E' il 6 novembre: si stappano i vini novelli
Brindisi alle nuove produzioni, tra Nero d'Avola, Frappato e Syrah
Feste e grandi bevute sono state organizzate un po' dappertutto, enoteche in testa, per salutare il deblocage - come in gergo si chiama lo scadere del termine di legge per l'entrata in commercio - dei vini novelli, la notte tra lunedì e martedì.
E dire che fino a qualche anno fa, bastava solo la parola "novello" a far storcere i nasi raffinati del gotha enologico.
Oggi non è più così, sul novello punta anche la civiltà del bere: notizie sui novelli si ritrovano in almanacchi blasonati, le riportano firme della stampa specializzata di prim'ordine, e sulla qualità della produzione puntano le principali case vinicole. Forse non solo perché il novello ha il potere di "avvicinare i giovani al vino", come si ripete ormai un po' stancamente. Ma per un motivo molto più semplice: perché è buono.
E solo oggi che la moda del vino-frutto ha soppiantato la ricerca dei sapori di grande complessità, conquistando i palati più nobili, si ha il coraggio per ammetterlo.
Oltre agli ottimi produttori siciliani molto bene ha lavorato in questa direzione L'Istituto Regionale per la Vite e il Vino che ha promosso ricerche approfondite e sperimentazioni interessanti sfruttando il trend tutto in salita del novello.
E proprio in questi giorni l'Istituto illustrerà tecniche e risultati della sperimentazione condotta sui novelli di cinque grandi vitigni siciliani: il Nero d'Avola, principe dei rossi, il Frappato, il Pignatello, il Nerello Mascalese e il Syrah.
Un altro segno che conferma come l'interesse intorno a questo vino sia tutt'altro che una semplice moda.