Difficile dialogare con chi ti prende a schiaffi!
Acceso botta e risposta tra il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e il Guardasigilli Angelino Alfano
"Come è possibile dialogare con chi ti prende a schiaffi, con chi chiama i magistrati matti, cancro, golpisti?" Il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha risposto così al giornalista Giovanni Minoli, parlando di riforma della giustizia, al convegno "Giovanni e Paolo, due italiani", nell'Aula Bunker del carcere dell'Ucciardone di Palermo dove si ricorda la strage di Capaci di 19 anni fa, in un faccia a faccia con il ministro della Giustizia Angelino Alfano
In un acceso botta e risposta fuori programma, Grasso ha contestato la definizione della "riforma della giustizia" data al pacchetto legislativo approvato dal governo: "qui si parla di riforma del rapporto tra Magistratura e politica e non di riforma della giustizia". "I magistrati - ha aggiunto il procuratore - chiedono solo un processo rapido e vogliono che le vittime vedano riconosciute le loro ragioni in un contesto come il nostro è difficile smorzare le tensioni".
Il guardasigilli ha risposto al procuratore citando un'intervista rilasciata da Giovanni Falcone in cui il magistrato ribadiva l'importanza della separazione delle carriere tra i magistrati. Citazione a cui Grasso ha obiettato: "La Magistratura non può essere autonoma se le si toglie la direzione delle indagini".
"Lavoreremo sempre per l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Nessuna riforma metterà questi principi cardine della legalità in discussione" ha detto poi il ministro della Giustizia.
L’intervento di Alfano ha suscitato anche la reazione del pubblico. Dal fondo della platea si è infatti levata una voce: "I collusi devono andare fuori dal Parlamento". "Ha ragione – risponde Alfano - le leggi sono fatte per cacciare i collusi. Quando uno viene condannato deve andare via. Se però i partiti politici hanno la forza di cacciarli prima è ancora meglio, lo dico chiaramente".
Per smorzare i toni il giornalista Minoli ha chiesto ai due partecipanti di citare una qualità l'uno dell'altro. Secondo Alfano "il procuratore è un uomo delle istituzioni che non fa sconto al governo ma che non si pone al servizio di una parte politica e questa è una cosa importantissima". Grasso ha riconosciuto al ministro la qualità di "percepire al volo le priorità e quelle cose che sono veramente utili come ha fatto quando, all'inizio del suo mandato, gli prospettai l'idea di Falcone di aggredire i patrimoni dei mafiosi dando la competenza alle Direzioni distrettuali antimafia e il coordinamento alla Procura nazionale antimafia".
[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]