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Dimesso un Papa...

Le mille ipotesi e i tanti sospetti dietro le dimissioni di Benedetto XVI. E intanto scatta il "toto-papabili"

12 febbraio 2013

"Le forze e l'età avanzata non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero". "Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005".
Queste le frasi, pronunciate in latino, con le quali Papa Benedetto XVI ha rassegnato le proprie dimissioni da Pontefice. Una decisione meditata a lungo e presa "per il bene della Chiesa".
Dunque, pensando sia inutile e stupido improvvisarsi i Dan Brown dell’ultimo momento, accettiamo le motivazioni date dal diretto interessato, riflettendo su quanto sia e sarà importante tale decisione, segno indelebile nella Storia contemporanea.
Certo, può essere una semplice casualità, però, volendo spingersi un po’ più in là, è pure vero che le dimissioni del Papa coincidono in parte con le indiscrezioni pubblicate esattamente un anno fa dal giornale "Il Fatto Quotidiano" che il 10 febbraio scorso aveva titolato in prima pagina "Complotto di morte", partendo da un documento segreto di cui era venuto in possesso. Secondo questo testo a Benedetto XVI sarebbero rimasti "solo altri 12 mesi di vita".
Una ricostruzione bollata come "farneticante" dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. La stessa definizione utilizzata ieri dall'arcivescovo di Palermo, card. Paolo Romeo, che aveva smentito tutto dopo essere stato chiamato in causa.

Proprio di Romeo si parla infatti nel documento "strettamente confidenziale" che un altro porporato, l'anziano cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, avrebbe consegnato al Papa nel corso di un'udienza privata a metà gennaio del 2012. Interpellato su questo punto, Castrillon Hoyos ha risposto, "Io non parlo. Chi ha domande da fare, le ponesse a chi ha consegnato il documento".
Nel testo, scritto in tedesco, di cui non si conosce l'autore, si riferisce di un viaggio in Cina del card. Romeo, durante il quale quest'ultimo non avrebbe incontrato esponenti della Chiesa cinese, ma uomini d'affari. E conversando con questi ultimi, avrebbe descritto un rapporto ormai altamente conflittuale tra Benedetto XVI e il segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone; avrebbe riferito che il Pontefice starebbe lavorando per favorire l'ascesa del card. Angelo Scola - da lui scelto come arcivescovo di Milano - come futuro papa; e avrebbe "profetizzato" che a Benedetto XVI restano solo altri 12 mesi di vita.
"Le dichiarazioni del cardinale - sostiene il documento - sono state esposte, da persona probabilmente informata di un serio complotto delittuoso, con tale sicurezza che i suoi interlocutori in Cina hanno pensato che sia in programma un attentato contro il Santo Padre".

La tesi del complotto, insomma, sarebbe emersa per deduzione mentre le altre indiscrezioni sembrerebbero trovare conferma nella scelta del Pontefice di "passare la mano". Una decisione clamorosa che coincide con le "voci" di possibili dimissioni circolate un anno fa, proprio in coincidenza con lo scoop del Fatto.
Il card. Romeo in effetti a metà novembre del 2011 si era davvero recato a Pechino per 5 giorni, incontrando uomini d'affari e "interlocutori" cinesi. È plausibile che in alcuni colloqui possa aver fatto riferimento in maniera generica alla salute e all'età del Papa, che il 16 aprile prossimo compirà 86 anni?
L'arcivescovo di Palermo aveva liquidato seccamente come "privo di fondamento" e "fuori dalla realtà", quanto gli veniva attribuito. E oggi, dopo avere detto che la decisione del Papa lascia "pietrificati", ha ribadito: "sono tutte fandonie". "Il documento pubblicato dal quotidiano - ha spiegato - era contraddittorio e inventato di sana pianta. Del resto se fosse stato veritiero Papa Benedetto XVI sarebbe dovuto morire entro 12 mesi, ovvero nel 2012".
Di sicuro esiste un documento, anonimo, arrivato al Papa di cui un giornale ha dato conto. Altra cosa è la veridicità dei suoi contenuti. "Non ho negato che esista questo documento - aveva dichiarato un anno fa padre Lombardi - ma si tratta di farneticazioni che non vanno prese in alcun modo sul serio e che non sono state prese in alcun modo sul serio". Ieri, infine, l'annuncio delle dimissioni del Papa.

- Il Papa entro 12 mesi morirà (Guidasicilia.it, 10/02/12)
- Farneticazioni! (ma il documento è vero) (Guidasicilia.it, 11/02/12)
- I VaticanLeaks e la presunta imminente morte del Papa (Guidasicilia.it, 14/02/12)
- Ricordate la notizia sull'imminente morte di Papa Ratzinger? (Guidasicilia.it, 01/05/12)
- I segreti del Vaticano (Guidasicilia.it, 26/05/12)

PARTE IL TOTO-PAPABILI - La storica scelta di Benedetto XVI di annunciare le proprie dimissioni cambierà almeno in parte anche la corsa per la successione. In primo luogo perché non vi è precedente di un Papa eletto con il predecessore ancora in vita. E poi anche la procedura subisce notevoli cambiamenti sostanziali. Innanzitutto si conosce in anticipo la data di fine pontificato, che sarà il 28 febbraio alle 20:00, una data che entrerà negli annali della Chiesa e della storia contemporanea. Inoltre da qui al 28 mancano 17 giorni durante i quali il Papa 'uscente' interverrà, parlerà forse, dirà la sua sul futuro della Chiesa, sia pure con la discrezione e l'attenzione proprie di Benedetto XVI. Inoltre le riunioni - chiamate congregazioni - dei cardinali cominceranno subito dopo le dimissioni, quindi verrà convocato il conclave al quale, stando ai numeri odierni, prenderanno parte 117 cardinali, tutti quelli che hanno meno di 8 anni.

Chi sono gli uomini in lizza per la successione? Naturalmente è prematuro fare pronostici troppo precisi, tuttavia è possibile già da ora individuare un gruppo di personalità che per ruolo, autorevolezza e rappresentatività possono essere considerati 'papabili' o comunque in grado di giocare un ruolo importante nel prossimo conclave.
Per quel che riguarda l'Italia sono almeno tre i nomi che stanno emergendo: l'arcivescovo di Milano Angelo Scola, il presidente del Governatorato Giuseppe Bertello e l'arcivescovo di Genova e presidente della conferenza episcopale, Angelo Bagnasco. Gli italiani possono comunque avere un ruolo di primo piano nel prossimo conclave in virtù della loro forza numerica, rimangono infatti il primo gruppo nazionale fra i cardinali con diritto di voto.


Cardinale Angelo Scola

Sono cresciute nel tempo le possibilità di un papa 'americano' sotto questo punto di vista diversi sono i porporati da tenere sott'occhio. A partire dal Canada dove spicca il nome del cardinale Marc Ouellet, ex arcivescovo di Quebec chiamato da Ratzinger alla guida della congregazione per i vescovi, organismo decisionale di assoluto rilievo in Vaticano.
Vanno poi tenuti presenti l'arcivescovo di New York, Timothy Dolan, presidente dei vescovi americani, e l'arcivescovo di Boston, Sean O'Malley, cappuccino, che ha gestito con un certo successo la difficilissima situazione della diocesi Usa al centro dello scandalo abusi sessuali. Nell'area caraibica spicca il volto del cardinale Jaime Ortega, arcivescovo dell'Avana, personalità che sta che sta contribuendo con la propria azione alla transizione dell'isola dal regime comunista verso una serie di aperture in campo economico e sociale.


Cardinale Odilo Sherer

In Brasile c'è anche il cardinale Odilo Sherer, arcivescovo di San Paolo, una delle diocesi più vaste del mondo. In Brasile, a Rio, si terrà anche a prossima Giornata mondiale della Gioventù e non va dimenticato che il Paese è uno dei gradi serbatoi del cattolicesimo mondiale. Ancora dal Brasile viene Joao Braz de Aviz, attuale alla guida della Congregazione per gli istituti di vita consacrata, cioè il mondo delle congregazioni e degli ordini religiosi. Accreditato di qualche possibilità per l'elezione è anche Oscar Rodriguez Maradiaga, salesiano, arcivescovo di Tegucigalpa in Honduras.


Cardinale Peter Turkson

In Europa troviamo l'arcivescovo di Parigi, il cardinale Andrè Vingt-Trois e poi l'arcivescovo di Vienna, il teologo Christoph Schoenborn. Almeno tre anche gli africani in partita per un continente dove il cattolicesimo è in grande crescita ma soffre pure di forti tensioni interreligiose e sociali: in primis i cardinali di Curia Peter Turkson - presidente di Iustitia et Pax - e Robert Sarah a capo di Cor Unum (il dicastero per le attività caritative della Santa Sede), quindi si fa strada l'arcivescovo nigeriano di Abuja, John Onaiyekan. In Asia emerge la figura del neocardinale Louis Antonio Tagle arcivescovo di Manila, chiude la serie dei candidati George Pell, arcivescovo di Sidney. Infine da sottolineare che sono cominciate le scommesse, i bookmakers vedono un testa a testa fra Italia e Africa con in testa fra i favoriti il cardinale nigeriano Francis Arinze.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Ign, AGI]

 

 

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12 febbraio 2013
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