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E il Sud è ancora nel tunnel della crisi

Il Report Diste-Fondazione Curella ci descrive ancora un'Italia spaccata in due

19 aprile 2014

Un'Italia spaccata in due: Centro-Nord che, nonostante le difficoltà', si avvia su una strada migliore e una parte del Centro, Sud e Isole che non vedono ancora l'uscita dal tunnel di una crisi che sembra non finire più.
Sono alcuni dei dati che emergono nel Rapporto sull'Economia del Mezzogiorno nel secondo semestre 2013, presentato nei giorni scorsi a Palermo.
Il mercato del lavoro nel Sud ha mantenuto una tendenza in deciso deterioramento. Secondo i dati mensili provvisori, al netto dei fattori stagionali, nel gennaio 2014 il numero degli occupati (ventidue milioni 259 mila) è rimasto stabile sui bassi livelli precedenti, ma in calo dell'1,5% su dodici mesi prima (-330 mila unità). Il tasso di occupazione, pari al 55,3%, è diminuito di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,7 punti su base annua. Il numero dei disoccupati, tre milioni 293 mila, è aumentato dell'1,9% su dicembre e dell'8,6% al confronto di un anno prima (+260 mila). Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,9%. La dinamica del tasso di disoccupazione giovanile, riferito alla classe d'età 15/24 anni, è rimasta sostenuta e l'indice ha toccato il 42,4%.

Il Centro-Nord - si legge nel Report - "sta vedendo piccoli germogli di ripresa grazie alla discreta quota delle esportazioni che comunque certificano l'uscita dalla recessione. Il Sud e le Isole restano invischiati in un processo involutivo del quale non s'intravede per il momento la fine. In sostanza l'economia meridionale è pressoché alla deriva, un territorio da troppo tempo piegato dalla recessione e dall'assuefazione e rassegnato al peggio". Sul fronte della produzione è proseguita la corsa dei "default" che colpisce le imprese: 62 mila nei primi nove mesi dell'anno, il 7,3% in più del 2012 e il record assoluto degli ultimi anni.
Le chiusure sono in aumento in tutti i macro-settori, numeri drammatici che non risparmiano nessuna area territoriale. Nel quarto trimestre 2013 i fallimenti hanno toccato nuovi record, arrivando alla cifra più alta registrata in un trimestre dal 2009. Nel 2013 circa 14 mila 300 casi, +14% sul 2012 e +54% rispetto al 2009. In cinque anni si conteggiano in tutto 59 mila 600 imprese costrette a portare i libri in tribunale, con un trend in costante aumento. Lo scorso anno il numero dei casi ha raggiunto quota 3.700 circa nel Sud e Isole. Il perdurare della crisi ha fiaccato la capacità di tenuta del sistema imprenditoriale, che da un quinquennio subisce una decimazione delle proprie imprese. [Fonte: Italpress - €conomiaSicilia.com]

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19 aprile 2014
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