E fu così che il meraviglioso ''Mare Nostrum'' dell'impero romano diventò il ''Mare Monstrum''
Cemento illegale, scarichi fognari, violazione del codice di navigazione. Il mare italiano fa un passo avanti e uno indietro. Diminuiscono i reati minori, ma non l'abusivismo edilizio. E la Sicilia si merita il non lusinghiero primo posto per numero di reati ai danni di mare e coste. I dati sono quelli del dossier ''Mare Monstrum 2006'' di Legambiente.
Più di 2 illeciti per ogni km di costa. Sicilia prima per numero di reati. ''Palma d'oro'' del mattone selvaggio alla costiera amalfitana che porta la Campania al primo posto nella classifica del cemento illegale. I dati parlano di un miglioramento ma il mare e le coste italiane continuano a soffrire di mali vecchi e nuovi. Se da un lato il numero dei reati a danno di mare e coste è diminuito in termini assoluti (nel 2004 erano 5 infrazioni ogni 2 km di costa, nel 2005 sono 4), dall'altro, sono quasi raddoppiati i reati connessi all'inquinamento del mare (2.235 illeciti nel 2005, erano 1.406 nel 2004), mentre rimangono sostanzialmente stabili quelli relativi all'abusivismo edilizio che però sembra aver cambiato volto, realizzando sempre più manufatti di lusso.
E' questo in estrema sintesi il quadro sullo stato di salute del sistema costiero italiano delineato dal consueto rapporto di Legambiente sulle illegalità ambientali compiute in mare e lungo le coste. Come ogni anno l'indagine di Legambiente ha raccolto, grazie alla collaborazione delle Forze dell'ordine e delle Capitanerie di Porto, le storie e i numeri dell'ambiente costiero e del mare, che rimane costantemente minacciato soprattutto dall'inquinamento, dal cemento illegale, e oggi anche dalle grandi speculazioni edilizie, che arrivano perfino alla vendita d'intere isole.
Ma vediamo nel dettaglio qualche cifra. Nel corso del 2005 le forze dell'ordine hanno accertato ben 16.036 infrazioni, con un decremento del 16,09% rispetto alle 19.111 infrazioni del 2004. Gli illeciti vanno dall'abusivismo costiero e demaniale, all'inquinamento da scarichi illegali, dalla pesca di frodo alle violazioni al codice della navigazione. Ma a pesare nella diminuzione dei valori assoluti sono soprattutto quest'ultimi due tipi di reato (pesca di frodo da 6.736 infrazioni nel 2004 a 5.240 nel 2005; violazioni codice navigazione da 7.590 infrazioni nel 2004 a 5.020 nel 2005) perché l'abusivismo edilizio sul demanio, invece, rimane sostanzialmente invariato (3.359 infrazioni nel 2005 rispetto alle 3.379 nel 2004). Davvero preoccupante è invece il trend di crescita degli illeciti legati alla depurazione e agli scarichi fognari che passano da 1.406 nel 2004 a 2.235 nel 2005.
La classifica regionale per valori assoluti vede la Sicilia mantenere anche quest'anno saldamente il primo posto, con 3.260 reati accertati (con una flessione del 13,83% rispetto ai 3.783 del 2004). La seguono la Campania che risale dalla terza alla seconda posizione con 2.574 infrazioni, segnando un meno 7,48% rispetto alle 2.782 delle scorso anno, e la Puglia che, invece, scende dal secondo al terzo posto, passando dalle 3.462 infrazioni del 2004 alle 2.375 del 2005. C'è da registrare, inoltre, che il 48,46% (ossia 2.176) dei provvedimenti di sequestro emessi sul territorio nazionale si concentra in queste tre regioni.
Considerando invece le infrazioni accertate per chilometro di costa, la Campania conquista il poco lusinghiero primo posto della classifica, risalendo di una posizione, con 5,48 infrazioni per chilometro.
Numeri da record e da brivido per quanto riguarda gli illeciti nel settore dell'inquinamento e della depurazione, raddoppiati rispetto all'anno scorso ( +63%) che lanciano un segnale inequivocabile: il nostro mare continua ad essere il deposito finale della maggior parte degli inquinanti utilizzati e prodotti in terraferma. Tornando al fenomeno del cemento illegale invece, sono molte le considerazioni da fare a partire dal nuovo volto dell'abusivismo che sembra risentire ancora e con forza dell'effetto condono. ''L'abusivismo edilizio attuale è l'abusivismo del superfluo - sostiene Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente -. Non ci sono più miseri rustici tirati su in una notte o appartamenti monofamiliari con rifiniture dozzinali e senza intonaco, la nuova frontiera è l'abusivismo di lusso. Si compiono abusi - continua Venneri - per aumentare la dotazione di stanze dell'esclusivo albergo in costiera, per costruire ville signorili, per trasformare piccole cabine in altrettante camere da letto vista mare, si scava nella roccia e si costruisce di tutto compresi aeroporti, cimiteri e strade''.
Costiera più abusiva d'Italia diventa quest'anno la Campania, che scalando ben due posti nella classifica delle regioni con più abusi sul demanio marittimo conquista, sia pur di un'incollatura sulla Sicilia, la vetta di questa poco onorevole classifica.
Al lavoro di denuncia di Legambiente si aggiungono le Bandiere Nere 2006 recapitate da Goletta Verde a coloro che hanno danneggiato il mare e la sua costa. In Sicilia, lo vogliamo ricordare, sono andate al sindaco di Lipari Mariano Bruno, per il tentativo di consentire l'ampliamento di strutture alberghiere, per la proroga dell'attività estrattiva della pomice concessa alla Pumex nonostante il Distretto Minerario ne avesse intimato l'interruzione e per aver inserito nel Piano regolatore del Comune di Lipari un progetto di realizzazione di una struttura aeroportuale in un'area di tutela assoluta; alla Giunta regionale siciliana ''che si è distinta per l'assalto alle aree costiere culminato con l'approvazione delle 'Disposizioni sul rilascio delle concessioni di beni demaniali e sull'esercizio diretto delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo', un provvedimento che pone le premesse per un uso privato e selvaggio delle spiagge e degli ambiti portuali''.
[Nella foto ''Il mare si muove'' di Franco Sarnari]