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Donne e lavoro, in Italia, in Europa, in America: tutele e possibilità di carriera registrate da Newsweek

23 febbraio 2006

Quanto sia impari in Italia la situazione lavorativa fra uomini e donne è un fatto risaputo. Uno squilibrio grande se mettiamo a confronto la situazione italiana con quella degli altri paesi europei, abissale se messa a confronto con quella americana. Meno risaputo è comunque il fatto che le donne lavoratrici in Europa (compreso quelle italiane) vengono tutelate maggiormente rispetto a quelle americane.
Più tutelate sì, ma impossibilitate a fare carriera. L'equazione potrebbe sembrare bizzarra ma risponde alla realtà. Le donne americane, infatti, sarebbero meno protette quando diventano mamme, ma arrivano più facilmente e più spesso ai posti di comando, in Europa invece, dove le tutele per maternità e infanzia sono decisamente maggiori, le donne riescono ad avere un lavoro ma non fanno carriera.
A far luce su tutto ciò è il il settimanale Newsweek che nell'ultima edizione internazionale ha dedicato alla questione il servizio di copertina.

Il punto di partenza dell'inchiesta di Newsweek sono i numeri forniti dall'International labour organisation (Ilo): a fronte di tutele minime o quasi nulle, negli Usa le donne in carriera occupano quasi il 45% dei posti decisionali, nel parlamento, nelle istituzioni e come manager di società nei più diversi settori. Percentuale che in Gran Bretagna scende al 33%, in Svezia, considerata un modello per le Pari opportunità, si ferma al 29%. La Germania è appena sotto il 27% mentre le italiane riescono a spuntare soltanto un ''patetico'' 18% dei posti decisionali. Eppure lo scarto tra la forza lavoro femminile in Europa (il 57% del totale) e negli Usa (il 65%) è irrisorio.
Il fatto è che la Vecchia Europa non è stata capace fino ad ora di incentivare e sfruttare appieno il potenziale delle donne che lavorano, sostiene Newsweek. A frenare le loro carriere sarebbero paradossalmente proprio le troppe garanzie per la mamma e per i figli, unite a politiche fiscali che tendono a scoraggiare un secondo reddito familiare. Certe tutele come i lunghi periodi di maternità retribuiti, o il part time di fatto ostacolano le donne a raggiungere ruoli chiave nelle aziende.

Tali analisi in Italia sono state poco condivise. Secondo il ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo: ''Le garanzie per la maternità e il part time vanno difese e tutelate, semmai va incentivata la flessibilità. E poi non si tiene conto del trend in atto in Italia: in dieci anni le imprenditrici sono passate dal 15 al 22%, le libere professioniste dal 19 al 26%, le dirigenti del settore servizi dal 15 al 25%, i magistrati donne di Cassazione e corte d'appello dal 10 al 25%. Fa eccezione solo la politica'', commenta amaramente la Prestigiacomo, fresca della parziale vittoria in parlamento sulle quote rose.
''In Italia ci sono poche donne al comando perché ci sono ancora poche donne che lavorano'' sottolinea Giovanna Melandri, neomamma quando divenne ministro del governo Prodi e ora di nuovo in pista per le politiche (candidata a Roma con la lista Uniti per l'Ulivo). ''Finché la cura di bambini e anziani ricade completamente sulle spalle delle donne, sono loro le prime a tirarsi indietro non solo dal mercato del lavoro ma anche dall'ipotesi di avere una brillante carriera professionale''.
Comunque, il fatto è che per l'Italia sarebbe già un gran successo se riuscisse a raggiungere la situazione che vige in Europa. A quel punto il confronto con la pragmatica e giovane America diventerebbe più sensato.

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23 febbraio 2006
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