Domenica d'elezione
In Sicilia una domenica tra referendum e amministrative. Gli scrutini inizieranno oggi alle ore 15.00
Ieri i Siciliani sono stati chiamati alle urne, tutti per il referendum regionale confermativo sulla legge elettorale, una buona parte per le elezioni amministrative.
Alle ore 22 - orario di chiusura dei seggi - l'affluenza alle urne degli elettori nei trentotto comuni siciliani nei quali ieri e oggi si vota per rinnovare l'amministrazione comunale è stata del 57,8 per cento. Nei due comuni capoluogo dove sono aperte le urne per le amministrative, le percentuali sono state: a Catania il 60,1%, a Enna 60,3%.
Bassissima la percentuale per il referendum che non prevede quorum per la sua validità, della legge approvata dall'Assemblea regionale sulla riforma elettorale che introduce, tra l'altro, uno sbarramento d'accesso ai partiti del 5%, per il quale si votava solo ieri. Ha votato il 16,88% degli elettori.
Quest'ultimo, bisogna dirlo, è stato un referendum poco sentito dagli elettori, molti infatti, ancora sabato alla domanda: ''ma tu vai a votare per il referendum'', rispondevano: ''Ma non è a giugno il referendum?'', riferendosi ovviamente al referendum del 12 e 13 giugno sulla fecondazione assistita.
Un referendum sfortunato, inghiottito dalle amministrative catanesi, che hanno interessato negli ultimi tempi l'intera nazione, confuso spesso con l'altra importante chiamata alle urne, e che non ha avuto vita facile per tutto il suo travagliato percorso.
Gli scrutini per entrambe le elezioni si terranno a partire dalle 15 di oggi.
Le elezioni amministrative in Sicilia, ovvero: Le elezione a Catania
Come detto, in Sicilia è stata una domenica di elezione, e a parte il referendum flop, si è votato, e si continua a votare pure oggi, in 39 Comuni siciliani. L'attenzione però da parecchie settimane è tutta rivolta alle elezioni per il nuovo sindaco di Catania, elezioni all'interno delle quali si sono sviluppati diversi record: dalla grandezza della scheda elettorale al ritardo prodotto da queste nei seggi elettorali, dall'interesse nazionale suscitato dai due principali concorrenti - Umberto Scapagnini per il centrodestra (sindaco in carica e medico personale di Silvio Berlusconi) ed Enzo Bianco per il centrosinistra - al numero dei candidati - un totale di 1.323 candidati per 45 posti di consigliere -.
E sono state lunghissime le attese nei seggi catanesi che sono rimasti aperti fino a tardi, nel primo giorno del voto amministrativo a Catania. A creare i maggiori problemi dilatando i tempi di attesa è stata proprio la dimensione della scheda elettorale per le Comunali: lunga 97,3 centimetri e alta poco più di 33 cm.
Un piccolo ''lenzuolo'' da srotolare all'interno della cabina elettorale che per molti è stato difficile poi da ripiegare a dovere.
Un disagio che ha costretto molti seggi a fare slittare il previsto orario di chiusura, le 22, a quasi un'ora dopo: tutti i presenti devono infatti essere ammessi per legge a votare. Il problema ha avuto ricadute anche sui tempi di rilevamento dei dati sulle percentuali di affluenza alle urne.
A contendersi il posto di sindaco e i 45 posti di consigliere comunale ci sono 1.323 candidati. Inoltre ci sono anche altri 2 mila candidati distribuiti in oltre cento liste a concorrere al posto di consigliere delle dieci circoscrizioni in cui è divisa la città. Un problema che ha rischiato di complicare anche il sistema di affissioni dei cartelli elettorali da parte del Comune: il manifesto unico da esporre per legge nei seggi e negli appositi spazi pubblicitari è infatti lungo oltre quattro metri.
Nonostante tutto c'è molta attesa per i risultati catanesi, che per molti politici, sia della maggioranza di governo sia dell'opposizione, indicheranno l'umore nei confronti del governo Berlusconi nella terra del 61 a zero, dopo che le regionali hanno lasciato pochi commenti da fare.
Sono amministrative e non regionali, ricorda qualcun altro, ma è pure vero che a Catania, città importantissima della Sicilia, a disputarsi il posto di primo cittadino sono il medico personale del presidente del Consiglio e quello che fu ministro degli Interni dell'ex governo D'Alema.
I 39 comuni al voto il 15 e 16 maggio 2005
Provincia di Palermo: Aliminusa - Carini - Collesano - Giuliana - Godrano - Lascari - Misilmeri - Partinico - Pollina - San Mauro Castelverde - Santa Cristina Gela - Scillato - Trabia
Provincia di Agrigento: Cammarata - Palma di Montechiaro - Realmonte
Provincia di Trapani: Gibellina - Pantelleria
Provincia di Caltanissetta: Serradifalco - Villalba
Provincia di Catania: Catania - Adrano - Bronte - Maniace - Milo - Pedara - San Giovanni La Punta
Provincia di Messina: Basicò - Graniti - Limina - Malvagna - Milazzo - Raccuja
Provincia di Enna: Aidone - Enna - Pietraperzia - Valguarnera Caropepe
Provincia di Siracusa: Carlentini
Provincia di Ragusa: Ispica
- Sicilia, uniti contro la legge (voluta da tutti) di Gian Antonio Stella (Corriere.it)