E consultando i 'pizzini' di Provenzano... Preso e arrestato il numero '121', il boss Filippo Guttadauro

La macchina dell'antimafia lavora alacremente e dopo l'arresto del boss dei boss, Bernardo Provenzano, arrestato l'11 aprile scorso nelle campagne di Corleone, gli arresti eseguiti anche grazie alle 'preziose' indicazioni vergate sui 'pizzini' sono stati tanti e tutti importantissimi.
Ieri è stata la volta di  Filippo Guttadauro, ''portavoce'' di un altro importante tassello mancante nel puzzle della mafia siciliana, il latitante Matteo Messina Denaro.
Filippo Guttadauro, fratello di Giuseppe Guttadauro, capomafia del quartiere palermitano di  Brancaccio, è anche cognato di Matteo Messina Denaro e nei ''pizzini'' di Provenzano era indicato con il numero '121'. Gli inquirenti lo ritengono il capomafia di Castelvetrano (Trapani).
L'uomo è stato fermato su ordine dei pm Massimo Russo, Michele Prestipino e Roberto Piscitello e il decreto di fermo è stato vistato anche dai procuratori aggiunti Giuseppe Pignatone e Alfredo Morvillo.

Guttadauro, che viveva fra Aspra, borgata di Bagheria (PA), e Castelvetrano (TP), sembra sia stato 'tradito' dalla sua stessa grafia. È quanto emerge dall'inchiesta. Secondo gli investigatori sarebbe proprio di Guttadauro la lettera scritta a mano al boss Bernardo Provenzano e rinvenuta nel covo del 'padrino' lo scorso 11 aprile. Nella missiva manoscritta, priva di firma e di data, Filippo Guttadauro scrive si rivolge a Provenzano con molta deferenza: ''Carissimo - si legge - spero tanto di trovarla in ottima salute, lo stesso posso dirle di me, di tutti noi...''.
''Diverse emergenze probatorie - scrivono i pm nel fermo - consentono di attribuire questa lettera proprio a Filippo Guttadauro''. Ad incastrarlo c'è anche la perizia tecnica effettuata dai consulenti della Procura. ''Il manoscritto - scrive il consulente - presenta nei confronti del grafismo autografo di Guttadauro, pregnanti e concreti elementi di concordanza che ne attestano l'univoca scaturigine''.
In altre parole, la lettera è stata scritta proprio dall'uomo d'onore tornato ieri mattina in carcere dopo avere scontato già una pena per associazione mafiosa.
Nella lettera inviata a Bernardo Provenzano, Filippo Guttadauro parla sia di Matteo Messina Denaro, indicato con il nome Alessio, che del boss mafioso di Agrigento, Giuseppe Falsone.

Il ruolo di Guttadauro sarebbe stato, quindi, quello di 'intermediario' tra il cognato Messina Denaro e lo stesso Provenzano, quando quest'ultimo era ancora latitante. Un ruolo di intermediazione, ad esempio, nella vendita della casa del cognato di Provenzano. L'argomento viene indicato anche nella lettera autografa: ''Mi fanno sapere - scrive Guttadauro a Provenzano - che servono le chiavi per potere far sì che un probabile acquirente possa visitarla...''.
Del numero '121', cioè di Guttadauro parla anche il cognato Matteo Messina Denaro in una missiva sequestrata dagli investigatori. ''...Lei sa - scrive a Provenzano - che il mio parente è il nostro tramite da parte mia, siccome in questa lettera le parlerò spesso del mio parente, da ora in poi lo chiamerò con un numero che è il 121...''.

Gli investigatori contestano a Filippo Guttadauro la piena partecipazione all'organizzazione criminale, di essere un ''componente organico di Cosa nostra'' e di avere svolto un ruolo di ''promotore, dirigente e organizzatore'', come scrivono i pm della Dda di Palermo. In particolare, Guttadauro sarebbe stato un ''punto di riferimento decisionale per la gestione degli interessi facenti capo a Cosa nostra'', svolgendo il ruolo di ''uomo di fiducia'' tra il cognato Messina Denaro e Provenzano.