E dopo aver cacciato l'Udc tocca ai ''lealisti''...
Il governatore Lombardo annuncia la sua terza giunta: nel governo Mpa, Pdl Sicilia e il movimento di Rutelli
Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, nella conferenza stampa di fine anno, ha annunciato le scadenze. "Prima dell'anno nuovo formerò la nuova giunta, con quelle forze che hanno sostenuto il programma riformatore del mio esecutivo [...] Vi faranno parte, per quanto riguarda gli assessori politici esponenti del Mpa, del Pdl Sicilia e del Movimento Alleanza per l'Italia di Rutelli. Gli altri saranno tecnici". "Per quanto riguarda - ha aggiunto - le accuse di compiere un ribaltone, l'unica forza politica ad averlo fatto è stato il Pdl, che ha votato un ordine del giorno nei mesi scorsi contro il Dpef. L'unico ribaltone al quale abbiamo assistito è stato il voto anomalo sul Dpef. Bocciato con il voto del Pdl, nei mesi scorsi. Altri ribaltoni non ce ne sono stati, e non gli daremo vita. Non daremo vita a governi con tracce di ribaltoni, ma ad un esecutivo che esprima volontà di sostegno ad una azione riformatrice". Insomma, il governatore ha così ufficializzato la rottura con la corrente berlusconiana cosiddetta "lealista".
Lombardo, commentando inoltre la disponibilità del Partito Democratico di sostenere su alcune leggi di riforma l'azione del governo, ha osservato: "Sarà un appoggio senza richiesta di compensazione da parte di questo partito con posti nel governo o di altro tipo".
Il presidente, da più parti, viene però accusato di aver paralizzato la politica in Sicilia. "Abbiamo fermato lo sfascio della regione. Va ripristinata la verità perchè si fa un abuso di certi termini come quello della paralisi. Non c'è alcuna paralisi. Lavoro dalle 15 alle 18 ore al giorno con puntate a Roma e non ci vado certo per andare ai Fori Imperiali - ha risposto a chi lo accusa - ma per ripristinare la verità che sta alla base delle incomprensioni devo dire che l'impegno è stato enorme. Intanto abbiamo rispettato il piano di rientro sulla sanità".
Lombardo, infine, ha replicato al ministro della Giustizia Angelino Alfano, che sperava in una ricomposizione "del governo che finora ha governato", cioè Mpa e Pdl, fosse anche con l'esclusione dell'Udc: "Con un pizzico di amarezza devo ammettere che avevo sperato e ritenuto per la responsabilità importante che il ministro della Giustizia Alfano detiene che il Guardasigilli si impegnasse molte settimane fa, anche prima di quella traumatica scelta che il Pdl ha compiuto votando contro il Dpef e attuando l'unico ribaltone che si è visto e che si vedrà in questa esperienza di governo". "Quella volta il Pdl votò la mozione del Partito democratico e quel voto si poteva prevenire - ha continuato Lombardo - c'è stato un momento di difficoltà per il governo e di nocumento grave per la Sicilia. Purtroppo allora non si è provveduto e non si è provveduto neanche l'indomani mattina".
Alla domanda se è troppo tardi, il governatore ha replicato: "Non è mai troppo tardi, ma certamente è tardi per un assetto di governo e di funzionamento del sistema della regione che certamente non può aspettare e farsi carico dei ritardi che certe volte fanno male".
Comunque ora il nodo è sui tempi: la Corte dei conti chiede la nomina dei 28 capi dipartimento entro domani. E a fare le proposte dovrebbe essere la nuova giunta. Lombardo annuncia: "Arriveremo qualche giorno prima del 31 dicembre". Il governatore potrebbe anche decidere di nominare i dirigenti generali in solitudine, ma sarebbe una forzatura giuridica che i suoi più stretti collaboratori sconsigliano.
[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Ansa, Repubblica/Palermo.it]