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DIFFICOLTÀ DI... MANOVRA!

Berlusconi e Tremonti incontreranno le Regioni, ma non ci sarà spazio per modifiche a voci. Il governo chiederà la fiducia alle Camere

08 luglio 2010

Domani, venerdì 9 luglio, il premier Berlusconi e il ministro Giulio Tremonti incontreranno i presidenti delle Regioni sulla manovra finanziaria. L'annuncio è arrivato ieri, a fine giornata, in una nota congiunta del premier e del ministro dell'Economia dopo la decisione dei presidenti della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, dell'Anci Sergio Chiamparino e dell'Upi Giuseppe Castiglione di non partecipare alla Conferenza unificata Stato-Regioni prevista per oggi a meno che il premier non fosse stato presente o avesse incontrato le autonomie prima di quella riunione per un confronto sui tagli previsti dalla manovra.
Nel merito il premier e il ministro dell'Economia hanno fatto sapere che "da parte del governo c'è il massimo impegno nella possibile congiunta ricerca dei termini di effettività, realizzabilità, sostenibilità dei piani di rientro".
Errani giudica la convocazione dell'incontro con il presidente del Consiglio un "primo passo utile per avviare un confronto nel merito. Naturalmente l'incontro che è stato richiesto da Regioni, Province e Comuni - ha sottolineato - dovrà prevedere la presenza di tutti i protagonisti". Quanto al merito "avremo modo di illustrare le nostre buone ragioni e le nostre preoccupazioni per servizi fondamentali per le persone, le famiglie e le imprese".
Ieri mattina, nella conferenza stampa congiunta dei rappresentanti degli enti locali, il presidenti della Conferenza delle Regioni aveva annunciato di aver "inviato una lettera al ministro Fitto perché metta all'ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni l'intesa per la riconsegna delle deleghe", riferendosi all'intenzione dei governatori di restituire allo Stato le competenze delegate con la legge Bassanini.

Berlusconi e Tremonti, riferendosi alle contestazioni delle Regioni, nel comunicato congiunto affermano che "da parte del governo c'è il massimo impegno nella possibile congiunta ricerca dei termini di effettività, realizzabilità, sostenibilità dei piani di rientro". Il Cavaliere e il titolare di via XX Settembre spiegano nel dettaglio le "criticità" e come intendono intervenire per ripianare i bilanci in rosso delle regioni. "In particolare - hanno scritto - per ciò che riguarda le Regioni, è comunque opportuno rilevare 2 voci essenziali. La prima: con riferimento al 2009, ultimo anno per cui è disponibile il conto delle Amministrazioni pubbliche". La spesa consolidata, spiega ancora la nota, "è pari a 799 miliardi di euro. La spesa statale non consolidata è pari a 459 miliardi di euro". Berlusconi e Tremonti puntualizzano: "Ciò che viene rilevato ora come "squilibrio" a carico dei governi locali va, dunque valutato in base a ciò che è già stato operato a carico del governo centrale (e non può essere ulteriormente incrementato). Ciò rende oggettivamente impraticabile l'ipotesi di uno spostamento interno alla manovra, da una voce all'altra". E i numeri sono stati ribaditi nel comunicato: "Sugli oltre 170 miliardi di euro di competenza delle Regioni, l'incidenza della manovra è pari al 3% circa. Percentuale che da un lato non può essere ridotta, dall'altro lato è recuperabile nella forma di possibili economie di bilancio".
Nell'annunciare l'incontro con i presidenti delle regioni per venerdì Berlusconi e Tremonti scrivono ancora nel comunicato: "Oltre quanto esposto fin qui in termini di manovra, va rilevato che esiste, nel comparto delle Regioni, una ulteriore criticità, insieme a due rilevanti opportunità: la criticità è nel dissesto sanitario ormai esteso ad una vasta parte del Paese. Nella nota si osserva che «non è questa la sede per un discorso sulle responsabilità passate, ma certo è questa la sede per iniziare un discorso serio su cosa fare da oggi in poi in questo campo". Il Governo s'impegna a sostenere i piani di rientro regionali. Ma aggiunge la nota: "Va, comunque, premesso che la soluzione del problema non è soggettiva ma oggettiva, non è nella storia ma nel presente, ed il peso dei problemi ereditati non è un argomento per attenuare gli sforzi ma piuttosto per rafforzarli operativamente e immediatamente". Quanto alle opportunità si cita, in primo luogo, l'inventario-disponibilità dei fondi per interventi speciali ancora in essere e disponibili (inventario in corso) e il federalismo fiscale. "Già nella manovra c'è una specifica normativa sui costi standard. Il decreto applicativo della legge-delega sul federalismo fiscale in materia di federalismo regionale può essere presentato, discusso ed approvato entro l'anno e dunque prima dell'entrata in vigore della manovra". "Resta fermo l'impegno del Governo - è la conclusione del comunicato - a discutere con le Regioni sulla applicazione della manovra nella sua parte pattizia".

E aspettando l'incontro, la tensione delle Regioni contro il Governo è ancora tanta. Secondo Renata Polverini, presidente del Lazio, riflettendo sul piano di rientro della sanità riguarrdante cinque regioni, è impossibile governare. Quanto alla restituzione delle deleghe, spiega che è quanto è stato sostenuto da tutti in maniera unitaria. Sull'incontro di domani con il ministro dell' Economia Giulio Tremonti, non basta, dice Polverini. Al Corriere della Sera, il governatore lombardo Formigoni dice che la flessibilità è solo fumo negli occhi.
E se non arriveranno risposte ufficiali e concrete di riforma alla manovra, anche i sindaci sono pronti a rimettere le deleghe. Lo ha detto il presidente dell'Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, prima dell'inizio dell'Ufficio di presidenza dell'Anci, precisando che "abbiamo fatto al governo proposte precise e responsabili alle quali non é stata data alcuna risposta, c'é solo qualche piccolo segnale informale. Quindi, deciderà certo l'Ufficio di presidenza, credo che se le cose restano così noi rimetteremo le deleghe nel nostro ruolo di ufficiali di governo, in particolare bloccheremo anagrafe, stato civile e il funzionamento della giustizia locale".

Intanto Berlusconi e Tremonti hanno fatto sapere anche che ''la manovra sarà oggetto di necessaria e responsabile richiesta di fiducia da parte del governo, tanto al Senato quanto alla Camera, trattandosi di un provvedimento fondamentale per la stabilità finanziaria del nostro Paese''. ''I saldi della manovra erano, sono e saranno intangibili''. "Non si tratta, infatti - hanno assicurato il premier e il ministro - di numeri casuali o arbitrari, ma di numeri che riflettono ciò che, tanto dalla Commissione Europea quanto dai mercati finanziari, è considerato assolutamente necessario per ridurre la dinamica incrementale del nostro debito pubblico".
La conferenza dei capigruppo del Senato ha deciso, su proposta del senatore del Pd, Luigi Zanda, che il provvedimento sarà all'esame dell'aula martedì 13 luglio e il voto di fiducia è previsto nella giornata di giovedì 15 luglio.

La decisione del governo di mettere la fiducia sulla manovra accende gli attacchi del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "È un disastro, è chiaro che è una fiducia messa per aumentare la maggioranza ed impedire la discussione", ha commentato, a margine della presentazione del ddl sulla governance della Rai. "Quando ho detto che dopo Berlusconi si rischia Chavez mettevo in guardia da questo meccanismo pericolosissimo perché o ribadiamo la democrazia parlamentare o prendiamo un'altra strada, un meccanismo populista incombente". "Io rivendico - ha affermato Bersani - la decisione del Pd di proporre degli emendamenti per tenere fermi i 24 miliardi spostando i pesi ma ancora una volta dopo le fiduce messe sugli altri 10 decreti in materia finanziaria, si impedisce la discussione pubblica e si introducono emendamenti previa telefonata". Un meccanismo che per il leader Pd va arginato "altrimenti l'Italia finirà fuori dal concerto delle democrazie e il governo o non si rende conto del pericolo o hanno altri disegni in testa". Bersani resta convinto che la manovra non basterà: "Ne riparliamo in autunno visto che già questa manovra per loro non ci doveva essere, anche la prossima per loro è da escludere salvo poi intervenire".
Alle parole del segretario del Pd replica il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti: "Bersani deve spiegarci cosa rischia la democrazia da una manovra che rafforza i conti pubblici e rilancia lo sviluppo".

All'interno della manovra...
160 MLN PER FORZE ORDINE E MILITARI -
Sarà istituito un Fondo di 160 milioni di euro (80 milioni per il 2011 e 80 per il 2012) per le forze armate e di polizia. Lo prevede un emendamento presentato dal governo alla manovra finanziaria. La misura è stata annunciata dai ministri La Russa, Maroni e Tremonti in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. In questo modo, ha sottolineato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, "si tiene conto della specificità del settore". "Viene istituito un fondo che offre un riconoscimento al comparto", ha detto ancora La Russa sottolineando come resti comunque in vigore il principio del blocco triennale degli scatti di carriera.
SALTA TAGLIO TREDICESIME PER POLIZIA E TOGHE - Salta la possibilità per il governo di tagliare le tredicesime di una serie di categorie della pubblica amministrazione tra cui poliziotti, magistrati, vigili del fuoco, diplomatici e prefetti, ma resta la precisazione che sul blocco triennale degli stipendi per i dipendenti pubblici non incideranno "le variabili straordinarie della dinamica retributive", come le indennità di missioni all'estero o quelle le riduzioni per maternità o aspettative. La parte dell'emendamento del relatore che riguardava il taglio delle tredicesime, secondo quanto riferito da alcuni senatori della commissione Bilancio del Senato, sarebbe infatti stata stralciata.
STANGATA SULLE ASSICURAZIONI
- In arrivo una stangata sulle assicurazioni, con l'aumento dell'Ires che garantirà 234 milioni di euro l'anno. Con un acconto che sarà versato già dal 2010. Lo prevede l'emendamento contenuto nel nuovo pacchetto presentato dal relatore, Antonio Azzollini, in commissione Bilancio del Senato. Nei giorni scorsi, nel corso di un'incontro a palazzo Madama tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e la maggioranza, il titolare si era dichiarato disponibile a valutare proposte sul settore delle assicurazioni. "La variazione delle riserve tecniche obbligatorie relative al ramo vita - si legge nell'emendamento - concorre a formare il reddito dell'esercizio in misura pari al 90%". La nuova tassazione ha effetto inciderà nella misura del 50% "anche su versamento del secondo acconto dell'imposta" fissato al prossimo 30 novembre, da cui dovrebbero arrivare 88 milioni di euro. La norma, si legge nella relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato, determina un incremento di circa 234 milioni di euro su base annua. La base imponibile stimata è pari a 850 milioni di euro su cui viene applicata l'aliquota ordinaria Ires del 27,5%.
LIBERTÀ D'IMPRESA - Entrano nella manovra anche le misure sulla libertà d'impresa che anticipano il progetto di riforma costituzionale annunciato dal governo. L'avvio dell'attività sarà possibile con una semplice segnalazione e i controlli avverranno solo ex post. Lo prevede un altro emendamento presentato in commissione bilancio dal relatore Azzollini. L'emendamento stabilisce che "tali attestazioni" siano corredate "dagli elaborati tecnici necessari per consentire le verifiche di competenza dell'amministrazione". Inoltre, l'attività oggetto della segnalazione "può essere iniziata dalla data della presentazione della segnalazione all'amministrazione competente". A quel punto l'amministrazione "in caso di accertata carenza dei requisiti" avrà 30 giorni dal ricevimento della segnalazione per adottare provvedimenti di divieto di prosecuzione dell'attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa. L'interessato avrà almeno 30 giorni per conformarsi alla norma vigente. In caso di dichiarazioni o attestazioni false o mendaci, si rischia da 1 a 3 anni di carcere, salvo che il fatto non costituisca reato più grave. Le norme inserite nell'emendamento prevedono anche che "decorso il termine per l'adozione dei provvedimenti (30 giorni) all'amministrazione è consentito intervenire solo in presenza del pericolo attuale di un danno grave e irreparabile per il patrimonio artistico e culturale, per l'ambiente, per la salute, per la sicurezza pubblica o la difesa nazionale". Il governo è autorizzato a adottare uno o più regolamenti attuativi da emanare entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
QUOTE LATTE - Grande confusione invece per quanto riguarda un altro emendamento inserito dal relatore nella manovra, quello che sospende la riscossione delle multe sulle quote latte. Infatti il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, si è detto assolutamente contrario all'emendamento, rispondendo a un'interrogazione in aula alla Camera.


[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Corriere.it]

 

 

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08 luglio 2010
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