E il dopo-Fiat a Termini Imerese?
Primo Maggio dedicato a tutti quei lavoratori che non sanno ancora quale sarà il loro destino
Un Primo Maggio dedicato a tutti gli ex lavoratori Fiat di Termini Imerese che ieri, insieme a studenti e cittadini, si sono ritrovato in piazza perché i progetti per il dopo Fiat sono fermi al palo. Un corteo ha preso le mosse da Piazza della Vittoria, a Termini bassa. In piazza, anche i sindaci e i rappresentanti di alcuni Comuni del comprensorio madonita con i propri gonfaloni e cittadini. In segno di solidarietà con gli operai alcuni negozi sono rimasti chiusi. "La grande partecipazione a questo sciopero cittadino - ha detto il segretario della Uilm Vincenzo Comella - dimostra che è l'intero territorio a chiedere il rilancio del polo industriale e l'attuazione degli accordi firmati a dicembre scorso. Non si può continuare a stare a guardare, servono risposte immediate per il futuro di Termini Imerese".
E' statao il primo passo di una mobilitazione che si protrarrà fino a quando, hanno spiegato i sindacati che hanno indetto la manifestazione, "non arriveranno delle risposte precise e concrete".
Oggi, Sindaco e Giunta comunale si recano davanti allo stabilimento, ormai chiuso dal 31 dicembre scorso. Una riunione tecnica "per avviare formalmente - ha spiegato il sindaco, Salvatore Burrafato - le procedure per il cambio della denominazione della via antistante l'ex fabbrica da viale Giovanni Agnelli a viale del 1 Maggio (festa dei lavoratori)".
La cerimonia di intitolazione della strada all'avvocato avvenne il 16 maggio del 2004, alla presenza dei nipoti John e Lapo Elkann. All'iniziativa, programmata insieme alle organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm, presenti tra gli altri il presidente del Consiglio comunale di Termini, Stefano Vitale; l'arciprete Francesco Anfuso e gli amministratori locali del comprensorio. E simbolicamente, durante il sit-in con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, si procederà al cambio della targa che indica la denominazione del viale antistante lo stabilimento industriale. Il segno che si è rotto il feeling esistente con la Fiat. "Nel giorno della Festa del lavoro - hanno spiegato il sindaco Burrafato ed i responsabili sindacali Scavuzzo Battaglia della Fim, Roberto Mastrosimone della Fiom, e Vincenzo Comella della Uilm - l'appuntamento dinanzi ai cancelli dello stabilimento ex Fiat vuole segnare il rilievo che la presenza industriale del Lingotto ha avuto non solo per i lavoratori ma per l'intero comprensorio termitano e, al contempo, ribadire la ferma determinazione a voler riavviare la produzione di auto all'interno dello stabilimento siciliano garantendo un futuro alle migliaia di lavoratori che in questo momento vivono grandi incertezze sul loro futuro".
I dipendenti della casa automobilistica sono in cassa integrazione da gennaio scorso dopo la chiusura dello stabilimento. I lavoratori sono preoccupati perché ancora la Dr Motor non ha rilevato lo stabilimento termitano. Cgil, Cisl e Uil chiedono una accelerazione perché la "situazione rischia di precipitare" e sollecitano un intervento della Regione e del Ministero. Lo spettro del 31 dicembre si avvicina. Infatti, superata quella data, con la nuova riforma del lavoro, se non arriveranno risposte concrete, i lavoratori non potranno più neanche utilizzare per il secondo anno consecutivo la cassa integrazione straordinaria. "E questo mette la Fiat nelle condizioni - spiega Roberto Mastrosimone, segretario provinciale della Fiom Cgil di Palermo - di potere licenziare tutti i circa 1800 dipendenti". Ma ancora più drammatica è la condizione dei lavoratori dell'indotto che dal primo gennaio sono senza stipendio e senza cassa integrazione. Le loro fabbriche sono chiuse e loro sono senza lavoro.
[Informazioni tratte da Italpress - Corriere del Mezzzogiorno, ANSA, Lasiciliaweb.it]