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E i saggi dissero...

I 10 saggi voluti dal Capo dello Stato si sono pronunciati. Intanto Napolitano è pronto a passare il testimone...

13 aprile 2013

Superare l'attuale bicameralismo perfetto, con una Camera eletta a suffragio universale e diretto, titolare dell'indirizzo politico, con competenza esclusiva sul rapporto fiduciario con il governo e che esprime il voto definitivo sui disegni di legge. Accanto ad essa il Senato delle Regioni, che assorbe le funzioni della Conferenza Stato-Regioni, costituito da tutti i presidenti e da rappresentanti delle stesse, eletti da ciascun Consiglio regionale in misura proporzionale al numero degli abitanti della regione, con la possibilità di scegliere uno o più sindaci. Questi nuovi organismi sarebbero composti da 480 deputati, uno ogni 125mila abitanti, e da 120 senatori.
E' una delle proposte fatte dalla commissione di saggi, nella relazione consegnata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La commissione dei saggi ha proposto poi di superare la legge elettorale vigente e quella nuova potrebbe prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario), un alto sbarramento, implicito o esplicito, ed eventualmente un ragionevole premio di governabilità.
Per gli esperti scelti da Napolitano, "il finanziamento pubblico delle attività politiche, in forma adeguata e con verificabilità delle singole spese, costituisce un fattore ineliminabile per la correttezza della competizione democratica e per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l'attività politica".
Fra le novità proposte dalla commissione poi, fiducia solo dalla Camera, possibilità di sfiducia costruttiva, potere del premier di chiedere lo scioglimento anticipato dell'Assemblea di Montecitorio e di proporre al Capo dello Stato non solo la nomina ma anche la revoca dei ministri.
Per i saggi, inoltre, è necessaria una legge sul conflitto di interessi "costruita non sulle aspirazioni dell'una o dell'altra forza politica, ma su proposte che non possano essere identificate come mosse da spirito di parte". "L'Autorita' Antitrust - suggerisce il documento - ha ripetutamente formulato valutazioni e proposte di aggiornamento della normativa vigente che qui si intendono richiamate. Esse possono costituire la base per impostare la riflessione che conduce alla riforma".

Sul fronte economico-sociale, i 'saggi' indicano innanzitutto la priorità, esortando la politica "nei prossimi mesi a destinare qualunque sopravvenienza finanziaria all'emergenza lavoro e al sostegno delle persone e delle famiglie in grave difficoltà economica".
La "principale emergenza che ci troviamo oggi ad affrontare" è "quella del lavoro e della conseguente crescita della povertà" scrivono i saggi nella loro relazione, evidenziando che è "a rischio di povertà ed esclusione sociale il 28,4 per cento dei residenti nel nostro Paese".
L'analisi si fonda sui numeri. Oggi in Italia hanno un lavoro, anche solo precario, 56 persone su 100 tra i 15 e i 64 anni. In Francia sono 64, in Germania 73. Su 100 giovani fra i 15 e i 24 anni, in Italia lavorano in 17, in Francia 28, in Germania 47. La priorità è "far sì che il sistema generi fisiologicamente opportunità di lavoro per tutti, in particolare per i più giovani, è la priorità, anche perché il lavoro vale molto più del reddito che lo compensa". E "lo sviluppo economico equo e sostenibile è la via maestra per ottenere questo risultato".
I saggi hanno proposto anche di valutare le diverse ipotesi relative all'eventuale introduzione di un reddito minimo di inserimento, da inserire in un quadro complessivo di revisione dell'assistenza. Non solo. Rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga e affrontare "la grave" questione dei cosiddetti esodati, sono le altre principali indicazioni della loro relazione.

Sul fronte delle imprese, i saggi esortano a "completare il pagamento dell'intero ammontare dei debiti commerciali della pubblica amministrazione verso le imprese e far si che l'obbligatorio termine di 30 giorni per i pagamenti, in vigore dall'inizio dell'anno, sia effettivamente rispettato". Ancora, è necessario "espandere la operatività del Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese, che può, attraverso garanzie a banche e Confidi sui prestiti alle Pmi, attivare prestiti aggiuntivi per oltre 30 miliardi". I saggi chiedono anche di "accelerare l'utilizzazione dei Fondi strutturali dell'Unione europea, rafforzando la sinergia fra amministrazioni centrale, regionali, locali e imprese".
Per quanto riguarda il miglioramento della legislazione e funazionamento della pubblica amministrazione, i saggi hanno invitato a rivedere il patto di stabilità interno alla luce del nuovo articolo 81 della Costituzione ed esortano a rivedere la struttura dei livelli retributivi dei vertici e dirigenti nella Pa. C'è poi l'"opzione zero", che prevede l'eliminazione di tutti i regimi autorizzatori non necessari.

La consegna della relazione al presidente della Repubblica, avvenuta nella sala degli arazzi di Lilla, è stata probabilmente l'ultima occasione pubblica di Giorgio Napolitano.
Al Quirinale ormai si aspetta il voto dei Grandi elettori che parte giovedì prossimo: una volta eletto il nuovo presidente Napolitano si dovrebbe dimettere come fece Carlo Azeglio Ciampi esattamente sette anni fa.
Il capo dello Stato ieri lo ha fatto capire con chiarezza spiegando che non ci saranno altri suoi tentativi di formare un nuovo Governo. Non ci sono le condizioni - e lo testimoniano sia i risultati dei due veloci giri di consultazioni che le contraddittorie dichiarazioni di questi giorni - per costruire un nuovo esecutivo, come successe ad esempio con quello tecnico di Mario Monti nel 2011. La via d'uscita dallo stallo è così nelle sole mani delle forze politiche che dovrebbero mostrare quella volontà di dialogo che hanno saputo trovare i dieci saggi su diversi punti programmatici e alcune riforme costituzionali ormai non più procrastinabili.
Il Capo dello Stato, ringraziando i dieci saggi per il lavoro "intenso e disinteressato" svolto in questi dieci giorni, ha chiarito che l'iniziativa di istituire questi gruppi di lavoro, rappresenta "il contributo conclusivo - alla vigilia del compimento del mio mandato e della scelta del nuovo Presidente - che sono stato in grado di dare alla soluzione del problema del governo".
Capitolo chiuso, quindi. Napolitano non effettuerà altri tentativi per sciogliere il nodo di questa crisi difficilissima, sicuramente la più impegnativa del suo settennato. Una incompiuta che ha lasciato l'amaro in bocca al presidente. Anche perché proprio Giorgio Napolitano aveva ben capito - e in tempi non sospetti - le profonde inefficienze del Porcellum e si era speso con tutte le sue forze per spingere i partiti a trovare un accordo, anche minimo, per tornare al voto con una nuova legge elettorale. Così non è stato e Napolitano si è trovato con un sistema bloccato da affrontare con armi scariche non avendo neanche la possibilità di sciogliere le Camere.

Ed ecco i 10 candidati M5S per il Quirinale - Come preannunciato via "social" da Beppe Grillo, a mezzogiorno in punto sul blog del leader del Movimento sono apparsi, assiema un "combo" fotografico, i nomi e i ritratti dei dieci candidati alla carica di presidente della Repubblica selezionati sulla base del secondo voto online degli iscritti al M5S al 31 dicembre 2012 con documenti digitalizzati. Gli aventi diritto al voto, 48.282 persone, hanno votato nel corso della giornata di ieri.

I dieci candidati scelti sono, in ordine alfabetico:
- Bonino Emma
- Caselli Gian Carlo
- Fo Dario
- Gabanelli Milena Jola
- Grillo Giuseppe Piero detto Beppe
- Imposimato Ferdinando
- Prodi Romano
- Rodotà Stefano
- Strada Luigi detto Gino
- Zagrebelsky Gustavo

Lunedì 15 gli iscritti al M5S potranno votare tra questi nomi il candidato per il Quirinale che sarà proposto in aula dai suoi parlamentari.
Anche ieri, afferma il blog di Grillo, sono stati effettuati numerosi attacchi al sito, così come nel giorno precedente, durante il quale una "anomalia" aveva portato all'annullamento del primo scrutinio online. Questa volta, invece, non è stato possibile alterare la validità dei voti.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it]

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13 aprile 2013
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