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E' allarme plutonio a Chernobyl. I dati allarmanti riportati dai delegati di Legambiente in missione a Kiev

03 maggio 2006

Centomila curie di plutonio per ettaro contro un limite di sicurezza di 0,1 curie: ben un milione di volte più del tollerabile.
Il dato è emerso durante la missione di Legambiente a Chernobyl organizzata in occasione del ventennale del disastro, caduto il 26 aprile scorso (leggi). I delegati di Legambiente hanno visitato la centrale nucleare e incontrato i tecnici che ci lavoravano e gli ex “liquidatori” che nel 1986 hanno prestato servizio subito dopo l'esplosione.
«La situazione, nel suo complesso, è allarmante - denuncia Angelo Gentili, responsabile del Progetto Chernobyl di Legambiente - a cominciare dalla struttura che copre il reattore: una bomba a orologeria. I danni riportati dal sarcofago, a causa di venti anni di usura, sono sempre maggiori. Così come è inspiegabile il silenzio e l'impasse della comunità internazionale. Le popolazioni sono abbandonate a se stesse e non è sufficiente il lavoro di cooperazione che centinaia di associazioni e Ong, come la nostra, portano avanti da anni».

Sulle due questioni della messa in sicurezza del sito e dello stato di contaminazione radioattiva, Legambiente ha incontrato a Kiev il professor Sobotovich, direttore dell'istituto ucraino di Geochimica dell'ambiente, e il professor Shestopalov, specialista in Idrogeologia, titolare della cattedra di Scienze della terra presso l'Accademia nazionale della Scienza ed esperto di gestione delle scorie radioattive e degli impianti di stoccaggio.
L'altissima concentrazione di plutonio, presente in un valore di 100.000 curie per ettaro e altamente diffuso nei 900 chilometri quadrati dell'area chiusa presenta anche altri rischi: in conseguenza al suo decadimento si trasforma infatti in americio (Am), fortemente tossico e ancora più pericoloso perché‚ solubile. Questa alta concentrazione, secondo le previsioni degli scienziati, impedirebbe l'utilizzo del suolo per altri 200.000 anni. A preoccupare sono anche il Cesio 137 e lo Stronzio. Il primo, secondo le analisi rese note dal governo ucraino, sembrerebbe arrivato a una profondità nel terreno di 30 metri. Ma i due scienziati incontrati da Legambiente lo hanno rilevato a 80 metri di profondità durante gli scavi per la metropolitana di Kiev. Per quanto riguarda invece lo Stronzio, che può provocare gravi danni alle ossa (incluso il cancro), si stima un periodo di decontaminazione del suolo di 150 anni. Questo metallo è inoltre facilmente trasportabile dalle acque: «In totale hanno affermato i due esperti - si calcola che per tutti i fattori di radioattività, secondo l'ultima indagine effettuata nel 2005 nei fiumi e nei bacini idrici dell'area contaminata, si trovano oltre 5.000 curie».

Fonte: Corriere.it

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03 maggio 2006
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