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Dopo la nebbia

17 vittime: questo il numero delle persone che hanno perso la vita nell'incidente ferroviario sulla linea Bologna-Verona

10 gennaio 2005

La nebbia si è diradata. Dalla linea ferroviaria Bologna-Verona, poco dopo le 19.15, è passato il primo treno dopo l'incidente: l'Eurostar Bolzano-Roma.
I binari sono stati riaperti al traffico. I rottami dell'ultima carrozza passeggeri e del locomotore del treno merci, sono state adagiate al lato della massicciata.
Il manto lattiginoso, forse concausa dell'incidente, è rimasto sul luogo del disastro fino a che i vigili del fuoco rimuovessero le carcasse metalliche e i resti delle vittime. Poi si è diradato, i vigili del fuoco sono andati via e un treno è passato come se nulla fosse successo.

Metafore, solo stupide metafore.
Sulla linea Bologna-Verona, nello stesso posto, era già successo. Quattro anni fa, secondo la polizia, due treni rischiarono di scontrarsi per un semaforo rosso non rispettato nei pressi della stazione di Bolognina. E l'anno scorso, secondo un'indagine riservata di Trenitalia, solo in Emilia Romagna le violazioni dei segnali, e quindi il rischio di terrificanti incidenti sui binari, si sono ripetute 12 volte.
Dodici stragi mancate, annebbiate in un secondo tempo.

Dopo il disastro di venerdì, che ha tolto la vita a 17 persone, le polemiche incrociate incalzano.
''Errore umano'', dicono. Ma si fa sempre presto a dare la colpa ai soliti macchinisti, ''disattenti'' e ''impreparati'' dicono.
''Gravi carenze nei sistemi di sicurezza, vecchi quanto l'invenzione del treno'', dicono altri. Ma la mappa dei segnali di quel maledetto venerdì, dicono che l'incidente è stato causato da un errore umano.
Insomma, anche stavolta sembra debba ricadere tutto sul personale "di macchina" e i capistazione.
Però quattro anni fa, sulla linea Bologna-Verona, non furono i sistemi di sicurezza attivi, ma il personale Fs a evitare una strage disastrosa alla piccola stazione di Bolognina, nei pressi di Crevalcore.
Anche allora un treno non rispettò un segnale rosso e proseguì la sua corsa oltre uno scambio, andando incontro ad un altro convoglio che marciava nella direzione opposta. Il capostazione, accortosi del pericolo, telefonò alla "cabina Santa Viola" alle porte di Bologna - che controlla la Bologna-Verona - e un ferroviere abbassò il pulsante dell'alimentazione. I treni, rimasti senza energia, si fermarono a circa 200 metri l'uno dall'altro.
Una telefonata. Niente di più. Una telefonata per bloccare un convoglio che marcia contro l'altro a 130 all'ora.

Il capostazione di Bolognina, venerdì scorso, chiamò anche il dirigente della cabina di comando di Bologna, che a sua volta avrebbe dovuto chiedere alla cabina Santa Viola di staccare la corrente.  Troppo tardi. Tutto inutile.

La Procura di Bologna ha deciso di effettuare un'indagine ampia, andando a verificare l'efficienza dei sistemi di sicurezza nel complesso e la veridicità degli esposti presentati dai macchinisti su questo tema. "Fra qualche giorno presenteremo al pm un esposto sulla Bologna-Verona e sulle problematiche del traffico ferroviario - annuncia Savio Galvani, macchinista riminese e coordinatore nazionale del sindacato Orsa - Vent'anni fa, su quella linea c'era un sistema di sicurezza, un ripetitore di segnale a linea discontinua. Dopo quasi dieci anni di sperimentazione è stato tolto. E noi dobbiamo guidare "a vista", cercando i semafori nella nebbia".

I più gravi incidenti ferroviari in Italia dal 1980 a oggi
21 novembre 1980 - Fra le stazioni di Curinga ed Eccellente (CZ), un treno proveniente da Roma urta i vagoni sganciatisi da un treno merci proveniente da Catania: 20 morti e 112 feriti.

22 dicembre 1985 - A Coronella (FE), un'elettromotrice tampona un treno merci che si ferma a un semaforo. Muoiono 10 persone e ne rimangono ferite 11.

3 aprile 1989 - A San Severo (FG), il treno locale da Bari entra in stazione a velocità eccessiva: 8 morti e 20 feriti.

16 novembre 1989 - A Crotone (CZ), scontro tra due treni locali per e da Catanzaro: 12 morti e 32 feriti.

12 gennaio 1997 - A Piacenza, un Etr 460 deraglia a 300 metri dalla stazione, mentre è in viaggio da Milano a Roma: 8 morti e 29 feriti (nella foto Ap un'immagine di soccorsi). Fra i viaggiatori rimasti illesi c' è anche l'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

20 luglio 2002 - A Rometta Marea (ME), il treno Palermo-Venezia deraglia. La probabile causa sono i lavori di manutenzione della linea, eseguiti in modo non perfetto. I morti sono 8.

- "L'Italia delle littorine", di Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera

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10 gennaio 2005
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