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Distrutto dalle fiamme lo stabilimento della ''Ergom'' di Termini Imerese, fabbrica dell'indotto Fiat

29 novembre 2007

AGGIORNAMENTO - Si contano i danni alla ''Ergom'', dopo l'incendio che ieri ha distrutto i magazzini della società che fabbrica materiale plastico per la Fiat. Questa mattina gli operai si sono recati in azienda per accertare l'entità dei danni. Insieme a loro alcuni tecnici del Genio civile, agenti della polizia scientifica e vigili del fuoco.
Ci sono quattro travi danneggiate ed anche un muro. I danni riguardano il magazzino che viene utilizzato come deposito per le materie prime e per i prodotti finiti, in particolare paraurti e plance della Lancia ''Ypsilon'', che si fabbrica nello stabilimento Fiat. I macchinari non sono stati toccati dalle fiamme. Ma si sta verificando se l'alta temperatura, la polvere e la fuliggine li abbia danneggiati.
Tra i dirigenti della fabbrica si respira ottimismo, si pensa di potere fare ripartire la produzione entro Natale e se i macchinari sono a posto, addirittura, tra 15 giorni, utilizzando come deposito i magazzini di altri stabilimenti della zona. Dalla ''Ergom'' dipendono molte fabbriche dell'indotto e lo stesso stabilimento Fiat di Termini Imerese. Per l'incendio di ieri sono 2.200 gli operai in cassa integrazione.

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Un vasto incendio e una lunga colonna di fumo visibile da chilometri. Per spegnere le fiamme è stato necessario l'intervento di dieci squadre dei vigili del fuoco arrivate anche da Caltanissetta.
L'incendio è scoppiato ieri nella sede della ''Ergom'', ditta che realizza componenti in plastica per la Lancia Y assemblata nello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Nella fabbrica lavorano circa 150 dipendenti, e fortunatamente gli operai sono riusciti a fuggire. Solo alcuni sono rimasti intossicati e subito soccorsi.
Secondo una prima ricostruzione dei vigili del fuoco, le fiamme si sarebbero sviluppate all'esterno della struttura e poi, in seguito al forte vento, si sono propagate verso lo stabilimento della ''Ergom''.
Il materiale plastico è subito andato in fiamme e la fabbrica è andata completamente distrutta.
Sulle cause dell'incendio indaga la polizia.

''Sono molto preoccupato sia per le conseguenze, certamente pesanti, sotto il profilo occupazionale sia per la possibilità che si accerti l'origine dolosa''. Sono le parole del sindaco di Termini Imerese, Enzo Giunta. ''In questo caso - ha aggiunto il sindaco - la gravità dell'accaduto impone un'attenta riflessione sulla presenza della criminalità organizzata nel nostro territorio, in un momento in cui i lavoratori, le organizzazioni sindacali, la cittadinanza, l'Amministrazione comunale guardano con fiducia al rilancio delle attività produttive ed alla creazione di nuova occupazione. Se la criminalità intende occuparsi e 'occupare' l'area imerese - ha concluso Giunta - sappia che troverà un esercito di cittadini pronti a contrastarla e a perseguirla. In ogni caso, confidiamo nell'attività di prevenzione e repressione condotta dall'Autorità giudiziaria e dalle forze di polizia''.

''Cercare soluzioni quando il danno è fatto non serve a nulla - ha detto il presidente del Consorzio Asi, Alessandro Albanese -. Da tempo chiediamo l'istituzione di un presidio fisso di vigili del fuoco nelle aree industriali di Termini e Carini. Come Asi possiamo fornire gratuitamente locali dove ospitare le caserme e spazi esterni da utilizzare a parcheggio. A Brancaccio, invece, la caserma dei pompieri si trova a pochi metri dagli uffici del centro direzionale Asi e quindi nel cuore dell'area industriale. In passato - ha aggiunto Albanese - è stato determinante l'intervento tempestivo dei vigili proprio perché dislocati all'interno dell'agglomerato. Speriamo, per il futuro, che gli organi competenti prendano in seria considerazione la nostra proposta, soprattutto per garantire la serenità delle imprese e la sicurezza dei suoi lavoratori''.

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29 novembre 2007
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