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Dimenticare Palermo

Carlo Marcelletti si è dimesso. ''L'ospedale Civico di Palermo preferisce così''

21 novembre 2008

Carlo Marcelletti si è dimesso dall'ospedale Civico di Palermo. Il cardiochirurgo, dopo avere ottenuto nelle scorse settimane la revoca degli arresti domiciliari aveva chiesto all'ospedale Civico di tornare a esercitare. Marcelletti dopo aver incontrato i vertici dell'ospedale, ha però deciso di dimettersi.
Marcelletti è indagato per truffa, peculato, concussione e detenzione di materiale pedopornografico. Il tribunale del riesame nel revocare i domiciliari ha imposto a Marcelletti l'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria tre volte alla settimana, senza disporre limitazioni nella città di residenza o domicilio.

"Le dimissioni conferiranno maggiore e ulteriore serenità sia alla mia futura attività professionale sia alla mia difesa processuale", ha spiegato il cardiochirurgo in una lettera inviata al direttore dell'ospedale Civico, sottolineando i motivi che lo hanno convinto a dimettersi in maniera "irrevocabile" dall'incarico di direttore della Cardiochirurgia pediatrica. In particolare Marcelletti ha scritto che "le perplessità dell'azienda, manifestatemi direttamente e apprese anche a mezzo stampa, mi inducono a recedere dal mio precedente proponimento anche per evitare, ove riammesso, di risentire le prevedibili difficoltà nell'ambiente di lavoro". "Ritenevo - si legge nella lettera -, evidentemente erroneamente, che il mio indiscusso curriculum professionale potesse bilanciare l'attuale mia situazione processuale, nell'interesse superiore dei malati che, dal mio arrivo in Sicilia presso l'Azienda ospedale Civico, si erano in larga parte sottratti ai così detti viaggi della speranza. Per quanto mi riguarda le dimissioni conferiranno maggiore e ulteriore serenità sia alla mia futura attività professionale sia alla mia difesa processuale".

"Addio. Al Civico non mi vogliono più"
di Alessandra Ziniti (Repubblica/Palermo.it, 21 novembre 2008)

Era sicuro che sarebbe tornato a operare presto, già a fine mese. Chissà perché non si aspettava resistenze da parte dei vertici dell'ospedale Civico, che pure non avevano perso tempo, dopo il suo arresto, a firmare un provvedimento di sospensione e ad annunciare la costituzione di parte civile nel procedimento a suo carico.
Lunedì aveva mandato una lettera con la quale chiedeva formalmente di rientrare al suo posto dopo la remissione in libertà e la conseguente revoca della sospensione da parte dell'Ordine dei medici di Roma. Ieri invece, dopo un rapido e imbarazzante colloquio telefonico con il manager Francesco Licata di Baucina, Carlo Marcelletti ha preso carta e penna e ha firmato le dimissioni dall'incarico di direttore della Cardiochirurgia pediatrica del Civico.

A Palermo, dal giorno della sua scarcerazione, non ha più messo piede e non tornerà. «Vuol dire che i bambini siciliani torneranno a dover andare fuori dalla Sicilia per farsi operare da me», ha detto amareggiato al suo avvocato Roberto Tricoli con il quale ha poi pesato, parola per parola, il messaggio con cui spiegare la decisione di dimettersi.
«Le perplessità dell'azienda, manifestatemi direttamente e apprese anche a mezzo stampa - scrive Marcelletti nella lettera indirizzata a Licata di Baucina - mi inducono a recedere dal mio precedente proponimento anche per evitare, ove riammesso, di risentire le prevedibili difficoltà nell'ambiente di lavoro».

Indagato per truffa, peculato, concussione e detenzione di materiale pedopornografico, Marcelletti non riteneva che le accuse a suo carico, per quanto legate proprio alla sua attività in reparto, fossero un ostacolo alla ripresa della sua attività, il motivo principale per il quale la stessa Procura aveva dato il nullaosta alla remissione in libertà del cardiochirurgo, la cui forzata inattività avrebbe danneggiato la sua abilità e le aspettative dei piccoli pazienti in attesa di un intervento al cuore.
«Ritenevo, evidentemente erroneamente - scrive ancora Marcelletti nella lettera di dimissioni - che il mio indiscusso curriculum professionale potesse bilanciare l'attuale mia situazione processuale, nell'interesse superiore dei malati che, dal mio arrivo in Sicilia presso l'azienda ospedale Civico, si erano in larga parte sottratti ai cosiddetti "viaggi della speranza". Per quanto riguarda - conclude il cardiochirurgo - le dimissioni conferiranno maggiore e ulteriore serenità sia alla mia futura attività professionale sia alla mia difesa processuale».

Il futuro di Marcelletti adesso è tutto da inventare, così come quello del reparto di Cardiochirurgia pediatrica affidato ad interim a Stefano Follis. Marcelletti operava privatamente anche in una clinica romana ed è libero di stabilire la sua residenza dove vuole, visto che il Tribunale del riesame, nel revocare gli arresti domiciliari, gli ha imposto l'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria tre volte alla settimana, senza disporre limitazioni nella città di residenza o domicilio.
Dopo avere rilasciato interviste a molti quotidiani e settimanali, subito dopo la remissione in libertà, ieri - dopo le dimissioni - Marcelletti ha deciso di non aggiungere altro. I suoi avvocati raccontano di un uomo amareggiato che non si aspettava affatto di essere respinto dai vertici dell'ospedale Civico. Ma davanti a quella che è stata descritta come «ostilità e freddezza», ha poi optato per le dimissioni che nella lettera ha definito irrevocabili.
Già nei giorni scorsi l'azienda Civico aveva lasciato trapelare perplessità sul ritorno di Marcelletti. Il manager Licata di Baucina aveva ricordato i suoi scontri con il cardiochirurgo sulla Emolife, la società poi coinvolta nell'inchiesta. E alla vigilia della formale istanza di riammissione del cardiochirurgo, l'avvocato Giuseppe Di Peri, in rappresentanza dell'ospedale, aveva sottolineato l'importanza del «rapporto fiduciario» tra l'azienda e il cardiochirurgo che, dalla sua, vantava centinaia di e-mail con le quali le famiglie dei piccoli pazienti in attesa salutavano il suo ritorno al Civico.

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La vicenda giudiziaria di Carlo Marcelletti su Guidasicilia.it:
- Una brutta storia (07 maggio 2008)
- Si aggrava la posizione di Marcelletti (08 maggio 2008)
- Carlo Marcelletti ha confessato (09 maggio 2008)
- Proprio una brutta storia (10 maggio 2008)

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21 novembre 2008
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