E adesso arriva la carica del ''Comitato per il sì'' al Ponte sullo Stretto di Messina
Dopo la palesata presa di posizione del nuovo governo nei confronti della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, il neonato ''Comitato per il sì'' alla sua costruzione, si è subito mobilitato per far sentire le proprie ragioni.
Cento i politici della Casa delle Libertà - tra deputati nazionali, regionali, sindaci, consiglieri comunali e provinciali - che hanno aderito al Comitato istituito da Francesco Tanasi leader nazionale dei consumatori. Tra i primi ad aderire il senatore di Forza Italia Pino Firrarello (Catania), il deputato Regionale Pippo Gianni (Siracusa), il sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara, il presidente del Consiglio Comunale di Nicosia, Giulio Lorenzo, il consigliere provinciale di Ragusa Sebastiano Failla. ''Al comitato - si legge in una nota diffusa da Tanasi - aderiscono anche professionisti esperti, fra cui architetti e ingegneri, per dimostrare che l'opera è indispensabile per lo sviluppo della Sicilia''.
E proprio oggi i sostenitori del ponte sfileranno in una manifestazione indetta dal Movimento per l'Autonomia, per le vie di Messina. Alla marcia pro-Ponte parteciperanno anche il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, e il presidente della Provincia di Palermo, Francesco Musotto. Scapagnini e Musotto hanno annunciato che, come altri circa 50 sindaci che aderiscono all'iniziativa, marceranno indossando la fascia tricolore. Alla marcia popolare, promossa dal leader e fondatore del MpA, l'europarlamentare Raffaele Lombardo, hanno annunciato la loro partecipazione anche parlamentari regionali e nazionali. Secondo stime degli organizzatori sarebbero 80 gli autobus che dovrebbero arrivare nel pomeriggio a Messina per partecipare all'iniziativa popolare che partirà da piazza Duomo.
Alla protesta è giunta anche l'adesione del leader di Alleanza Siciliana, l'eurodeputato Nello Musumeci, che in un telegramma ha scritto di ''essere da sempre sostenitore di creare il Ponte sullo Stretto'' e quindi condivide ''la manifestazione odierna a Messina, promossa dal Mpa''.
''La Sicilia negli ultimi tempi ha fatto solo passi indietro rispetto al Nord del Paese. Si sono persi posti di lavoro, 70mila giovani sono stati costretti ad emigrare, il Pil non cresce: sono segni di crisi che vanno affrontati con investimenti pubblici e privati ed il ponte sullo Stretto è uno di questi''. Sono state queste le parole di Raffaele Lombardo, annunciando ieri a Palermo la manifestazione organizzata dall'MpA.
''Quando parlo di investimenti pubblici - ha aggiunto - mi riferisco principalmente alle infrastrutture e la madre di tutte le infrastrutture non può che essere il ponte sullo Stretto. Senza questo non ci saranno le autostrade, né l'alta velocità''. ''Si tratta - ha spiegato - di un'opera che al Governo non costerà nulla''. Lombardo ha poi parlato della necessità di ''una politica che favorisca gli investimenti privati nell'Isola''. ''Basterebbe - ha concluso - attivare quella disponibilità che il Parlamento Europeo ha sancito e che consentirà di applicare ai territori del Mezzogiorno la cosiddetta fiscalità compensativa che sarebbe fattore attrattivo per gli investitori privati''.
Dalla Cisl arriva, invece, un ''NI'' nei confronti della realizzazione del ponte. Per Paolo Mezzio, segretario della Cisl Sicilia, il ponte sullo Stretto ''Come ogni infrastruttura è un mezzo, non un fine in sé. Pertanto, sono fuori luogo tutti gli ideologismi: del no comunque e del sì comunque''. ''Il collegamento stabile tra Messina e Reggio - ha detto Mezzio nei giorni scorsi - non è un assunto metafisico da prendere o lasciare, com'è''. Vanno evitati, insomma, ''pregiudizi ed estremismi ideologici''. Il ponte ''può aver senso solo con riferimento al completamento del corridoio 1 Berlino-Palermo e nell'ambito di un progetto di potenziamento della rete delle infrastrutture e dei collegamenti sud-nord. Da questo punto di vista diventa una priorità'' per il Mezzogiorno, la Sicilia, il paese. Per contro, ''in assenza del contesto e di una prospettiva di sviluppo, il ponte sarebbe solo un fungo, una cattedrale nel deserto''. Dunque, ha commentato il leader Cisl, servono ''laicità e infrastrutture di contorno''. Ma ''una scelta va fatta, anche perché il 2010 si avvicina e sarebbe un errore storico lasciare l'Isola e il Meridione senza ponte e con le attuali infrastrutture-groviera''.