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Diminuita la produzione di olio italiano nel 2003, ma ottima la qualità

I dati Ismea attestano una contrazione della produzione di olio in Italia con 550mila tonnellate

10 dicembre 2003
La produzione di olio italiano ha subito quest'anno una contrazione del 4,5% rispetto alla campagna precedente. Circa 550.000 tonnellate, ma di buona qualità: questo il risultato produttivo atteso nella campagna 2003-2004 per l' olio d' oliva italiano di pressione. Lo rilevano i dati dell'Ismea elaborati in collaborazione con le Unioni dei produttori e l' organizzazione interprofessionale di settore. I dati comunque non sono preoccupanti. La flessione, infatti, sembra essere contenuta rispetto alle attese di ''scarica'' produttiva dettata dal fenomeno dell' alternanza. E' anche vero però che il settore sta attraversando una fase di stallo confermata dal fatto che per il quarto anno consecutivo il risultato produttivo è molto al di sotto delle attese degli operatori e lontano dal livello raggiunto nella campagna 1999-2000, quando si oltrepassarono le 713 tonnellate.

''Il trend - ha spiegato il presidente dell' Ismea, Arturo Semerari - è imputabile al netto calo registrato nella aree olivicole del Centro-Nord, a fronte di una sostanziale tenuta dell' olivicoltura meridionale''. Le gelate di aprile, al nord, infatti hanno determinato significative ricadute sui raccolti, pregiudicando in questo modo la fase della fioritura. Al sud invece, il problema è stato opposto. A determinare il calo sarebbe stato il caldo e l'eccessivo tasso di umidità.  I dati dell'Ismea sono dettagliati regione per regione. In Sicilia  si parla di 38.000 tonnellate con un calo del 16%  determinato dalla netta contrazione attesa nelle province di Messina, Trapani, Agrigento e Ragusa, a fronte di una ripresa di Enna, Siracusa e Catania. In Puglia,  prima area produttiva del Paese, con una quota del 40% sul totale, si prevede un ammontare di 217.000 tonnellate (+11%). La performance positiva è riconducibile alla ripresa produttiva delle aree  di Bari, Foggia e Brindisi e alla tenuta di Taranto. Una flessione del 2,7% riguarderà la Calabria, dovuta alla contrazione della produzione nelle zone di Reggio Calabria e Vibo Valentia, solo in parte controbilanciata dalla ripresa di Cosenza, Catanzaro e Crotone. Per la Campania le previsioni sono di 35.000 tonnellate (-20%). La situazione è negativa pure in Abruzzo in calo del 24% con un ammontare di 19mila tonnellate a causa dell' annata di ''scarica'' nel chietino e nel teramano. In calo anche il Molise con una contrazione del – 9% con 4.143 tonnellate, mentre segnano un incremento del 36% con 8.271 tonnellate e la Sardegna con una crescita del + 11% con 8.882 tonnellate. Sono previste cali del –18% anche nel Lazio ( 16.045 tonnellate) e nelle Marche (3.138 tonnellate).

Decisi cali caratterizzano invece, Toscana e Umbria (-43% per entrambe). Tra le regioni del Nord, infine, si distingue il crollo della Liguria (-50) a fronte di una produzione della scorsa campagna passata alla storia come una delle più abbondanti.. Se dal punto di vista quantitativo la campagna sarà deludente, in compenso la qualità sarà ottima. ''Probabilmente siamo di fronte a una delle migliori campagne degli ultimi anni - ha detto Semerari - la quota di extravergine sulla produzione totale sarà forse la più alta dell' ultimo quinquennio; positive sono anche le attese per il segmento del biologico, grazie soprattutto ai ridotti attacchi parassitari".

In Sicilia, per festeggiare la recente iscrizione dell'olio catanese extra vergine di qualità nel registro europeo dei prodotti certificati Dop ( Denominazione di origine protetta) e Igt ( Indicazione tipica geografica), per due domeniche consecutive ( l'ultima il 30 novembre scorso), i frantoi catanesi hanno fatto festa. Infatti è stato possibile visitare frantoi e oleifici e degustare l' olio d'oliva. L'iniziativa, inserita nella manifestazione ''Frantoi aperti - I sentieri dell'olio novello'' è stata organizzata dalla Camera di commercio di Catania, dall' Associazione produttori olivicoli e dell'Associazione frantoiani. I comuni che hanno partecipato all'iniziativa sono stati Caltagirone, Grammichele, San Michele di Ganzaria, Mineo, Paternò, Ragalna, Bronte, Mascalucia, Belpasso e Adrano. Inoltre la Coldiretti  ha comunicato che è stata fatta  una richiesta di tutela comunitaria per l'olio d'oliva Valle del Belice a denominazione di origine protetta (DOP). Quest'ultimo si aggiungerebbe ai 30 extravergine già riconosciuti dall'Ue per un totale comunitario di 74. La domanda di riconoscimento è stata pubblicata sulla Gazzetta Uficiale dell'Unione Europea e se non ci saranno obiezioni entro i prossimi sei mesi , si procederà alla sua iscrizione nell'albo
delle denominazioni di origine dell' Ue. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di una ulteriore conferma del primato qualitativo italiano e siciliano in particolare nell' olio di oliva, che ha fatto registrare per le produzioni a denominazione di origine, secondo gli ultimi dati del panel AcNielsen-Ismea, un aumento del 45% della spesa delle famiglie italiane in un anno in cui il numero dei riconoscimenti comunitari è aumentato del 20 %, mentre altre sette Dop di oli nazionali sono in arrivo. Il territorio interessato sarà quello dei comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna, Poggioreale, Salaparuta e Santa Ninfa, nella provincia di Trapani. Il nome della denominazione dovrà figurare in etichetta con caratteri chiari ed indelebili, con colorimetria di ampio contrasto rispetto al colore dell' etichetta e tale da poter essere nettamente distinto dal complesso delle indicazioni che compaiono su di essa. L' immissione al consumo - conclude la Coldiretti - deve avvenire in recipienti di capacità non superiori a cinque litri".

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10 dicembre 2003
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