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Don Carlo Chiarenza replica alle accuse di pedofilia

"Pronto a mettersi a disposizione dell'autorità affinchè sia chiarita questa mostruosa vicenda e così lenita la sofferenza che sta procurando"

26 marzo 2012

L'ex parroco della chiesa di San Paolo ad Acireale, don Carlo Chiarenza, ha deciso di replicare alle accuse di pedofilia. "Ho scelto fino ad oggi il silenzio, quale scrupoloso rispetto verso il mio ministero, e quale atto di fedeltà estremo verso tutte le persone, incluso il Pulvirenti, che la Provvidenza ha affidato alle mie cure pastorali". Così , don Carlo ha commentato le accuse di pedofilia che gli sono state rivolte dal ricercatore italiano che lavora negli Usa, Teodoro Pulvirenti. Il sacerdote, in una dichiarazione diffusa dal suo legale, l'avvocato Antonio Fiumefreddo del foro di Catania, si dice pronto a "mettersi a disposizione dell'autorità affinchè sia chiarita questa mostruosa vicenda e così lenita la sofferenza che sta procurando".
"A Pulvirenti - aggiunge don Carlo Chiarenza - auguro di trovare presto la pace interiore e di riconciliarsi con la sua vita e con la sua famiglia. Non nutro comunque rancore nei confronti di nessuno - conclude il prete che è stato trasferito da mesi in un'altra regione in ritiro spirituale - consapevole che il bene vince sempre sul male e la luce sulle tenebre mentre soffro anche per il disagio arrecato a tante persone buone a motivo dei gravi eventi e del loro risalto mediatico".

Parlando della conferenza stampa tenuta la settimana scorsa a Roma dal ricercatore italiano che vive negli Usa, durante la quale è stata fatto ascoltare un colloquio tra i due, il sacerdote afferma che "la registrazione effettuata da Teodoro Pulvirenti è stata diffusa dal predetto in modo incompleto e secondo modalità che si sono così da prestate al fraintendimento e alla strumentalizzazione".
"In realtà - sostiene don Carlo nel documento diffuso dal suo legale - il colloquio è avvenuto in un clima di sincera accoglienza umana e cristiana verso una persona, come tra persone che non si vedevano da molti anni. Abbiamo parlato di tante cose, spaziando sui più vari argomenti, e ci siamo congedati con la solita cordialità scambiandoci un bacio di saluto, cosicchè mai avrei potuto immaginare di potere ricevere un'accusa così funesta". Il sacerdote sottolinea di avere scelto "il silenzio, quale scrupoloso rispetto verso il suo ministero" ma, precisa "il profondo dolore che mi viene procurato, e che vivo con profondissima fede, ed i doveri verso la Comunità mi impongono di difendere non tanto la mia umile persona quanto piuttosto l'attività pastorale che sin dalla mia ordinazione presbiterale ho servito con scrupolo, disinteresse ed assoluta dedizione".
"Non comprendo il motivo di tanto accanimento nei miei confronti - rileva don Carlo - e posso solo immaginare che il Pulvirenti stia così manifestando le proiezioni di problematiche forse irrisolte". L'avvocato Antonio Fiumefreddo annuncia che "nei prossimi giorni si avrà modo di fare chiarezza sulle tante inesattezze diffuse in questi giorni". "Lo si farà innanzitutto con l'autorità giudiziaria - precisa il penalista - ma anche, com'è giusto, con la stampa, nel rispetto delle persone e nell'adesione totale alla ricerca della verità".

Nei giorni scorsi, il vescovo di Acireale, mons. Antonio Raspanti, ha voluto rivolgere un messaggio a Teodoro Pulvirenti. "Un profondo dolore ha ancor di più stretto i cuori di tutti per quel che il dottor Teodoro Pulvirenti ci ha comunicato con sofferenza. A lui e alla famiglia, dopo averlo fatto verbalmente, esprimo ancora la mia vicinanza e assicuro la mia preghiera". "La ragione umana condanna nettamente i fatti narrati e chiede luce e giustizia - ha aggiunge mons. Raspanti - agli organi giudiziari del nostro Paese spetta di compiere il loro percorso, e verso il loro operato esprimo di nuovo piena fiducia. Sulle autorità ecclesiastiche incombe, entro il proprio ordinamento giuridico, il dovere di accertare la verità e di ristabilire la giustizia nell'applicazione delle leggi canoniche". "Per quel che mi compete, quale vescovo della Diocesi acese - ribadisce il vescovo di Acireale - riaffermo la volontà di operare tutto il necessario nella piena osservanza delle leggi della Chiesa, mantenendo l'imparzialità, corredata da riserbo e determinazione, richiesti nel mio ruolo per rispetto sia del bene delle persone interessate sia di tutti i fedeli. Appressandosi i giorni più intensi della fede cristiana invito i fedeli, come voglio fare anch'io, al raccoglimento e alla preghiera per tutti coloro che sono toccati da questa immane sofferenza".

"Non ho mai ricevuto alcuna lettera di segnalazione in merito al fatto denunziato", ha precisato dal canto suo l'ex vescovo di Acireale, monsignor Pio Vittorio Vigo. "Profondamente addolorato per la notizia appresa in questi giorni - ha affermato mons. Vigo - esprimendo il mio profondo dispiacere e la mia solidarietà a chi è stato segnato dall'accaduto e alle famiglie interessate, devo attestare di non avere ricevuto mai alcuna lettera di segnalazione in merito al fatto denunziato, durante il mio servizio episcopale in Diocesi di Acireale. Unisco la mia preghiera a quella di tutti - conclude l'ex vescovo di Acireale - perchè trionfi la verità e non venga meno la speranza e la fede".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

- "Diceva di volermi fare del bene" (Guidasicilia.it, 23/03/12)

 

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26 marzo 2012
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