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Duro colpo al clan Madonia

24 arresti nella cosca nissena. ''Piddu'' Madonia dirigeva dal carcere nonostante il regime di 41 bis

19 gennaio 2009

L'antimafia ha sferrato un duro colpo al clan nisseno dei Madonia con 24 ordini di custodia cautelare. Al centro dell'indagine, che la scorsa notte ha portato i carabinieri del Reparto operativo di Caltanissetta e del Raggruppamento operativo speciale a eseguire l'operazione denominata "Atlantide-Mercurio", gli affari illegali gestiti dai Madonia e le estorsioni imposte alle imprese di una vasta zona della Sicilia.
Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza mediante violenza e minaccia.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale su richiesta del Procuratore della Repubblica, Sergio Lari, e dei sostituti della Direzione distrettuale antimafia, Nicolò Marino e Antonino Patti.

I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti in provincia di Caltanissetta a Gela e Niscemi, poi a Ravenna, Catania, San Giovanni Galermo, Sant'Agata Li Battiati e Paternò, tutte nel catanese, e Casteldaccia, in provincia di Palermo. Nell'operazione sono impegnati un centinaio di militari.
Inoltre sono state sequestrate due società che gestiscono sale scommesse a Gela e Niscemi, e un'azienda per la produzione di calcestruzzo: tutti i beni hanno un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro. Le indagini hanno consentito di evidenziare le attività mafiose nei lavori pubblici mediante il controllo dei subappalti e delle maestranze, nonché il tentativo di monopolizzare le forniture di materiali da costruzione. Nell'ambito dell'operazione sono state documentate le pressioni estorsive ai danni di un consorzio temporaneo di imprese di Paternò, impegnato nei lavori di realizzazione di un parcheggio dell'ospedale di Gela. L'imprenditore sarebbe stato costretto a rifornirsi di calcestruzzo presso una ditta, sequestrata dai militari, che provvedeva, peraltro, alla riscossione del pizzo, anche con il sistema della sovrafatturazione. Il clan avrebbe imposto inoltre l'assunzione nel cantiere di un uomo fidato, che avrebbe garantito il controllo sull'attività nell'interesse dell'organizzazione.

Il clan dei Madonia fa capo al boss Giuseppe "Piddu" Madonia, che dirigeva le attività dal carcere nonostante fosse detenuto con il regime del 41 bis. Un ruolo di particolare rilievo era affidato alla sorella Maria Stella, 72 anni, già condannata per mafia, e al cognato Giuseppe Lombardo, 75, in rapporto con il reggente operativo della famiglia, Carmelo Barbieri. I tre sono tra i 24 arrestati la notte scorsa.
I congiunti di Piddu Madonia si sarebbero occupati della gestione del patrimonio illecito accumulato dalla famiglia, reinvestito nelle due società di scommesse sportive sequestrate, che erano intestate a prestanome. Le autorizzazioni per l'apertura delle attività sarebbero state ottenute tramite l'intervento, presso l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, di un imprenditore catanese del settore.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Corriere.it, Repubblica.it, I Love Sicilia.it, Ansa.it, RaiNews 24]

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19 gennaio 2009
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