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E adesso c'è l'inchiesta su Mediatrade...

Nel registro degli indagati anche Pier Silvio Berlusconi: ''L'ennesimo pretesto per attaccare mio padre''

25 gennaio 2010

Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset, ha appreso "con stupore ma con grande tranquillità" la notizia dell'inserimento del suo nome nelle indagini sui diritti cinematografici. "La tranquillità nasce dal fatto che so come lavoriamo, sia io personalmente sia tutta Mediaset. So quanto scrupolo Mediaset pone nel controllare i costi e quale sforzo è quotidianamente messo in atto per dare il massimo ai nostri tanti azionisti. E tutto questo è assolutamente evidente nei bilanci Mediaset. Per cui mi fa quasi sorridere che proprio io sia stato coinvolto in un'inchiesta in cui si parla di costi gonfiati, fondi neri e irregolarità fiscali".
Pier Silvio figura tra la decina di indagati per il caso Mediatrade, tra cui Fedele Confalonieri e il padre Silvio Berlusconi che lo difende. "Certo - rileva Pier Silvio Berlusconi - le indagini si sono appena concluse e ora spetterà a un giudice stabilire se esistono gli estremi per un processo che mi coinvolga. Ma comunque sono assolutamente sereno e confido nel fatto che emergerà presto l'assoluta estraneità mia, di mio padre e del presidente Fedele Confalonieri alle odiose accuse ipotizzate. Per quanto mi riguarda è già accaduto una volta. Tuttavia questo non riduce l'amarezza di vedere di nuovo la volontà di colpire mio padre con qualunque pretesto. E la mia impressione è che anch'io, da ieri, sia stato inserito in questo meccanismo". "Come cittadino e come imprenditore non posso accettare tale sistema, ma voglio che tutti sappiano che essere stato scaraventato in questa bagarre non mi spaventa affatto e anzi - conclude - mi fa sentire ancora più vicino a mio padre. In tutto e per tutto".

Intanto governo e maggioranza fanno quadrato attorno al Silvio Berlusconi dopo la chiusura dell'inchiesta sui presunti illeciti commessi con la compravendita di diritti televisivi e cinematografici che vede indagate una decina di persone tra cui Silvio Berlusconi, il figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri.
"Conosco Berlusconi da anni e anni, non si occupa delle proprie aziende, ma solo del bene del paese" ha affermato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, secondo cui la richiesta di processo sui diritti tv è "una cosa che rende meno sereno un clima che si stava rasserenando. Non so se dipenda dal fatto che c'è la campagna elettorale, l'unica cosa buona è che, dopo le regionali, non ci saranno più campagne elettorali per tre anni".
Per il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino "la tempistica sospetta del processo Mediatrade ci convince ulteriormente dell'esistenza di un accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi e impone scelte normative per tutelare la democrazia elettorale. Per questa ragione approveremo presto il legittimo impedimento ed approfondiremo con la necessaria riflessione il cosiddetto processo breve, senza tralasciare l'ipotesi di reintroduzione dell'immunità parlamentare".
Anche il ministro Alfano ha ribadito che il processo a data certa "è un principio sacrosanto" e si farà anche se dovesse essere approvato il provvedimento sul legittimo impedimento. "Non abbiamo mai detto che il processo a data certa dovesse essere approvato prima delle regionali. Di certo c'è che il Senato l'ha approvato. Adesso va alla Camera, ma nessuno ha detto che non si puo modificare, non è il vangelo" ha aggiunto il Guardasigilli. "La scelta di portare avanti la riforma della giustizia non può essere indolore - ha avvertito Alfano -. Dobbiamo cambiare la Costituzione e rendere effettive le cose che diciamo da 16 anni. In questa legislatura saranno fatte".

Critiche alla magistratura arrivano anche dal capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: "Come volevasi dimostrare. Se c'era qualcuno che ancora negava l'evidenza e dubitava dell'esistenza di un nucleo giudiziario-politico-editoriale che fa dell'uso politico della giustizia la sua arma essenziale contro Berlusconi, purtroppo, ha avuto una risposta inconfutabile con l'iniziativa giudiziaria a pochi giorni dall'inizio della campagna elettorale". "In sostanza, questo nucleo giudiziario-politico-editoriale - ha aggiunto Cicchitto - ha aperto ieri ufficialmente la sua campagna elettorale e per non essere ripetitivo ha esteso l'iniziativa anche al figlio Pier Silvio. Non è possibile chiudere gli occhi nei confronti di una situazione inaccettabile che è la ragione di fondo che purtroppo rende permanente e organica l'anomalia italiana. Per rendere l'Italia un Paese normale bisogna smontare questa distorsione".
Di "accanimento giudiziario" nei confronti del premier, parla anche il leader dell'Udc Pierferdinando Casini secondo il quale "qualcosa di sospetto c'è. Un certo accanimento giudiziario verso Berlusconi - lo pensavo negli anni scorsi, lo penso anche oggi - c'è".

Dall'opposizione, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani chiede che la giustizia faccia il suo corso. "Io voglio credere che la giustizia sarà in condizioni, come avverrebbe per ogni altro cittadino, di accertare la verità su fatti così gravi. E aggiungo che voglio credere che mentre succede questo, la giustizia fa il suo mestiere, noi si possa parlare anche dei problemi di questo Paese".
Ad attaccare più direttamente il premier è ancora una volta l'Italia dei Valori. "Berlusconi vorrebbe che le norme su processo breve, legittimo impedimento e immunità parlamentare fossero già in vigore. Ci dispiace per lui, ma fortunatamente ancora non è così - è intervenuto il capogruppo dell'Idv al Senato Felice Belisario - Pure per questo la maggioranza di centrodestra deve finirla di gridare al delitto di lesa maestà ogni volta che il premier viene pescato con le dita nella marmellata. Anche sull'affare Mediatrade non c'è stato alcun plotone d'esecuzione". "C'è solo - ha aggiunto - una Procura della Repubblica che, pur tra mille difficoltà, ha compiuto il suo lavoro e chiede che la verità venga a galla, che la giustizia faccia il suo corso. Ma forse questo è troppo per chi, come Berlusconi, vorrebbe poter fare i propri affari senza alcun tipo di regola".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign]

 

 

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25 gennaio 2010
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