Diradare al più presto le pesanti ombre
Raffaele Lombardo incassa la piena fiducia dei suoi, ma tutti chiedono alla magistratura di fare presto e bene
Dunque, il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e suo fratello, Angelo, parlamentare nazionale del Movimento per l'autonomia, sono indagati dalla Procura della Repubblica di Catania per concorso esterno in associazione mafiosa.
Al di la della fuga di notizie subito acchiappate da Repubblica, la verità è che la Procura etnea, guidata da Vincenzo D'Agata (che ha condannato aspramente quella fuga di notizie, per la quale ha deciso di prendere dei provvedimenti) ha deciso di indagare sulla base di un corposo rapporto di migliaia pagine confezionato dai carabinieri del Ros. Nel faldone top secret spiccherebbero le rivelazioni di un pentito e le intercettazioni telefoniche e ambientali che documenterebbero i contatti tra il capo della mafia catanese, Vincenzo Aiello, e i fratelli Lombardo.
Insieme a Raffaelle e Angelo Lombardo sarebbero indagati anche un deputato regionale dell'Udc, Fausto Fagone, il sindaco di Palagonia, altri sindaci di comuni catanesi, numerosi amministratori comunali e provinciali, che sarebbero stati eletti grazie al "massiccio" appoggio e "impegno" delle cosche mafiose del clan storico di Cosa nostra che faceva capo a Nitto Santapaola poi passato a Vincenzo Aiello, quest'ultimo arrestato qualche mese fa.
Secondo l'accusa il governatore, che avrebbe ottenuto appoggio elettorale dal clan, non avrebbe avuto contatti telefonici ma si serviva di un 'corriere' per parlare con Vincenzo Aiello, ritenuto vicino a Eugenio Galea, a sua volta indicato come una delle persone di maggior fiducia, nel settore economico, del capomafia Benedetto Santapaola [Leggi: "La 'scalata' di Vincenzo Aiello" di Clelia Coppone (LiveSicilia.it)]
L’indagine, comunque, mirava ad altro, l'interesse del Ros era su Vincenzo Aiello, boss catanese di spicco ritenuto elemento di collegamento con Cosa nostra di Palermo. Le intercettazioni ambientali e telefoniche dei militari dell’Arma in oltre due anni e mezzo di accertamenti si sono allargate fino a realizzare un’informativa di circa 5.000 pagine, consegnata alla fine dello scorso anno alla Procura. Il fascicolo è stato assegnato dal procuratore D’Agata a quattro sostituti: Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito, Iole Boscarino e Antonino Fanara.
Gli investigatori del Ros sono partiti dalle dichiarazioni di Aiello, ascoltate grazie a delle "cimici", e di altri decine e decine di indagati che parlano anche dei rapporti con la politica e dell’appoggio fornito ad alcuni esponenti durante le campagne elettorali. Come accennato prima agli atti non ci sono intercettazioni di Raffaele e Angelo Lombardo, ma soltanto discorsi e racconti di terze persone che parlano di loro raccontando episodi diretti o de relato, che sono al vaglio dei magistrati che devono stabilire anche se ci sia del millantato credito o meno.
Durante l'attività investigativa i militari del Ros avrebbero anche messo delle microspie nell'automobile dell'autista del fratello di Lombardo, per intercettare dialoghi all'interno della vettura, ma sarebbero state scoperte e distrutte.
Nelle conversazioni intercettate anche le "critiche" che il capomafia faceva a Raffaele Lombardo, per avere voluto nella sua giunta, magistrati-assessori, Massimo Russo, ex magistrato antimafia a capo dell'assessorato alla Sanità, Giovanni Ilarda, ex assessore alla Presidenza della Regione e Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici, capo dell'ufficio istruzione di Palermo, ucciso dalla mafia con un'autobomba nel 1983, definendo la loro nomina "una minchiata".
Ora, la Procura di Palermo sta valutando se trasmettere ai colleghi catanesi gli atti del procedimento a carico dell'architetto Giuseppe Liga, arrestato nei giorni scorsi e ritenuto l'erede dei boss Lo Piccolo alla guida del mandamento mafioso di Tommaso Natale (LEGGI). Dall'inchiesta palermitana erano emersi contatti tra l'architetto e Lombardo. In particolare gli inquirenti avevano documentato che il 2 giugno scorso Liga, che era a capo del Movimento Cristiano Lavoratori, si era recato a Palazzo d'Orleans, sede del governo regionale. Dalle intercettazioni delle conversazioni tra Liga e l'assessore comunale catanese Marco Belluardo è emerso che Liga "aveva garantito al presidente Lombardo un sostegno elettorale alle europee". Inoltre, i rapporti tra Liga e Lombardo sono venuti fuori da una telefonata intercettata il 19 giugno 2009 tra l'architetto e Carlo Costalli, rappresentante legale di Mcl, nel corso della quale l'indagato ha ribadito di avere la necessità di parlare riservatamente col governatore.
Per quanto riguarda le indiscrezioni pubblicate ieri da La Repubblica, i magistrati fino ad ora non hanno commentano. Per tutti ha parlato il procuratore capo Vincenzo D’Agata ma soltanto della pubblicazione della notizia sostenendo che potrebbe essere "determinata da interessi e da contrapposizioni di natura politica dei quali i giornali divengono a volte involontario strumento" mentre i magistrati "hanno il dovere di tacere". La Procura di Catania aprirà un'inchiesta sulla fuga di notizia e il fascicolo per competenza, dopo gli atti iniziali, sarà trasmesso alla Procura di Messina. "La propagazione sui giornali di notizie come quella pubblicata da Repubblica ha quasi sempre una matrice politica" ha affermato D'Agata "ma nel diffondere le notizie - ha sottolineato - i giornalisti fanno il loro corretto mestiere".
Quest'ultima è una tesi non condivisa del tutto da Lombardo che ha dato mandato ai propri legali di procedere contro i pentiti che lo chiamano in causa ma anche nei confronti giornalisti di Repubblica per violazione del segreto istruttorio.
Tra l'altro Lombardo, che, a quanto pare, fino a ieri non aveva ricevuto alcun avviso di garazia, contesta duramente l'accusa che gli viene mossa: "È un'accusa che non sta né in cielo né in terra. Non conosco Aiello, e non so chi sia. Posso soltanto ribadire che non ho mai fatto affari con la mafia". Il presidente della Regione ha poi ribadito "fiducia assoluta nella magistratura, alla quale ci affidiamo per tutelarci da falsità da pattumiera". Secondo Lombardo, l'attenzione su di lui sarebbe da collegare al fatto di "avere bloccato i termovalorizzatori, che avevano anche un infiltrato di mafia". "E' impossibile che io abbia fatto affari con alcuno - ha proseguito - e ricordo a tutti che quando mia moglie ha avviato la realizzazione di un impianto fotovoltaico, che ci avrebbe fatto guadagnare un centinaio di migliaia di euro l'anno, abbiamo ritirato l'autorizzazione per evitare che ci fossero anche soltanto sussurri su affari della presidenza della Regione".
Infine, ieri pomeriggio, il governatore ha organizzato una riunione straordinaria della sua giunta a Catania. "Noi andiamo avanti sulla strada del Partito del Sud, che oggi più che mai va fatto, ma anche delle riforme e del risanamento, a cominciare dalla finanziaria, che vareremo in giunta dopo avervi inserito tutto quello che serve", ha affermato alla fine.
La fiducia degli assessori Russo e Chinnici - "Mi auguro ovviamente che la magistratura, nella quale ripongo piena fiducia, compia con il massimo rigore e nei tempi più rapidi possibili tutti gli accertamenti necessari per verificare la fondatezza delle accuse. Certo fa riflettere, e non poco, che lo stesso Procuratore della Repubblica di Catania, Vincenzo D'Agata, dica apertamente che la fuga di notizie abbia una matrice politica". Queste le parole dell'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, al termine della Giunta regionale straordinaria. "Gli altri fatti dicono che questo Governo, sotto la spinta del presidente Raffaele Lombardo, sta lavorando concretamente alle riforme della sanità, dei rifiuti e della formazione e si sa che si tratta di settori particolarmente delicati, dove vi sono grandi interessi, incrostazioni di potere e accertate presenze mafiose - ha proseguito - In particolare nel settore della sanità, quello che mi coinvolge direttamente, sono testimone di un'attività di risanamento portata avanti con il pieno e costante sostegno del presidente Lombardo pur tra mille difficoltà e resistenze, in un mondo dove esistono, ed è ben noto, interessi economici fortissimi". "E' chiaro che se verranno alla luce fatti concreti che accerteranno la responsabilità del presidente Lombardo sarà lui il primo a prendere le consequenziali determinazioni politiche. E ovviamente considererei conclusa questa mia esperienza. Ma allo stato i fatti sono altri", ha detto infine l'assessore Russo.
Attestazioni di fiducia e stima Lombardo li ha ricevute anche dall'assessore regionale per alle Autonomie locali e la Funzione pubblica della Sicilia, Caterina Chinnici: "E' opportuno fare lavorare i magistrati con assoluta tranquillità e serenità. I processi non si possono, né si devono celebrare sui giornali. I fatti sono una cosa, gli atti un'altra cosa. Essendo stata sempre garantista, non posso non esserlo anche ora. Abituata, nel mio lavoro a confrontarmi con la verità processuale, nel leale contraddittorio tra accusa e difesa, sono fiduciosa che il presidente Lombardo riuscirà a dimostrare la propria totale estraneità dalle accuse. Per questo motivo esprimo la mia solidarietà al presidente, invitandolo a proseguire, senza rallentamenti, il percorso di riforme avviato, nell'interesse della Sicilia e dei siciliani. Per quanto mi riguarda, anch'io intendo continuare l'attività che ho intrapreso, con l'obiettivo principale della difesa della legalità e della trasparenza amministrativa come ho fatto fino adesso". "Mi auguro - ha concluso l'assessore- che la magistratura possa compiere nel più breve tempo possibile e con il massimo rigore tutti gli accertamenti del caso, in modo tale da poter fugare ogni dubbio su qualsiasi rapporto del presidente Lombardo con la criminalità mafiosa. Tuttavia, se nel corso delle indagini dovessero emergere elementi che possano far configurare una qualche responsabilità del presidente Lombardo, non esiterei a considerare chiusa la mia esperienza in questo governo".
Le reazioni politiche - "Repubblica colpisce ancora! In questo Paese resiste un’informazione politicamente pilotata, che pretende di processare e condannare prima del tempo, sostituendosi da un lato al potere giudiziario, dall’altro alla volontà popolare, che cerca di sovvertire proprio attraverso questi processi di carta straccia". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè ha commentato così dal suo blog l’indiscrezione di stampa relativa all'iscrizione nel registro degli indagati di Raffaele Lombardo per concorso esterno in associazione mafiosa.
"Se le notizie pubblicate sul quotidiano La Repubblica venissero confermate, riteniamo doveroso che il Presidente della Regione Lombardo abbia la sensibilità nonchè la responsabilità istituzionale di dimettersi". Questo invece il commento di Fabio Giambrone, commissario regionale siciliano di Italia dei Valori, e di Leoluca Orlando, portavoce nazionale del partito. "Così come l'abbiamo richiesto, a gran voce, per l'ex presidente Cuffaro, siamo a ribadirlo oggi - aggiungono - Lombardo si dimetta e spieghi davanti ai giudici la sua posizione".
Sulla stessa linea Sonia Alfano parlamentare europeo Idv. "Che Raffaele Lombardo faccia parte di quel sistema clientelare che c'è alla base della politica siciliana lo si è sempre saputo, e io sono stata l'unica a denunciarlo pubblicamente dopo la campagna elettorale per le scorse elezioni regionali nel corso di una conferenza stampa quando venni in possesso di un file dal quale veniva fuori uno spaccato molto preciso del contesto politico nel quale il Presidente della Regione si muove: clientele, voti di scambio e controllo dell'elettorato". "Adesso, a seguito delle indagini avviate per concorso esterno in associazione mafiosa - ha aggiunto - mi aspetto le immediate dimissioni. Lombardo deve capire che non può continuare a infierire anche lui su una terra che è già stata saccheggiata e violentata da numerosi suoi predecessori, e della quale - ha concluso - non è rimasto più nulla".
Per Orazio Licandro, della segreteria nazionale del PdCI-Federazione della sinistra, "ancora una drammatica e dolorosa notizia per la Sicilia. Se quanto emerso è fondato bisogna prendere atto che siamo all'anno zero nello scardinamento dell'intreccio tra mafia e politica. Noi siamo sempre stati avversari di Lombardo, già vice-sindaco di Scapagnini e sostenitore della presidenza Cuffaro. Questa vicenda non può che condurre alla sue dimissioni, perchè prima di eventuali responsabilità giudiziarie ci sono quelle politiche". "La magistratura lavori in fretta e con rigore - ha aggiunto Licandro - perché dopo Cuffaro non ci si può permettere un altro caso del genere. Inoltre, grande è la preoccupazione anche perchè la notizia giunge nel momento in cui in Sicilia sta arrivando una pioggia torrenziale di denaro pubblico. Al tempo stesso resto perplesso frastornato per l'appoggio dato dal Pd al governo Lombardo. E mi auguro per il futuro una maggiore prudenza delle 'nouvelle vague' antimafia".
Decise le parole di Rita Borsellino, deputato del Parlamento europeo: "Le gravi accuse nei confronti del governatore Lombardo che sembrano emergere dall’inchiesta della procura di Catania, non possono essere affrontate con leggerezza. La Sicilia non può ritrovarsi ancora una volta in una situazione in cui, sul suo massimo rappresentante istituzionale, si addensino delle ombre così pesanti".
Anche la Federazione della Sinistra di Catania chiede "le dimissioni immediate del presidente della Regione e lo scioglimento dell'Assemblea regionale appaiono elementi assolutamente necessari per non compromettere definitivamente il futuro di questa terra".
Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd e Antonello Cracolici, presidente del gruppo parlamentare dei democratici all'Ars sono perplessi: "La notizia di un'indagine nei confronti del presidente della Regione getta un'ombra pesante sulla Sicilia. È dovere e responsabilità di ognuno, innanzitutto del presidente della Regione come della magistratura, fare piena chiarezza su questa vicenda".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it, SiciliaInformazioni.com]
- Raffaele Lombardo indagato per mafia! (Guidasicilia.it, 29/03/10)