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E' arrivato il caldo africano

Una settimana di caldo record: allerta afa in città e temperature oltre i 35 gradi. Sicilia e Sardegna le regioni più colpite

13 luglio 2009

Arriva il caldo afoso. E' previsto per questa settimana. Come ha indicato nei giorni scorsi la Protezione civile, questa appena cominciata sarà infatti una settima caratterizzata da temperature al di sopra della media stagionale, con massime che raggiungeranno, in media, nella maggior parte delle città italiane 33-36 gradi. In Sardegna e Sicilia, le regioni che saranno più colpite dall'ondata di calore di cui è responsabile l'anticiclone africano, sono invece previste temperature di 40 gradi. Si soffrirà particolarmente anche nella zona della pianura padana dove è prevista elevata umidità insieme al caldo.

Da da ieri è scattata dunque l'allerta soprattutto per bambini, anziani e malati cronici. Proprio per fronteggiare i rischi dell'afa il Ministero della Salute, anche quest'anno, ha attivato il Piano operativo nazionale 2009 per la prevenzione dei rischi per la salute da ondate di calore, in accordo con le raccomandazioni internazionali e in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, le Regioni e i Comuni.
Tra i punti fondamentali del Piano, si legge sul sito web del ministero della Salute, l'attivazione del numero verde 1500 per informare su comportamento corretti per difendersi dall'afa, orientare ai servizi offerti da Regioni e Comuni nelle grandi città, informare sulle previsioni delle ondate di calore. E ancora, l'attivazione del Sistema di allerta nazionale della Protezione Civile in grado di prevedere condizioni meteo a rischio per la salute con 72 ore di anticipo, in 27 città. Un sistema in grado di fornire bollettini giornalieri che riportano i livelli di rischio climatico e per la salute e che indica la necessità di attivare programmi di prevenzione locali per le persone più a rischio. Un'altra iniziativa messa a punto dal ministero della Salute per contrastare i rischi dell'afa è la pubblicazione di una serie di opuscoli informativi scaricabili da Internet rivolti sia ai cittadini sia a medici, operatori socio-sanitari, badanti (in cinque lingue) e tutti coloro che si occupano delle persone anziane.

Secondo Coldiretti, infine, il caldo record che potrebbe prolungarsi per più di una settimana, non dovrebbe comunque "comportare per adesso nessun rischio siccità, dopo le abbondanti precipitazioni dei mesi scorsi". [Adnkronos/Ing]

ARRIVA L'AFA, MA UN COMUNE SU DUE NON HA I PIANI PER L'EMERGENZA
di Lorenzo Salvia (Corriere.it, 13 luglio 2009)

Un caldo africano. E questa volta non è un modo di dire perché la calura che da oggi allieterà le nostre giornate è proprio dall'Africa che arriva, direttamente dalla Libia. Siamo a luglio, l'afa non è una sorpresa. Ma a spingere la Protezione civile a parlare di allerta sono le temperature sopra la media di 3/5 gradi. Si comincia oggi in Sicilia e Sardegna dove saranno superati i 37.
Ma il peggio dovrebbe arrivare tra mercoledì e venerdì, quando il caldo si sposterà verso Nord. Più di 35 gradi dal Piemonte al Veneto con l'umidità a far salire la temperatura percepita fino a 40.

«Prepariamoci e spero che anche le città italiane siano pronte» dice l'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia. Nel 2003 fu lui a confezionare quel Piano caldo che in larga parte è rimasto sulla carta. Allora tra gli anziani ci furono 15 mila morti in Francia e più di 7 mila in Italia. Nel pieno dell'emergenza Sirchia suggerì di portare i nonni nei supermercati per metterli in salvo con l'aria condizionata. Un consiglio che gli costò più di una critica e che forse nascose la vera sostanza di quel progetto. Tutti i comuni italiani avrebbero dovuto dotarsi della cosiddetta anagrafe delle fragilità, cioè un elenco degli anziani a rischio costruito incrociando dati diversi: età, numero di ricoveri in ospedale, livello di reddito e condizione familiare, facendo attenzione soprattutto a quelli che vivono da soli. Doveva essere il primo passo, una mappa del rischio per decidere chi tenere d'occhio quando le città si svuotano. Ma l'anagrafe della fragilità manca nella metà degli 8 mila comuni italiani, ed al Sud è una vera eccezione. Non è solo una seccatura burocratica.

A Milano l'anagrafe c'è, gli anziani fragili sono 4 mila. Ed è proprio grazie a questo strumento che i custodi sociali, 154 dipendenti comunali, sanno chi ha più bisogno di attenzione. «Ogni giorno - dice l'assessore alla Politiche sociali Mariolina Moioli - ricevono una telefonata oppure una visita dei nostri custodi. In più i custodi sono in contatto con 361 portieri della case popolari, che possono segnalare casi a rischio». Circa 1.500 fragili ricevono a casa anche i pasti. A Roma, invece, l'anagrafe non c'è: «La stiamo costruendo adesso - dice Sveva Belviso, anche lei assessore alle Politiche sociali - perché la precedente amministrazione non aveva provveduto». Questo non vuol dire che non cia siano interventi ma certo è più difficile renderli mirati: c'è un numero verde ed un gruppo di 2 mila volontari della Protezione civile che, in caso di problemi, prelevano l'anziano a casa e lo portano direttamente in ospedale senza fare la fila al pronto soccorso. Nella Capitale ci sono anche vacanze gratis o super scontate al mare e alle terme.

E di volonterose iniziative è piena l'Italia intera. È possibile che i vigili del fuoco decidano di aprire di nuovo le porte delle loro (condizionate) caserme per una partitina a briscola, come è già successo in passato. In diverse città viene concesso agli anziani con basso reddito un contribuito per l'acquisto di un condizionatore che può arrivare anche a 250 euro. Cominciò Ravenna, seguita da Brescia, Cremona fino alla siciliana Alcamo, mentre in alcuni piccoli comuni umbri è stata introdotta la variante ventilatore. In provincia di Firenze stanno dotando di aria condizionata tutti i centri anziani. Interventi meritori ma che, senza l'elenco dei soggetti a rischio, sono spesso a pioggia: «Spero che tutte le città - dice Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e responsabile Welfare dell'associazione dei comuni - si dotino di questo strumento. Si può fare di più e meglio, spendendo anche meno».

 

 

 

 

 

 

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13 luglio 2009
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