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È (ancora) allarme corruzione in Sicilia

All'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei conti: "Un fenomeno senza precedenti"

02 marzo 2015

In Sicilia è allarme corruzione, in particolar modo nel settore degli appalti. A lanciarlo il procuratore regionale facente funzioni della Corte dei conti per la Sicilia, Giuseppe Aloisio, a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, a Palermo.
"I fenomeni corruttivi e le frodi nei finanziamenti pubblici rappresentano indubbi fattori di un allarme sociale ineludibile e senza precedenti, anche per il rilevante danno all'immagine causato alla pubblica amministrazione - dice Aloisio, parlando con i giornalisti allo Steri -. Per vicende corruttive, nel 2014 sono state in totale emesse 15 citazioni con una contestazione di danno di importo complessivo pari a 27 milioni di euro".

Il settore maggiormente colpito è quello degli appalti: "La frequenza dei fenomeni corruttivi nelle forniture è chiaramente più evidente - sottolinea Aloisio -. Bisogna anche dire che la normativa non ci aiuta. Nel 2014 sono solo 200, su 54 mila, i detenuti per motivi legati alla corruzione. Una repressione finanziaria sarebbe molto più incidente e determinerebbe un effetto di deterrenza che porterebbe a risultati concreti".

Come riferisce Luciana Savagnone, presidente della Corte dei conti, nel 2014 la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti ha pronunciato condanne per danno erariale per un importo complessivo di oltre 39 milioni. Tra le condanne, molte riguardano casi di spreco di contributi comunitari, oppure contributi erogati a soggetti privi di requisiti. Le condanne più significative riguardano la formazione professionale. Il presidente ha parlato di "una grave anomalia del sistema", eccessiva spesa di fondi pubblici, "non tanto e non solo per formare lavoratori, ma per sostenere finanziariamente gli enti". "In definitiva - ha aggiunto - sembrerebbe trattarsi di una spesa fine a se stessa che rischia di trasformare lo scopo del settore, originariamente formativo, in uno scopo para assistenziale". La maggior parte delle condanne sono state emesse nei confronti di enti di formazione per aver distratto fondi per altri scopi.

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02 marzo 2015
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