E' giunto il giorno
Raffaele Lombardo nel pomeriggio presenterà le proprie dimissioni all'Ars, dove ieri è andata in scena l'ennesima bagarre
Il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, si dimetterà davanti all'Assemblea regionale siciliana oggi pomeriggio. "Non ci sarà un dibattito, ma un mio intervento", ha annunciato il presidente dell'Ars, Francesco Cascio. Lombardo consegnerà le proprie dimissioni alle 16.30 e alle 17.30 ha convocato la stampa a Palazzo d'Orleans.
Intanto ieri, l'Ars ha trovato il tempo per l'ennesima bagarre su alcune nomine in extremis fatte dalla giunta (in particolare nella sanità) mentre sono rimaste al palo l'assestamento di bilancio (2,3 milioni di disavanzo da coprire) con la proroga di 6 mila precari che ieri hanno divelto cassonetti e bruciato un albero davanti al palazzo del Parlamento, un disegno di legge che potrebbe trasformarsi nell'assalto finale alla diligenza, e soprattutto la spending review, tagli che in molti vorrebbero evitare in prossimità della campagna elettorale e che in pochi ritengono che alla fine si faranno davvero.
L'Assemblea ha battuto, insomma, gli ultimi colpi di una legislatura difficile, a tratti dai toni violenti, scandita da continui cambi di maggioranza, con cinque governi che si sono alternati nel giro di pochi anni e con le inchieste della magistratura che oltre a Lombardo hanno coinvolto anche una ventina di parlamentari in modo trasversale.
Dopo avere approvato con voto finale ben sette disegni di legge in poche ore e alcune all'unanimità (tra cui il garante per l'infanzia e, prima norma regionale in Italia, il quoziente familiare), l'Assemblea avrebbe dovuto esaminare l'assestamento di bilancio, rimandato in commissione per cercare di trovare fondi in particolare per garantire la proroga di 6 mila precari Asu che da giorni manifestano davanti i palazzi istituzionali. Alla norma il governo intende collegare il provvedimento sulla spending review, da cui però, dopo le proteste dei sindacati, sono stati stralciati 11 commi che riguardano il personale della Regione.
Niente pensionamenti e mobilità per 2 mila dipendenti (compresi 400 dirigenti) dunque, tutto viene rimandato a settembre. Ma dal testo potrebbero sparire altre norme di contenimento della spesa, con l'obiettivo di approvare una norma di pochi articoli, la cui bocciatura, secondo l'assessore all'Economia Gaetano Armao, "farebbe passare un messaggio incomprensibile mentre il Senato approva la spending review del governo Monti".
E proprio mentre dall'ufficio del commissario dello Stato arrivava il via libera alla legge blocca-nomine, approvata nei giorni scorsi dall'Ars, la commissione Affari istituzionali, presieduta da Ricardo Minardo (Mpa), ha dato parere positivo all'ennesimo elenco di nomine varate dall'ultima giunta, tra cui quelle che riguardano i manager della sanità pubblica. Sul voto si è scatenato un fuoco incrociato da parte di numerosi deputati di Pdl, Pd e Udc che in aula hanno chiesto l'annullamento del voto per presunte illegittimità nelle procedure. Ne è nata una bagarre, col presidente dell'Ars, Francesco Cascio, che ha dovuto convocare d'urgenza la Commissione regolamento.
Ad accendere la miccia, il vicepresidente vicario dell'Ars, Santi Formica, che nel corso del suo intervento in Aula ha parlato di "atto illecito". Tra le nomine in questione, i vertici dell'Irsap, degli Enti Parco dei Nebrodi e delle Madonie, dell'Ircac, della Crias e del Consorzio Autostrade.
A rincarare la dose, il deputato Udc Giovanni Ardizzone che ha definito le nomine in questione "illegittime". I due parlamentari hanno chiesto al presidente Cascio di annullare il provvedimento della Commissione Affari costituzionali che per il suo presidente, Riccardo Minardo, invece, "ha lavorato perfettamente, rispettando la norma e il regolamento". "Il blitz piuttosto l'ha fatto - ha detto Minardo (Mpa) - un gruppo di deputati guidato da Formica e ho dovuto sospendere la seduta. Ha voluto verificare di persona se c'era il numero legale, non fidandosi né della Commissione stessa , né dei funzionari. Abbiamo fatto cinque votazioni - ha concluso - nelle prime quattro c'erano otto componenti effettivi, nella quinta ben nove, con la verifica del numero legale. Quindi nessun colpo di mano, né illeicità”.
Il deputato Pdl Salvino Caputo, invece, intervenendo sulle nomine, ha parlato di "nominificio Lombardo" ed ha chiesto al presidente dell'Ars di convocare la Commissione regolamento e al governo presente in Aula (Armao e Spampinato) di revocare le nomine "che comunque verranno cancellate dal prossimo esecutivo".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, ASCA, Lasiciliaweb.it]
- I quattro anni del governatore fra alleanze e tradimenti di Emanuele Lauria (Repubblica/Palermo)