Dopo Parigi, anche Londra dice sì alle nozze gay
Ad una settimana di distanza dalla vittoria socialista, i tory inglesi aprono orgogliasamente ai matrimoni fra persone dello stesso sesso
Nei giorni scorsi l'Assembela nazionale francese ha approvato l'articolo 1 del progetto di legge che legalizza i matrimoni omosessuali: con una schiacciante maggioranza di 249 sì e 97 no, i deputati hanno dato il via libera alla norma che ridefinisce il matrimonio come "un accordo tra due persone di sesso diverso o del medesimo sesso". La votazione è avvenuta termine di un lunghissimo dibattito e la discussione di centinaia di emendamenti.
Il disegno di legge promosso dai socialisti del presidente Francois Hollande è avversato dal centro-destra e dal mondo cattolico che lo scorso 13 gennaio hanno portato in piazza a Parigi un milione di persone (350mila secondo la polizia). In risposta, il 27 gennaio, altre centinaia di migliaia di persone hanno manifestato sempre a Parigi a sostegno della legge. Secondo gli ultimi sondaggi una vasta maggioranza dei francesi, il 63%, sostiene i matrimoni gay, mentre più basso, il 49%, è il sostegno alle adozioni.
L'approvazione finale della legge, che comprende 14 articoli, è ora data per scontata.
E dopo la Francia, è arrivato anche il primo sì di Londra alle nozze gay. Ieri infatti, La Camera dei Comuni britannica ha approvato il progetto di legge che autorizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso con 400 voti favorevoli e 175 contrari. Ora il provvedimento passa alla Camera alta del Parlamento, the House of Lords, che dovrà pronunciarsi a maggio. Poi tornerà ai Commons per un secondo voto.
Il matrimonio fra persone dello stesso sesso "è un importante passo avanti" e rende "più forte la nostra società", ha detto il primo ministro britannico David Cameron, intervenendo alla Camera al dibattito. Fondamentale è stato l'appoggio di laburisti e liberali, ma molti conservatori si sono schierati contro il progetto. Fra loro sir Roger Gale che ha parlato di tentativo "orwelliano" di cambiare il significato della parola matrimonio.
Il premier, al contrario, ha dato un forte sostegno alla legge: "Oggi è un giorno importante. Io credo fortmente nel matrimonio - ha detto Cameron - aiuta le persone ad impegnarsi l'una con l'altra e penso che sia giusto anche per gay potersi sposare". "Si tratta di parità. Ma anche di rendere più forte la nostra società - ha proseguito - Vi sono forti opinioni dalle due parti della questione. Ma penso sia un importante passo avanti per il nostro Paese".
La proposta di legge ha però incontrato anche l'approvazione di molti esponenti tory di primo piano, che l'hanno motivata pubblicamente. "Come ha detto David Cameron, noi dobbiamo sostenere i matrimoni gay non nonostante, ma perché siamo conservatori", hanno scritto, in una lettera pubblicata dal Daily Telegraph, il ministro delle Finanze George Osborne, quello degli Esteri William Hague, e dell'Interno Theresa May, sottolineando che una "sostanziale maggioranza" dei britannici sostiene il matrimonio gay.
Se approvata anche dalla Camera alta, la legge permetterà alle coppie delle stesso sesso di sposarsi, sia con rito civile che religioso, dove vi sia un'istituzione religiosa che lo permette, in Inghilterra e nel Galles. Finora, la legge permetteva solo le 'civil partnership', le unioni civili che offrivano agli omosessuali una serie di garanzie su un certo numero di materie, dall'eredità, alla pensione, fino al mantenimento dei figli. Ora anche le "civil partnership" potranno essere convertite in matrimoni.
Il voto francese e adesso quello britannico, è stato accolto con tono drammatici dal presidente della Conferenza episcopale in Italia: "Siamo vicini al baratro", ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, "l'Italia non deve prendere esempio da queste situazioni che hanno esiti estremamente pericolosi. Non seguiamone le orme". E ancora: "L'Europa ha dimenticato le proprie radici cristiane, le radici della propria cultura e della propria civiltà. Volendo sistematicamente eliminare la religione dal proprio orizzonte crede di conquistare delle libertà nuove. Molti paesi europei hanno varato leggi sbagliate su vita, famiglia, libertà, non crescono in civiltà più umana e solidale, semmai più individualista e più regressiva".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Repubblica.it]