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E anche Piero Fassino disse no al Ponte sullo Stretto. ''Non si farà perché la Sicilia ha ben altre priorità''

20 maggio 2006

''Per lo sviluppo economico e infrastrutturale del Mezzogiorno oggi il ponte di Messina non è una priorità''. Ieri il segretario nazionale dei democratici di sinistra, Piero Fassino, a margine di una manifestazione a Crotone è ritornato su uno degli argomenti più caldi da quando si è insediata la nuova squadra di governo. Il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, infatti, ha subito sottolineato l'inutilità dell'opera.
''Ci sono - ha aggiunto Fassino - altre priorità che premono. Penso all'ammodernamento di tutta la rete ferroviaria; penso a un forte investimento sulla portualità; penso a una politica che sfrutti la navigazione del mare. Queste sono le esigenze prioritarie. Ed è a partire da queste che bisogna mettere in campo un grande piano di investimenti pubblici per le infrastrutture del Sud''.

Ovviamente, le parole di Bianchi hanno fatto subito irruzione nella campagna elettorale siciliana a meno di due settimane dal voto, promuovendo il Ponte sullo Stretto protagonista assoluto del dibattito politico isolano.
Il governatore uscente Totò Cuffaro ha subito fatto sentire la propria posizione a riguardo: ''Per quel che ci riguarda difenderemo il ponte con ogni forza''. E la coalizione che lo sostiene si è schierata compatta dalla sua parte. ''Spero che la vittoria della Casa delle libertà nell'isola possa far comprendere al governo Prodi che deve cambiare rotta'', ha dichiarato il presidente dell'Assemblea regionale siciliana Guido Lo Porto, di Alleanza nazionale.
La questione, com'era prevedibile, ha finito per cementare anche i punti di contatto fra Cuffaro e Raffaele Lombardo, quest'ultimo attento a rivendicare - in tutte le trattative condotte con le varie parti politiche -, la centralità e la necessità delle infrastrutture per il Mezzogiorno. Per il leader dell'Mpa, pedina cruciale dello scacchiere politico siciliano, il governo Prodi ha compiuto un ''atto di ostilità verso il Sud''.

Anche Vittorio Sgarbi, ''nonostante la nota contrarietà al Ponte'', ha ritenuto le dichiarazioni del ministro Bianchi ''un atto eversivo'' dal momento ''che la continuità amministrativa dovrebbe imporre a procedere alla costruzione dell'opera, anche se per me è un simbolo negativo''.
Risposta pronta dei Verdi: ''Non ci sarà alcuna penale da pagare per sospendere l'iter del progetto ponte sullo Stretto: è scritto chiaramente nel contratto. E l'ex ministro Lunardi e altri esponenti della Cdl mentono sapendo di mentire'', ha affermato la senatrice dei Verdi Anna Donati.
''Il contratto, sottoscritto dalla società Stretto di Messina e Impregilo il 27 marzo 2006, quantifica in 66 milioni di euro il valore della progettazione definitiva, ne consegue che, quando il Governo Prodi sospenderà l'iter, all'impresa dovrà essere rimborsata una quota decisamente inferiore a questa somma. Tra l'altro, sul progetto pende una pesante incognita a livello europeo: una procedura d'infrazione per la violazione di tre direttive (V.I.A., habitat e conservazione) e Bruxelles ha sempre sostenuto che sono i singoli Stati membri a decidere sull'utilità delle opere sulla base delle loro priorità. L'impegno dell'Unione - ha concluso la senatrice Donati - non è solo sospendere il progetto, ma soprattutto accelerare gli investimenti sulla rete stradale, ferroviaria e portuale, per risolvere i problemi di mobilità dei cittadini e delle merci nel Mezzogiorno d'Italia''.

''No al Ponte'', risaputo, anche da Rita Borsellino, candidata dell'Unione alla Presidenza della Regione Siciliana. ''Il mio è un no come quello pronunciato da un ministro della Repubblica – ha detto la signora Borsellino -. Ci sono tante infrastrutture da creare - ha aggiunto - la priorità va a quelle che possano accompagnare lo sviluppo della Sicilia. Il denaro previsto per il ponte può essere spostato su altre grandi opere infrastrutturali''.
E sulla discussione ponte la candidata di centrosinistra vi è ritornata anche a margine di una manifestazione a Messina con Piero Fassino e Niki Vendola, presidente della Regione Puglia. ''Non si tratta di avere posizioni univoche all'interno del Governo, ma di piccole sfumature perché c'è chi dice che non è una priorità e altri sostengono che non si fa e basta: sicuramente non è una priorità e quindi non si fa''.

Non vede priorità nella costruzione del Ponte sullo Stretto anche Nello Musumeci, terzo candidato per la presidenza della Regione: ''Il Ponte sullo Stretto è una grande opera ma non la più grande: non sapremmo cosa farcene senza integrarla a un sistema di trasporti adeguato e competitivo''. Questo il pensiero del candidato di Alleanza Siciliana. ''Se da Trapani a Messina - ha aggiunto - un tir impiega oltre quattro ore per coprire la distanza non si capisce a cosa possa servire un ponte slegato da altre opere efficienti''.

- ''Il ponte sullo Stretto scatena la prima lite'' di Amedeo La Mattina (La Stampa)

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20 maggio 2006
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