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Dopo quella del novellame, arriva la disputa del tonno rosso

La Regione Siciliana contro il Governo nazionale, reo di non rispettare gli accordi sulla pesca al tonno

07 marzo 2013

Dopo quella del novellame, ancora aperta (LEGGI), arriva la disputa del tonno rosso. Mentre il comparto della pesca in Sicilia sta affrontando una crisi senza precedenti, torna altissima la tensione tra il Governo regionale e quello nazionale: nel mirino dell’assessore alle Risorse agricole e alimentari, Dario Cartabellotta, il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, che avrebbe deciso di non rispettare accordi già decisi ma non firmati prima delle elezioni, modificandoli a svantaggio dei pescatori siciliani e a favore di quelli campani.

L’assessore Cartabellotta ha scritto al ministro Catania lamentando che, con nota 17834 del 27 febbraio 2013, erano state espresse perplessità sul Decreto Ministeriale "quote tonno rosso 2013" e ritenuto fondate le preoccupazioni delle marinerie siciliane sull’impatto negativo del decreto per la pesca siciliana, coinvolta in termini di "palangari" e catture accessorie: e a tal fine aveva chiesto la convocazione urgente di un tavolo al quale partecipare con i rappresentanti di categoria.
Nel frattempo è giunta notizia di una convocazione della DG Pesca per ieri (6 marzo 2013) alla quale sono stati invitate solo le Associazioni di categoria tenendo presente che, essendo abrogata la Commissione Consultiva centrale, la riunione ha avuto scopi meramente informativi sui contenuti del provvedimento che il Ministro ha deciso di adottare.
L’Assessore ha registrato rammarico e disappunto per l’assenza di un confronto e non ha potuto fare altro che prende atto della scarsa sensibilità istituzionale nei confronti della regione, la Sicilia, che non può essere mortificata sul piano istituzionale e vuole vedere affermate le legittime ragioni della pesca siciliana, storicamente maggior produttore e sede della principale e più importante flotta di pesca del tonno rosso italiana e del Mediterraneo.

La regolamentazione internazionale sul tonno rosso ha già inferto alla pesca siciliana un contraccolpo socio-economico ed occupazionale durissimo: delle 238 imbarcazioni italiane autorizzate al prelievo nell’anno 2000 e quindi detentrici e titolari di quote tonno, 50 imbarcazioni erano tonniere a circuizione (di cui 10 con sede in Sicilia), e 188 imbarcazioni erano autorizzate con l’attrezzo di pesca palangaro, di cui il 90% (pari a 170 barche) siciliane.
Oggi, la situazione è rimasta percentualmente invariata: nel 2013, su 12 tonniere a circuizione esistenti in Italia, solo 3 sono siciliane, così come su 30 barche a palangaro solo 27 sono le sopravvissute e autorizzate con quota della Sicilia.

La pesca del tonno in Sicilia, col sistema palangaro, viene effettuata nella primavera di ogni anno da maggio a luglio soprattutto dalla piccola pesca artigianale. Le politiche dell’ultimo decennio hanno costretto tante unità, (considerata l’esigua quantità di quota attribuita) a cedere tale quota a quelle più grosse e spesso ad accedere alle misure di arresto definitivo.
Molti dimenticano le numerosi decurtazioni subite da questo sistema dal 2000 fino ad ora per oltre il 55% della quota originariamente attribuita al sistema, con travaso dal sistema palangaro alla circuizione.

Nella lettera l'assessore Cartabellotta ha chiesto le seguenti modifiche:
- L’aumento della quota destinata al palangaro al quale viene assegnato il 15% contro il 73% della circuizione;
- Il ripristino della quota di riserva eliminata nel decreto (pari al 3% nel 2012) e l’incremento delle quote non divise (UNCL), destinate a coprire non solo gli sforamenti degli altri sistemi di pesca, ma le catture accidentali effettuate da chi non detiene le quote: la piccola pesca artigianale, non in possesso di quote, in assenza di questa quota, si vedrà costretta a rigettare a mare tonni catturati accidentalmente, con un danno economico non trascurabile.
- L’eliminazione della quota per la pesca sportiva, (la cui esistenza e consistenza non è assolutamente riscontrabile in altri paesi membri dell’ICCAT): in questo ambito confluiscono spesso, con la scusa dello sport, attività non regolamentate, attività in nero del settore, ed in definitiva l’evasione o l’elusione fiscale.
In assenza di riscontro, la Regione provvederà alla tutela degli interessi dei pescatori Siciliani nelle sedi opportune impugnando il provvedimento.

[Informazioni tratte da Corriere del Mezzogiorno, SiciliaInformazioni.com]

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07 marzo 2013
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