Dopo il matrimonio
Un'acuta riflessione sul drammatico contrasto tra libertà e destino, tra ricchezza e povertà
Noi vi consigliamo di vedere...
DOPO IL MATRIMONIO
di Susanne Bier
Jacob è un affascinante quarantenne dal passato misterioso che ha deciso di dedicarsi ai piccoli orfani in India. Quando i fondi per l'orfanotrofio di Jacob iniziano a scarseggiare, in suo aiuto accorre Jørgen, un uomo d'affari danese. Questi offre a Jacob una donazione di quattro milioni di dollari a patto che acconsenta a tornare in Danimarca per firmare il contratto. All'arrivo in patria, Jacob scopre che la data per la stipula del contratto coincide con il matrimonio della figlia di Jørgen a cui viene invitato. Durante la cerimonia Jacob si rende conto che la moglie di Jørgen è Helene, la donna di cui si era perdutamente innamorato e si trova a chiedersi se sia tutto frutto del caso o di una misteriosa macchinazione...
Tit. orig. Efter brylluppet
Anno 2006
Distribuzione Teodora Film
Produzione Zentropa Entertainments
Durata 120'
Regia Susanne Bier
Sceneggiatura Anders Thomas Jensen
Con Rolf Lassgard, Mads Mikkelsen, Sidse Babett Knudsen
Genere Drammatico
La critica
''Acuta riflessione sul drammatico contrasto tra libertà e destino ma anche tra ricchezza e povertà, girato con un uso non dogmatico (anche ironico) del Dogma (...)''
Sandro Rezoagli, 'Ciak'
''I registi danesi sono bravi. Le registe danesi pure, il che rende superflue le rivendicazioni. Difficile dire se è merito dei primi piani, o degli attori che li reggono, o della sceneggiatura, o dei colpi di scena che a volte crediamo di anticipare (ma sempre qualcosa sfugge)''.
Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio'
''Critico verso la generazione che ha creduto di cambiare il mondo e al massimo il mondo l'ha girato (in aereo), il film della Bier sembra sempre sul punto di eruzione di cattiveria giustiziera, come i film del gruppo Dogma. Invece no: la Bier propende per la revisione - non per la distruzione - delle velleità, accennando anche al fatto che essa può avvenire solo perché quella generazione giovane trent'anni fa comincia a estinguersi. Verità lapalissiana, ma che non viene mai scritta sui giornali e raramente viene affrontata anche al cinema''.
Maurizio Cabona, 'il Giornale'
''Un groviglio familiare sulla scia di altri celebri titoli danesi, da Festen a L'eredità a le mele di Adamo (...), anche se qui i toni sono meno crudeli, più intimisti''.
Giuseppina Manin, 'Il Corriere della Sera'
La regista - Susanne Bier è oggi la regista più stimata e popolare della Scandinavia. Fra i suoi successi ''Freud's leaving home'' (1990), ''Family Matters'' (1993), ''Like It Never Was Before'' (1995), ''Credo'' (1997) e ''The One and Only'' (1999) che ha vinto numerosi premi Roberts e Bodil. ''The One and Only'' con i suoi 900.000 spettatori è tra i 5 film più visti nella storia del cinema danese. Ha poi diretto ''Once in a Lifetime'' (2000) e il grande successo Dogma ''Open Hearts'' (2002) che ha avuto 500.000 spettatori e vinto 5 premi Robert e 3 premi Bodil di cui uno per il Miglior film danese. Nel 2004 Susanne ha festeggiato un altro grande successo con il film ''Non desiderare la donna d'altri''. Il film è stato venduto quasi in tutti i paesi del mondo. In Usa è a oggi il film scandinavo più visto degli ultimi venti anni. Tra i numerosi festival il Sundance Film Festival dove ha vinto come miglior film straniero, il Toronto Film Festival, il San Sebastian Film Festival (premio a Ulrich Thomsen e Connie Nielsen come migliori interpreti) e il London Film Festival. ''Non desiderare la donna d'altri'' ha inoltre ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui sei candidature agli European Film Awards. In Italia il film è stato molto apprezzato dalla critica e visto da oltre 400.000 spettatori. Al momento Susanne sta girando a Hollywood un nuovo film, ''Things We Lost In The Fire'' con Halle Berry e Benicio Del Toro per la Dreamworks.
Lo sceneggiatore - Con i suoi copioni originali e pieni di humour, Anders Thomas Jensen è dietro la maggior parte dei successi del cinema danese. Il suo debutto è del 1996 con 3 storie brevi ''Cafe Hector'', ''David's Book'' e il candidato all'Oscar ''Ernst and the Light'', da lui diretto. Nel 1997 ha scritto e diretto il corto ''Wolfgang'', candidato all'Oscar e nel 1999 ha vinto un Oscar con il corto ''Election Night'' (1998). Nel 2000, Jensen ha scritto e diretto il film ''Flickering Lights'' e nel 2003 ''The Green Butchers'' e nel 2005 il suo terzo film ''Le mele di Adamo'' che ha rappresentato la Danimarca agli Oscar nello stesso anno. Tra I suoi film da sceneggiatore ''The Sun King'' (2005) di Thomas Villum Jensen, ''Non desiderare la donna d'altri'' (2004) di Susanne Bier, ''Murk'' (2005) di Jannik Johansen e ''Clash of Egos'' (2006) di Thomas Villum Jensen.
Tra gli altri film ''In China They Eat Dogs'' (1999), ''Mifune'' (1999), ''Flickering Lights'' (2000), ''Open Hearts'' (2002), ''Wilbur Wants to Kill Himself'' (2002), ''Skagerrak'' (2003) e ''Stealing Rembrandt'' (2003).