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E Ingroia rispose piccato a Grasso

"Lui più politico di me" e Berlusconi "Non merita premi"

15 maggio 2012

"Un premio a Berlusconi per la lotta del suo Governo contro la mafia? Non diamo meriti a chi non ce li ha". La pensa così il magistrato Antonio Ingroia, che intervistato ad 'Un Giorno da Pecora' su Radio2 ha risposto alle dichiarazioni di Piero Grasso, il procuratore nazionale antimafia che aveva lodato l'esecutivo berlusconiano per alcune leggi che hanno agevolato la confisca dei beni mafiosi (LEGGI). Parole frutto dalla provocazione dei giornalisti de La Zanzara, parzialmente rettificate dallo stesso Grasso (intanto Radio24 conferma fino alle virgole riproponendo la registrazione della puntata di venerdì scorso).
Il capo della Dna aveva commentato negativamente anche l'intervento del suo collega procuratore aggiunto di Palermo ad alcuni eventi politici: "Io non credo di aver mai fatto politica - gli risponde Ingroia - ho solo espresso valutazioni sulla Costituzione e Riforma della giustizia, senza attribuire premi speciali a destra e a sinistra, come ha fatto Grasso parlando del premio a Berlusconi. Forse è più politica quella dichiarazione che le mie".
"Non è mai merito del Governo in carica, perché il Governo non ha nessun potere sulla magistratura, che opera in modo autonomo e indipendente". Ha aggiunto Ingroia, aggiungendo sulla possibilità che alle prossime politiche si candidi. "Non credo. Ma non posso privarmi in anticipo di quello che è un diritto costituzionale".

"Non ho mai voluto elogiare qualcuno né dare premi, io non sono un ente che elargisce premi. Mi occupo istituzionalmente di lotta alla mafia e so che nel pacchetto Alfano-Maroni ci sono state norme utilissime, ma non si può pensare che io sia diventato all'improvviso pazzo e che abbia cancellato tutto quello che ho fatto solo per una frase manipolata e riferita malamente, venuta fuori da una puntura della 'zanzara'". Il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso è tornato così a parlare della frase detta alla trasmissione di Radio 24.
Così come tiene a sottolineare che non ha "assolutamente intenzione di entrare in politica". "Posso tranquillamente dire che è infelice un paese in cui poter dire con correttezza e onestà intellettuale quello che si pensa crea nausee e sconcerto in altre parti del paese". E ha ribadito: "Non bisogna togliere il merito a magistratura e forze dell'orine che fanno tanto nella lotta alla mafia". Per poi spiegare che durante la trasmissione di Radio 24 ha anche rivolto "critiche alle cose non fatte o alle lacune, ad esempio l'autoriciclaggio, le norme sulla corruzione, le norme sull'evasione fiscale, la possibilità di ratificare i trattati internazionali e direttive europee, norme che possono fare punire le relazioni indecenti tra le zone grigie di politica, professioni con la mafia. Ho anche criticato il Codice antimafia e per fortuna sono state fatte delle osservazioni".

[Informazioni tratte Corriere del Mezzogiorno, Adnkronos/Ign]

 

 

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15 maggio 2012
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