Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Dov'è che inizia l'inferno

Nel Cie di Lampedusa 1.200 immigrati. Continuano gli sbarchi e si pensa che dietro a questi possa esserci Gheddafi

12 settembre 2011

Nuovo sbarco di migranti in nottata a Lampedusa: 98 tunisini, tra i quali una donna, sono approdati all'1:40 al molo Favaloro dopo essere stati soccorsi da una motovedetta della Guardia di Finanza.
Sabato erano giunti complessivamente sull'isola 577 maghrebini, mentre altri 36 erano sbarcati a Linosa, tutti partiti dalle coste tunisine a bordo di otto barconi. Nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, dove nei giorni scorsi si erano registrate numerose proteste, in questo momento si trovano circa 1.200 immigrati.

Il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, ha lanciato un appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: "Intervenga subito per fermare questa nuova ondata di sbarchi di clandestini provenienti dalla Tunisia. E' semplicemente vergognoso fare affondare l'economia e il turismo di Lampedusa. Non ci sono zone franche che tengano con questo continuo esodo di immigrati". "Dove sono le motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza che dovrebbero pattugliare il mare per evitare l'arrivo di clandestini?" si chiede De Rubeis. "Qui stiamo parlando di clandestini e non più di profughi che scappano dalla guerra civile come il popolo subsahariano - ha aggiunto - Sono immigrati economici provenienti da un paese dove non c'è più neanche la rivolta dello scorso inverno".

Intanto, la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha aperto un'inchiesta sui viaggi dalle coste nordafricane verso quelle siciliane a bordo dei barconi. Dieci libici sono già sotto inchiesta e tra loro anche degli scafisti che potrebbero far parte di un'organizzazione di militari fedeli a Gheddafi.
Il procuratore aggiunto Vittorio Teresi, come pubblicato ieri dall'edizione di Palermo della Repubblica, ci vuole vedere chiaro sulla vicenda. Da anni il magistrato si occupa di reati connessi alla piaga dell'immigrazione.
L'inchiesta della Procura si concentra su tre sbarchi drammatici, avvenuti fra il primo e il sei agosto scorsi. I clandestini erano provenienti dalla Libia. In uno dei tre in 25 sono arrivati morti sulle coste di Lampedusa. I soccorritori hanno trovato i corpi dentro una stiva, accanto alla sala motori. L'ipotesi al vaglio della Procura è che quegli uomini siano stati costretti a entrare nel locale. "Il sospetto è che i viaggi della speranza - ha detto il procuratore aggiunto Teresi - siano in realtà l'espressione della politica di Gheddafi di invadere le nostre coste, in risposta all'intervento militare in Libia. Alcuni migranti hanno raccontato che non volevano partire e che sono stati minacciati da un'organizzazione che opera nei porti libici".
I viaggi sono gratis e hanno lo scopo di riunire un'enorme quantità di persone. La navigazione avviene in condizioni disumane. Sui barconi salgono anche in 500 persone. Nei giorni scorsi Teresi ha visitato a Lampedusa il centro di accoglienza e ha ascoltato il racconto di alcuni migranti. "Non potevamo rimanere fermi davanti a tanta sofferenza. C'è terrore nei loro occhi - ha detto il magistrato - perchè non sapevano di finire in uno scoglio in mezzo al mare. Loro hanno paura dell'acqua. I ragazzini, poi, hanno le braccia piene di punture di insetti". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, Lasiciliaweb.it]

Gheddafi dietro gli sbarchi a Lampedusa
di Romina Marceca (Repubblica/Palermo.it, 11 settembre 2011)

Ammassati in migliaia sui barconi. I loro corpi incastrati come tessere di un puzzle. Assetati, piangenti, senza più identità e costretti a forza da un'organizzazione di militari libici fedeli a Gheddafi ad una spedizione per invadere le coste siciliane camuffata da "viaggio della speranza". I più riottosi, i rivoltosi, vengono buttati in mare. Non si guarda in faccia a nessuno. In acqua finiscono anche mamme e bambini. Legati mani e piedi. I loro corpi si disperdono tra le onde. Di loro non si sa più nulla. Per chi riesce ad arrivare vivo a Lampedusa, comincia un'altra trafila infernale. Quella legata alla permanenza all'interno dei centri di accoglienza e ad altri viaggi, organizzati da altri trafficanti per lasciare l'Italia.
Su questi viaggi infernali la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha aperto un'inchiesta. In dieci sono già sotto inchiesta. Sono libici. Tra loro ci sono anche degli scafisti. Il procuratore aggiunto Vittorio Teresi ha voluto vedere con i suoi occhi cosa accade a Lampedusa, dipinta come la terra dell'approdo per chi fugge dalla guerra. Da anni il magistrato si occupa di reati legati al fenomeno dell'immigrazione. "L'inferno inizia lì, ma il dramma - spiega il magistrato - ha origine molto prima dell'imbarco. Gli immigrati scappano dalla Libia, dalle zone subsahariane, dove c'è la guerra, e finiscono nelle mani dei trafficanti. Non vengono informati su ciò che li aspetta. Consegnano i loro documenti, spogliandosi dell'identità. Hanno un'unica assicurazione: l'arrivo a Lampedusa".

L'inchiesta della Procura si concentra su tre sbarchi drammatici tra il primo e il sei agosto. I clandestini erano provenienti tutti dalla Libia. In uno dei tre sbarchi in 25 sono arrivati cadavere sulle coste di Lampedusa. I soccorritori hanno trovato i corpi dentro una stiva, accanto alla sala motori. L'ipotesi che la Procura adesso sta vagliando è che quegli uomini siano stati costretti ad entrare in quel locale. "Il sospetto è che i viaggi della speranza - spiega il procuratore aggiunto Teresi - siano in realtà l'espressione della politica di Gheddafi di invadere le nostre coste, in risposta all'intervento militare in Libia. Alcuni migranti hanno raccontato che non volevano partire - continua Teresi - e che sono stati minacciati da un'organizzazione che opera nei porti libici. I viaggi sono gratis e hanno lo scopo di riunire un'enorme quantità di persone. La navigazione avviene in condizioni disumane. Sui barconi salgono anche in 500".
Le indagini sono iniziate da pochissimi giorni. Ai primi di settembre il procuratore aggiunto Teresi è arrivato a Lampedusa. Ha visitato la base Loran, che ospita i minori. È andato al Cie. Ha raccolto voci, racconti pieni di dolore. "Non potevamo rimanere fermi davanti a tanta sofferenza. C'è terrore nei loro occhi - racconta il magistrato - perché non sapevano di finire in uno scoglio in mezzo al mare. Loro hanno paura dell'acqua. I ragazzini, poi, hanno le braccia piene di punture di insetti. In un paese civile la base Loran dovrebbe essere chiusa".
A Lampedusa l'emergenza non si ferma. Ieri, sono arrivati altri sei barconi, con circa 400 migranti a bordo. Il centro di accoglienza, che già ospitava 568 persone, è nuovamente in difficoltà.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

12 settembre 2011
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia