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E dai ''pizzini'' escono fuori nomi e cognomi

Dopo l'arresto di due ''postini'' di Provenzano, gli investigatori vicinissimi al dott. ''numero 60''

11 agosto 2006

La mattinata corleonese di ieri è stata movimentata dalla Polizia anticrimine e dai Carabinieri del Ris, almeno duecento agenti, giunti nella cittadina siciliana per mettere le manette a due presunti favoreggiatori di Bernardo Provenzano, il super boss di Cosa Nostra arrestato l'11 aprile scorso nelle campagne di Corleone, dopo una latitanza durata quasi mezzo secolo.

Ad essere arrestati, con l'accusa di associazione mafiosa ed estorsione, sono stati Liborio Spatafora, 57 anni, imprenditore agricolo piuttosto noto nel Corleonese e gestore, insieme alla famiglia, di un oleificio e di una cantina nella contrada di Ponte Aranci. Spatafora venne già arrestato l'anno scorso in Germania per possesso di denaro falso, detenuto nel cofano della sua auto. Dopo tre mesi di detenzione, venne rilasciato sotto pagamento di cauzione ed era in attesa di processo. L'altro, Francesco Grizzaffi, 53 anni, fratello di Giovanni e Mario, entrambi affiliati alla mafia e condannati per favoreggiamento, e nipote del boss Salvatore Riina, figlio di una sorella del mafioso.
Grizzaffi, ufficialmente un agricoltore, era stato già arrestato per mafia negli anni Novanta e si trovava attualmente sotto sorveglianza speciale. Secondo numerosi collaboratori di giustizia i tre fratelli corleonesi avrebbero avuto un ruolo di punta nell'operazione di ''ripulitura'' della villa di via Bernini, in cui il mafioso Totò Riina visse insieme al sua famiglia fino al giorno de suo arresto, il 15 gennaio 1993.
Spatafora e Grizzaffi avrebbero poi riscosso il pizzo, per conto di Bernardo Provenzano, dall'imprenditore Salvatore Romeo a cui avrebbero estorto 30 mila euro.

I due arresti di ieri, secondo le dichiarazioni degli inquirenti, avrebbero permesso di sventare l'omicidio di Michele Governali, rivale di Francesco Grizzaffi, che egli aveva chiesto a Provenzano di eliminare. Nel covo di Montagna dei Cavalli, in cui fu stato arrestato Provenzano, venne, infatti, trovata una lettera: ''Carissimo zio - scrive Grizzaffi al boss - non so se tu già lo sai ma io devo dare una risposta a Lillo Spatafora che ha una questione con Michele Governali con cui da sempre ha diverbi. Ora Lillo vuole essere autorizzato a levarselo di torno ed io gli dissi che ne dovevo parlare e gli davo una risposta''.
L'operazione di ieri rientra nell'inchiesta condotta dai carabinieri del reparto operativo e dagli agenti della mobile di Palermo e coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Giuseppe Pignatone e dai Pm Michele Prestipino e Marzia Sabella. Nel mirino dell'inchiesta, partita già prima della cattura di Provenzano, il medico che prestò le cure al mafioso negli ultimi anni della sua fuga. Sulla base di questa ricerca, ieri mattina si è anche svolta una perquisizione nello studio medico di Salvatore Spadafora, fratello dell'arrestato Liborio Spadafora. A determinare i sospetti a carico del medico, esisterebbero delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, nonché elementi trovati nei ''pizzini'' scritti da Provenzano.
Il ''numero 60'' dei pizzini dunque, potrebbe ora avere un volto e potrebbe essere quella del dott. Spatafora Salvatore, 60 anni, specialista in medicina del lavoro, anch'esso indagato per associazione mafiosa.
Ma l'inchiesta sul medico ha ancora molti lati oscuri. Su Salvatore Spatafora vi sono per il momento solo sospetti.

Gli investigatori puntano a identificare con certezza il professionista già nei prossimi giorni. ''Zio Binnu'', dopo essere stato colpito da un tumore alla prostata, è stato costretto nel 2003 a un viaggio della speranza in Francia, al ricovero a Marsiglia, dove subì due interventi chirurgici. L'assistenza post operatoria in Sicilia gli è stata assicurata dal medico amico. Il dott. ''numero 60'' scriveva al padrino con una macchina elettrica e nei ''pizzini'' che gli inviava forniva consigli sulla sua salute e su come affrontare i problemi sanitari. È possibile che la macchina per scrivere sequestrata ieri dai carabinieri nello studio medico di Spatafora possa essere quella.

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11 agosto 2006
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