasini e tentando di dire la sua anche sull'aggiudicazione degli appalti.

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

02 novembre 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia