Dopo la Marcia di Natale per l'Amnistia, il dibattito alla Camera è stato inutile per l'assenza degli interessati
Per la seduta straordinaria mancava la metà dei promotori
Il momento per mettere un ''punto'' sulla questione amnistia sembra sia ancora lontano. Il dibattito di ieri in seduta straordinaria alla Camera dei deputati, sull'opportunità di deliberare un provvedimento di clemenza nei confronti della straboccante popolazione carceraria è servito solo a ribadire quanto già si sapeva: le forze politiche continuano ad avere posizioni contrastanti anche all'interno delle stesse coalizioni, e sul tema la sensibilità dei parlamentari è alquanto bassa.
Ieri mattina, a due giorni dalla Grande Marcia di Natale per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà, presenti a Montecitorio erano solamente 136 deputati, di cui 93 dei 205 che avevano richiesto la convocazione della Camera. All'appello mancavano quindi più di cento parlamentari firmatari del documento che aveva imposto al presidente della Camera Pier Ferdinando Casini di convocare la seduta straordinaria nel cuore delle vacanze natalizie.
Assenze che hanno fatto gridare alla ''vergogna'' il ministro della Giustizia Roberto Castelli, tenutosi anche lui a debita distanza da Roma malgrado il tema del dibattito fosse di sua stretta competenza.
A rappresentare il governo sui banchi di Montecitorio non c'era neppure il ministro dei rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, ma solo i ministri Rocco Buttiglione e Mario Baccini, accompagnati dai sottosegretari Michele Saponara (Interno), Domenico Di Virgilio (Sanità), Cosimo Ventucci (Rapporti con il Parlamento) e Luigi Vitali (Giustizia).
Nonostante i tanti posti vacanti (colpa secondo il diessino Adduce dell'orario 'proibitivo' fissato da Casini per l'inizio della seduta, le 9,30), il grande promotore dell'iniziativa, il leader radicale Marco Pannella, non si è mostrato per niente deluso: ''Constato - si è lamentato Pannella - che alcune agenzie di stampa e un telegiornale d'obbedienza nazional-clericale hanno subito affermato che alla Camera stamani sono stati e sono pochi i deputati. Se si è capaci di dare informazione corretta e onesta - ha poi aggiunto Pannella - andrebbe anche precisato che in realtà la presenza di deputati è stata straordinaria nel numero e spesso nella qualità dei loro interventi se ci rapportiamo ad analoghi, comparabili lavori parlamentari''.
In Aula, comunque, i più presenti erano i Diessini (34 deputati), poi la Margherita con 25. In percentuale rispetto alla loro consistenza parlamentare, il record delle presenze sembra se lo siano aggiudicati i socialisti della Rosa nel Pugno, che erano in otto, con in testa il presidente dello Sdi Enrico Boselli. I Verdi erano in sei, compreso il leader Alfonso Pecoraro Scanio. Sette i deputati del Prc, e cinque quelli del Pdci e uno dell'Udeur.
Nei banchi della maggioranza, i più numerosi sono stati i deputati di Forza Italia, con 26 presenze. Presenti anche otto deputati di An e tre della Lega, i due partiti nettamente ostili all'amnistia e all'indulto. Tre i deputati dell'Udc, e tra loro il ministro Rocco Buttiglione.
Al di là della scarsità dei numeri, il dibattito avvenuto è stato comunque un insuccesso. I partiti si sono presentati fermi nelle loro posizioni, andando ad un duro muro contro muro che sembra offrire ben poche possibilità di sintesi e mediazione.
A trarne le conseguenze è stato alla fine anche Casini, che ha stabilito di passare il difficile compito di trovare una soluzione alla Commissione Giustizia. ''Si chiede di portare subito in Aula un provvedimento di clemenza - ha sottolineato il presidente della Camera concludendo i lavori - Ma quale provvedimento? L'amnistia? L'indulto? Occorre fare chiarezza sul punto - ha aggiunto - e l'unica sede che appare adatta al riguardo è la Commissione Giustizia. Altrimenti - ha detto ancora Casini - noi parliamo di un provvedimento indefinito nei contenuti e non sappiamo nemmeno di cosa parliamo''.
Casini si è poi impegnato - ''non appena la commissione avrà votato un testo, qualunque esso sia'' -, a ''riunire la conferenza dei capigruppo per portare immediatamente al voto dell'assemblea il provvedimento''.
La sollecitazione di Casini è stata subito recepita dall'ufficio di presidenza della commissione Giustizia che ha stabilito di affrontare la questione nel pomeriggio del 10 gennaio ripartendo dal testo su cui la commissione aveva lavorato due anni fa, e cioè un indulto con uno ''sconto'' di due anni della pena.
- ''Raffredori o vacanze. I deputati si giustificano'' di Lorenzo Salvia (Corriere.it)