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Due anni fa, Denise...

Era il primo settembre del 2004 quando la piccola Denise Pipitone spariva, forse rapita, da Mazara del Vallo (TP)

01 settembre 2006

Stasera i cittadini di Mazara del Vallo si riuniranno ancora una volta per ricordare la scomparsa della piccola Denise Pipitone, la bimba scomparsa il primo settembre di due anni fa.
In programma una fiaccolata promossa dall'Associazione europea operatori di polizia della sezione di Mazara. L'obiettivo è tenere accesa la speranza e l'attenzione su un caso che la coraggiosa mamma della bimba, Piera Maggio, non considera affatto chiuso.
''Io vado avanti e non mi fermo. In me è ancora viva la speranza di trovare mia figlia. Non voglio più parole, bensì certezze. Non bisogna mai gettare la spugna e tentarle tutte''.
Era il primo settembre del 2004 quando Denise svaniva nel nulla, all'improvviso. Un attimo prima stava giocando proprio davanti casa sua, un attimo dopo Denise è stata come cancellata.
Da quel giorno sono passati due anni di ricerche, di segnalazioni, di colpi di scena, di speranze, di delusioni, di dolore, di mistero. Sì, mistero, perché la vicenda di questa scomparsa è stato fino ad ora un vero e proprio giallo.

Mazara del Vallo (Trapani), 1 Settembre 2004 - È quasi mezzogiorno, la piccola Denise Pipitone, una bimba di quattro anni, gioca davanti casa in via Domenico La Bruna. È mercoledì e in quella zona c'è il mercato rionale, la strada è trafficata. Denise è affidata alla nonna materna, la mamma infatti è altrove per seguire un corso. Bastano pochi minuti di distrazione, la nonna della piccola entra in casa, è ora di pranzo e sta preparando per l'imminente ritorno della figlia e del genero, e quando esce di Denise non c'è traccia.
Scatta la denuncia ai carabinieri e iniziano le ricerche. Sin dalle prime ore il procuratore capo di Marsala, Silvio Sciuto, si mostra sicuro: ''La bambina è viva e si trova in città - dice davanti a telecamere e giornalisti - Siamo ottimisti sulla sua sorte''. Una delle prime ipotesi degli inquirenti è quella che indica la via di una vendetta privata maturata nell'ambito familiare. In sostanza gli investigatori ritengono che possa trattarsi di un modo escogitato dalla ex moglie del padre di Denise e dalla figlia, Jessica Pulizzi, per punire Piera Maggio.

La mamma di Denise inizia a lanciare appelli affinché chi sa qualcosa parli, e un benefattore offre una ricompensa di 50mila euro per chi fornirà notizie sulla piccola.
Per tutto il mese di settembre carabinieri, polizia, reparti speciali e unità cinofile passano al setaccio la città di Mazara del Vallo: strade, anfratti, fiumi, grotte e persino auto, niente viene dimenticato, nulla lasciato al caso, di Denise però nessuna traccia. Il mistero sulla sua scomparsa si infittisce.
Gli investigatori, lavorano su più fronti e le piste seguite sono diverse: si cerca in quelle legate a riti occulti o ai traffici di organi, si cerca in quella che porta verso la terribile realtà della pedofilia, si indaga per le vie che portano verso i campi dei nomadi.
Intanto le iniziative per tenere alta la guardia si moltiplicano e anche Trenitalia partecipa alle ricerche tappezzando le carrozze di locandine con l'immagine sorridente di Denise.
È passato poco più di un mese quando Piera Maggio manifesta sotto Palazzo Chigi, a Roma, chiedendo che si attivino anche le ambasciate per far in modo che la ricerca si estenda all'estero. Gli appelli di mamma Piera si susseguono incessanti su giornali, emittenti, nelle piazze: l'importante è fare rumore, far sì che la piccola Denise non sia dimenticata.
E la gente raccoglie l'accorata richiesta e non scorda il piccolo angelo di 4 anni: le segnalazioni infatti si moltiplicano. Ognuna viene vagliata, analizzata, studiata, perché anche il più piccolo particolare può rivelarsi utile, fondamentale.

Le indagini sembrano imboccare la pista giusta un anno dopo: il 18 ottobre del 2005. Una guardia giurata gira un filmino davanti una banca a Milano. Nel video è ritratta una bambina, chiamata Danas, in compagnia di una donna rom e Piera Maggio giura che la piccola del videoclip è la sua bambina. Le speranze si riaccendono e le immagini fanno il giro dell'Italia rimbalzando da una tv all'altra. Gli investigatori però sono cauti e hanno le bocche cucite, le ricerche si intensificano in tutto il nord del Paese. Piera Maggio lancia l'ennesimo appello: ''Le persone che erano con la piccola a Milano si facciano vive - dice - Così si elimina ogni dubbio''. La preoccupazione è che Denise possa aver già varcato i confini nazionali, ma la Farnesina assicura di avere attivato le ambasciate. Le segnalazioni si susseguono: la piccola è vista a Cremona, a Verona, nel milanese, a Bologna, in Toscana. Ma purtroppo gli accertamenti danno ogni volta esito negativo.
Mamma Piera, però, non si arrende. Non può farlo e continua con gli appelli. Si rivolge persino al Papa perché ''preghi per la mia piccola e per chi la ha con se''.
Nel maggio del 2005 la pista della vendetta familiare trova un nuovo spunto. La sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, all'epoca dei fatti 17enne, viene iscritta nel registro degli indagati. Secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo nel sequestro della bambina. La pista che parla di rapimento, dunque, si rafforza. A tradire la sorellastra della piccola sarebbe stata una frase, pronunciata in dialetto, mentre aspettava di essere sentita in questura pochi giorni dopo la scomparsa di Denise e registrata da alcune cimici. ''Io a casa cià purtai'', ''Io a casa ce l'ho portata'',  dice la ragazza alla madre, che le chiede cosa facesse e dov'era quel maledetto primo settembre.
Agli investigatori Jessica racconta di trovarsi in una certa strada di Mazara del Vallo, ma il tabulato telefonico la smentisce: i segnali lasciati dal suo cellulare sembrerebbero confermare che nelle ore in cui Denise spariva nel nulla la giovane si trovava proprio nella stessa zona.

L'ultimo colpo di scena, in una vicenda che non ha risparmiato sorprese e che ha colpito l'intera opinione pubblica nazionale, risale al maggio scorso, quando nel registro degli indagati della procura di Marsala viene iscritta una nuova persona: si tratta di Gaspare Ghaleb, ex fidanzato tunisino di Jessica. Il giovane viene indagato per false dichiarazioni.
Durante un interrogatorio, mentre ricostruisce i suoi movimenti nella giornata del 1 settembre del 2004, il ragazzo racconta ai pm di non avere mai incontrato Jessica, con la quale, invece, aveva all'epoca una storia. A smentirlo, ancora una volta e come è già accaduto per la testimonianza della sorellastra di Denise, sono i tabulati telefonici a disposizione della Procura.
Lo stesso procuratore Silvio Sciuto ha ribadito nei mesi scorsi dai microfoni di ''Chi l'ha visto?'' che nella vicenda si possono individuare due fasi: una prima che vede il coinvolgimento di Jessica e Ghaleb e una seconda in cui la piccola potrebbe essere stata affidata ai nomadi come sembrerebbe testimoniare il filmato girato dalla guardia giurata di Milano. A corroborare tale ipotesi anche il fatto che la sorellastra di Denise frequentava molti nomadi a Mazara del Vallo e potrebbe aver affidato la bimba proprio a qualcuno di essi.
Anzi c'è di più. Secondo gli inquirenti la piccola avrebbe passato qualche tempo nel campo nomadi di Contrada Gasena, ad Agrigento. Ma si tratta di ipotesi che attendono conferma.

Nessuno, per fortuna, ha dimenticato Denise e la fiaccolata che partirà alle ore 21 da Piazza della Repubblica, per arrivare all'abitazione della famiglia Pipitone, ne è la dimostrazione. ''Iniziative come il corteo sono utili perché dimostrano che Denise non è stata dimenticata e che si continua a lottare per arrivare a una conclusione positiva di questa storia - ha detto Piera Maggio nei giorni scorsi -. Sono passati già due anni, ma ho la strana sensazione che i prossimi mesi saranno fondamentali e si potrà finalmente arrivare al ritrovamento di Denise''.
Intanto la piccola il 26 ottobre prossimo compirà sei anni, e tutti noi ci auguriamo di poterla festeggiare fra le braccia della sua mamma.

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01 settembre 2006
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