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Divampano sempre di più gli incendi in Calabria e Sicilia, maglie nere dell'Italia che brucia

20 luglio 2007

Colpiti ancora una volta da quello che i meteorologi hanno chiamato ''ondata anomala di caldo'', e mai abbastanza pronti per rivivere quello che abbiamo vissuto qualche settimana fa, vogliamo qui parlare di uno dei problemi che puntualmente si presenta con l'arrivo dell'afa: gli incendi.
Secondo i dati contenuti nel dossier ''Incendi e legalità'' di Legambiente e del Corpo forestale dello Stato, le regioni che ogni anno vengono automaticamente divorate dalle fiamme sono la Calabria e Sicilia, nonostante la lotta agli incendi abbia determinato nel resto del Paese un calo dei roghi.
Una controtendenza drammatica che ha fatto contare, solo lo scorso anno, circa 2mila incendi che hanno distrutto più della metà del territorio: le due regioni hanno visto rispettivamente il 63% e il 50% dei propri comuni interessati dalle fiamme. Una ferita profonda per il territorio che ogni volta perde ecosistemi e paesaggi incredibili, accrescendo la fragilità idrogeologica dei suoi versanti, cosa particolarmente preoccupante anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto anche in Italia.

Ma il dramma dei roghi si concentra soprattutto in quindici province dove si verifica la metà di  tutti gli incendi che ogni anno divampano in Italia, maglie nere che contribuiscono in modo determinante a trasformare gli incendi in una vera e propria emergenza nazionale. Negli ultimi quattro anni nelle province di Reggio Calabria, dove nel 2006 sono divampati ben 4.228 roghi, Palermo (2.342), Crotone (1.156) e Catanzaro (896), gli incendi boschivi sono aumentati. Anche province del centro nord, come Imperia, Latina e Genova, rientrano nella top ten delle aree bruciate d'Italia, anche se in queste province, anno dopo anno, si notano i risultati costanti della lotta ai roghi.

In totale sono 1.355 i Comuni andati in fumo nel 2006, ma erano più di 2mila del 2003 e 1.552 del 2005. I roghi dello scorso anno hanno interessato 40mila ettari di territorio e sono stati causati da 5.643 incendi boschivi, di cui il 60% appiccati intenzionalmente da incendiari collegati a volte alla criminalità organizzata. Più di 28mila i controlli su persone: 1.500 gli incendiari identificati e denunciati, 256 i sequestri, 66 le perquisizioni, 63 arresti. Oltre 13 milioni di euro notificati per illeciti legati ai roghi, 563.851 le multe.
''Ci sono segnali importanti sull'efficacia della lotta agli incendi boschivi nel nostro Paese - ha dichiarato Roberto della Seta, presidente di Legambiente - ma i numeri dei roghi mantengono l'Italia sempre in una situazione emergenziale. Questo però non può e non deve trasformarsi in un alibi per quei territori dove i risultati tardano ad arrivare, perché di esempi virtuosi nella mitigazione degli incendi ce ne sono molti. Il potenziamento della capacità di spegnimento, le campagne nazionali informative e il contrasto dei reati non possono sostituirsi alla fondamentale azione degli enti locali. Il ritardo dei comuni nella realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, soprattutto in Calabria e Sicilia, rappresenta un problema grave - conclude della Seta - fermare a monte la possibilità di speculare sul fuoco è un'azione fondamentale che i sindaci, soprattutto delle zone ogni anno più colpite dalle fiamme, devono mettere in pratica per contribuire a mettere fine a questa ciclica emergenza''.

Purtroppo sono ancora pochi i Comuni che sembrano aver capito l'importanza di questa attività, con la conseguenza di un ritardo grave nella realizzazione dello strumento che potrebbe arginare gli incendi dolosi in Italia. ''Il sistema statale per lo spegnimento degli incendi boschivi si è evoluto e ha raggiunto con il passare degli anni dei buoni risultati - ha spiegato Cesare Patrone, Capo del Corpo forestale dello Stato - basti considerare la diminuzione del numero dei roghi nell'ultimo quadriennio e il vistoso calo delle superfici percorse dalle fiamme. Segno evidente di quanti passi avanti siano stati fatti nella lotta agli incendi, dallo spegnimento sino alla sensibilizzazione e prevenzione. D'altronde le foreste vanno salvaguardate perché sono i salvadanai dell'aria pulita. Il costo economico e sociale di un incendio è sempre salatissimo: lo Stato ogni anno è costretto a pagare oltre 500 milioni di euro per far fronte a questa emergenza ambientale''.

- Dossier ''Incendi e legalità'' (pdf)

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20 luglio 2007
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