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Don Puglisi sia d'ora in poi chiamato Beato

Oltre ottantamila persone a Palermo per la cerimonia di celebrazione del prete ucciso da Cosa nostra nel 1993

25 maggio 2013

Oltre ottantamila persone, tutte ad un passo dal mare davanti lo splendido golfodi Palermo, tutte per festeggiare e onorare don Pino Puglisi, proclamato oggi beato.
L'elevazione agli onori degli altari del parroco di Brancaccio ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 è stata comunicata dal cardinale Salvatore De Giorgi, delegato da Papa Francesco.

"Accogliendo la domanda del nostro venerabile fratello - è scritto nella lettera apostolica letta dal cardinale al rito di beatificazione che si è svolto a Palermo in un Foro Italico gremito di fedeli - il cardinale di Santa Romana Chiesa, e di molti altri fratelli vescovi e di moltissimi fedeli, ricevuto il parere della congregazione per le cause dei Santi, con la nostra autorità apostolica, concediamo che il venerabile Servo di Dio Giuseppe Puglisi, presbitero diocesano, martire, pastore secondo il cuore di Cristo, insigne testimone del suo regno di giustizia e pace, seminatore evangelico di perdono e riconciliazione, sia d'ora in poi chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa ogni anno il 21 ottobre, nei luoghi e nei modi stabiliti dal diritto".

Il cardinale ha poi ricordato i giudici Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e RosarioLivatino, e gli oltre 80.000 fedeli hanno applaudito a lungo. "I mafiosi - ha detto De Giorgi - rifiutano il Dio della vita e dell'amore".
E l'arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, nell'Omelia per la beatificazione di don Puglisi ha sottolineato: "I mafiosi, che spesso pure si dicono e si mostrano credenti, muovono meccanismi di sopraffazione ed ingiustizia, di rancore, di odio, di violenza, di morte''.
Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato all'arcivescovo di Palermo un messaggio in cui esprime la sua personale vicinanza "alla figura di un sacerdote il cui martirio costituisce una grande testimonianza di fede cristiana, di profonda generosità e di altissimo coraggio civile". E "l'orrore suscitato in tutto il paese dal barbaro assassinio di don Puglisi rimarrà nella memoria di tutti noi e la sua intensa e feconda esperienza pastorale, svolta sempre nelle realtà più difficili della Sicilia, continua a rappresentare un esempio per tutti coloro che non intendono piegarsi - conclude - alle prevaricazioni della criminalità mafiosa".

Davanti all'altare, nutrita la rappresentanza di magistrati ed esponenti delle forze dell'ordine, ma davvero imponente è la presenza di pellegrini, giunti a Palermo da tutta Italia per ricordare il parroco di Brancaccio.
"Il martirio di Padre Puglisi richiama l'educazione delle coscienze - ha detto ancora il cardinale Paolo Romeo - e la Chiesa deve essere in prima linea. Qui si capisce la grandezza del martirio di don Puglisi, che è stato ucciso perché era un prete che formava le coscienze, costruiva la comunità parrocchiale e aiutava le persone a uscire dai meccanismi che le rendono schiave. Questo evidentemente dava fastidio. Perciò penso che la sua beatificazione ci aiuterà a prendere coscienza del vero cambiamento da attuare. La gente pensa infatti che devono cambiare gli altri. E invece don Puglisi ci dice che ognuno di noi ha qualcosa da cambiare nel proprio cuore, nel proprio pensare, nel proprio agire. Solo così la civiltà dell'amore potrà affermarsi".

E’ stata veramente una grande festa. Mezza città è stata chiusa al traffico e già dalle prime ore del mattino un fiume di gente ha invaso il prato del lungomare dove è stato sistemato il palco. Tantissimi i gruppi arrivati da ogni parte d'Italia. Presenti anche gli studenti della scuola secondaria di primo grado "Padre Pino Puglisi" di Belvedere Marittimo (Cosenza). "La nostra scuola dopo Brancaccio è la seconda a essere intitolata a Don Pino - dice Antonio Impieri, il dirigente scolastico -. Era un prete schierato dalla parte degli ultimi, si battè molto per avere una scuola media nel suo quartiere. Per noi che viviamo in Calabria una testimonianza forte contro la criminalità organizzata responsabile del mancato sviluppo sociale ed economico".
Tanti anche i ragazzi scout e tante, tantissime le persone... normali, la gente di don Pino Puglisi.

A questa grande manifestazione, in mezzo alla gente e non nelle prime file occupate dai "rappresentanti delle istutuzioni", ci sarebbe stato sicuramente don Andrea Gallo, altro "prete di strada", proprio come don Puglisi. Don Gallo però non era presente, almeno fisicamente, perché oggi a Genova si è celebrato il suo funerale.
Un funerale sui generis, pieno di pugni chiusi, applausi e il canto di Bella Ciao intonato dalle centinaia di persone davanti la chiesa del Carmine. Nella chiesa affollata partecipavano alla cerimonia, oltre a esponenti politici locali, personaggi del mondo sindacale e politico, dello sport, dello spettacolo.
Il feretro è uscito tra gli applausi della folla, mentre decine di braccia si levavano con il pugno chiuso, alcuni cantavano Bella Ciao, sventolavano bandiere rossonere con la scritta Fdca, striscioni con gli slogan 'Hasta siempre comandante Gallo, proseguiamo in direzione ostinata e contraria - Tdv', 'Ultimo tra gli ultimi', 'No Tav'.

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25 maggio 2013
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