E adesso abbiamo anche il rigassificatore della discordia
Dopo che il Tar del Lazio ha accolto il ricorso contro la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle...
"Il Tar del Lazio ha accolto il nostro ricorso contro la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle". A dichiararlo è stato il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, che si era opposto alla costruzione dell'impianto denunciando fra l'altro il fatto che l'impianto sarebbe dovuto sorgere a poca distanza dalla Valle dei templi e della casa natale di Luigi Pirandello. "Il Tar - ha spiegato Zambuto - ha ritenuto illegittima la nostra esclusione dalle procedure relative alla valutazione dell'impatto ambientale, la cosidetta Via. I giudici hanno ritenuto fondale le nostre ragioni che andiamo ribadendo sin da quando hanno pensato di realizzare l'impianto".
Il ricorso al Tar del Lazio contro il Ministero dell'Ambiente, la Regione Siciliana e la società Nuove energie Srl (Enel) era stato proposto, oltre che dal Comune di Agrigento, da Legambiente Sicilia e da altre associazioni. Nell'esposto veniva sollecitato "l'annullamento di pareri favorevoli, autorizzazioni ed ogni atto connesso alla realizzazione a Porto Empedocle di un terminale di ricezione e rigassificazione del metano". Legambiente Sicilia, in una nota, "accoglie con soddisfazione la sentenza vedendo riconosciute le ragioni che l'avevano spinta a presentare ricorso e ringrazia gli avvocati del Centro di Azione Giuridica ed il Dipartimento Industria Rifiuti Energia (Dire) di Legambiente che con grande professionalità e dedizione hanno seguito la vicenda".
L'Enel, che dovrebbe realizzare il rigassificatore di Porto Empedocle attraverso la società Nuove Energie srl, ha subito predisposto un ricorso al Consiglio di Stato contro lo stop imposto dal Tar del Lazio. L'investimento previsto per la realizzazione dell'impianto è di circa 700 milioni di euro; il progetto ha ottenuto tutte le autorizzazioni previste dal Ministero dell'Ambiente e da tutti gli enti interessati (Regione, Comune di Porto Empedocle, Capitaneria di porto, ministero dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture, dei Beni culturali).
L'infrastruttura garantirebbe almeno 500 posti di lavoro per oltre 4 anni. A favore del rigassificatore si sono schierate personalità come la presidente onoraria di Italia Nostra Giulia Crespi e lo scrittore Andrea Camilleri. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che si è detto "sorpreso dalla sentenza del Tar e dalla pervicacia con cui il comune di Agrigento e il sindaco hanno lavorato contro un grande investimento per un' opera che segna il rilancio economico dell'area dell'agrigentino". "Tutto questo - ha aggiunto Lo Bello - deve fare riflettere sulla responsabilità di alcuni politici locali che per propaganda e demagogia mettono a repentaglio investimenti importanti per il nostro territorio".
Secondo l'assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità, Pier Carmelo Russo: "La sentenza con la quale il Tar del Lazio ha bocciato il rigassificatore di Porto Empedocle, a suo tempo autorizzato dall’ultimo assessore all’Industria, dimostra, semmai ve ne fosse bisogno, che istruttorie incomplete e frettolose, da parte dell’amministrazione regionale, ritardano, piuttosto che accelerare, la realizzazione degli investimenti in Sicilia".
"Nell’imminenza delle festività natalizie, nell’auspicio della composizione del nostro precedente dissidio sul rigassificatore di Siracusa, relativamente al quale l’avvocatura dello Stato ha peraltro ritenuto la correttezza dell’istruttoria da me svolta – ha concluso Russo – sarò lieto di fare omaggio al presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, di uno dei più bei libri di Fernando Savater, un caposaldo della pedagogia contemporanea: 'I no che aiutano a crescere'”.
Il riferimento di Russo alle "istruttorie incomplete e frettolose, da parte dell’amministrazione regionale" ha fatto inalberare il suo collega di Giunta Marco Venturi, assessore regionale alle Attività Produttive. "Per l’ex burocrate regionale, baby pensionato, ora prestato alla politica è dunque ragionevole un lasso di tempo di sei anni per rilasciare un’autorizzazione". "Perché sono proprio sei anni - ha osservato Venturi – il tempo trascorso prima che si arrivasse alla fase conclusiva dell’iter autorizzativo per il rigassificatore di Porto Empedocle. Per quel che mi compete le misure compensative furono valutate, discusse e concertate con tutti gli attori della vicenda e con il presidente della Regione nel periodo compreso tra giugno ed agosto del 2009". "Voglio ricordare a Russo che mi ero appena insediato come assessore all’Industria e si era giunti ormai alla fase conclusiva dell’iter – ha aggiunto – in cui anche il comune di Agrigento ha ottenuto diversi 'benefit' nell’ambito delle misure compensative, tra cui il potabilizzatore. Il gasdotto è un’opera alla cui realizzazione deve provvedere la Snam-Progetti e non c’entra nulla con le suddette compensazioni".
"Mi chiedo infine se il solerte burocrate-politico, in qualità di ex assessore all’Energia, si è interessato per far costituire la Regione – ha concluso Venturi – nella fase di primo giudizio presso il Tar del Lazio al fine di tutelare l’immagine e gli interessi della Regione. E sono curioso di sapere quali altre pillole di verità Piercarmelo Russo rivolgerà all’attuale assessore all’Energia qualora decidesse di perorare il ricorso al Consiglio di Stato avverso questa sentenza di primo grado".
La risposta di Russo a Venturi non è tardata ad arrivare: "L’ultimo assessore all’Industria cerca di rifuggire dalle proprie gravi responsabilità, amministrative e professionali, sanzionate allo stato dalla Giustizia Amministrativa, ricorrendo all’insulto personale: una tale condotta lo squalifica definitivamente innanzi tutto sul piano umano e non vale la pena di commentarla". "Sono convinto del fatto che, con un po' di ragionevolezza, di buona volontà, qualora ci si fosse confrontati con il sindaco di Agrigento – ha aggiunto –, piuttosto che escluderlo con protervia, nessun contenzioso sarebbe sorto, nessun ricorso sarebbe stato presentato, nessun ulteriore ritardo nella realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle si sarebbe prodotto E questo è un dato che rimane, a prescindere dai giudici e dalle sentenze".
"Credo che bisogni fare chiarezza sulla vicenda dei rigassificatori. Chi si schiera contro la posizione del governo e non la condivide farebbe meglio a ritirarsi dalla giunta". Questa la risposta del governatore Raffaele Lombardo alle polemiche insorte tra Venturi e Russo. "Non condivido né chi contrasta il rigassificatore di Porto Empedocle né quello di Priolo Melilli - ha aggiunto Lombardo - Su Porto Empedocle c'é una sentenza del Tar di cui non possiamo non tenere conto. Dovremo modificare le nostre intenzioni". "Su Priolo si è detto che la Regione non lo volesse fare, ma invece abbiamo solo preteso che venga messo in sicurezza l'impianto per la raffinazione del petrolio vicino al quale si dovrebbe collocare il rigassificatore, - ha osservato - un minimo di rispetto per il paesaggio e per l'estetica (facendo in modo che sia per tre quarti incassato nel terreno), e poi una serie di compensazioni sul territorio già concordate". "Nello specifico le condizioni del Governo – ha detto ancora il presidente – sono di mettere in sicurezza un impianto che molto spesso è stato sede di incidenti, incassare sotto terra, per circa tre quarti, la parte a rischio dell’impianto stesso, mettere a punto adeguate compensazioni a favore del territorio, a fronte dei rischi ambientali. Il temporeggiare in attesa che tutto accada come prima è una tattica perdente con questo Governo".
Lombardo ha chiuso il discorso con un duro attacco agli industriali: "È finita l’era in cui grandi gruppi imprenditoriali facevano i loro comodi in Sicilia senza tenere conto del rispetto delle regole e delle legittime esigenze del territorio".
[Informazioni tratte da Ansa, LiveSicilia.com, SiciliaInformazioni.com, www.raffaelelombardo.it]