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È l'assistenza agli anziani il problema numero uno per le famiglie siciliane

Ecco i dati di un'indagine condotta dalla CISL

28 maggio 2005

È l'assistenza agli anziani il problema numero uno per le famiglie siciliane. Lo avverte in tutta la drammaticità, il 36% dei nuclei familiari. Per il 30% delle famiglie, al top delle preoccupazioni c'è la questione dei conti, con la necessità dei salti mortali per arrivare a fine mese. Ad alimentare le angosce provvedono anche i problemi di salute (per il 26% delle famiglie isolane) e quelli legati al rapporto tra genitori e figli, per l'8%.
A scattare un’istantanea della situazione in cui versano ''La famiglia e gli anziani in Italia'', in otto regioni Sicilia compresa, hanno provveduto la Cisl e la Fnp (la federazione dei pensionati) con un'indagine svolta simultaneamente, nel 2004, con la collaborazione scientifica della società di Modena, Aretès. I risultati del lavoro saranno presentati il 22 giugno nella sede del Cnel, a Roma. In occasione del congresso della Cisl Sicilia svoltosi in questi giorni, le elaborazioni riguardanti l'isola sono state anticipate dal leader siciliano Paolo Mezzio e da Paolo Greco, responsabile regionale per le politiche sociali, durante una tavola rotonda a cui hanno preso parte il ministro per le Pari opportunità Stefania Prestigiacomo, l'assessore regionale alla Famiglia Raffaele Stancanelli, Pietro Boffi, responsabile del Centro internazionale studi famiglia; Pasquale Chiancone, direttore dell'ufficio per la pastorale familiare della Diocesi di Palermo e Antonio Uda, numero uno nazionale della Fnp. Gigi Bonfanti, segretario confederale, ha tirato le conclusioni.

In Sicilia, fa sapere la Cisl, la ricerca, di tipo campionario, ha richiesto 5.569 telefonate a cui hanno risposto, donne nel 52% de casi, uomini nel 48; il 42% delle volte gli intervistati si sono qualificati come lavoratori attivi; per il 23% pensionati; il 21% di chi ha accettato l'intervista ha detto d’essere casalinga; nell'8% dei casi, disoccupato.
Tra i dati di maggior interesse, quelli relativi ai percettori di reddito nelle famiglie. In pratica, secondo il campione Cisl, in Sicilia il 47% dei nuclei familiari è monoreddito. ''Peggio dell'isola sta solo la Calabria dove le famiglie monoreddito arrivano al 50%''. Per contro, evidenzia la Cisl, in Sicilia sono il 53% le famiglie con più di un componente titolare di reddito. Ma ''anche in questo caso il valore è il più basso in Italia, dopo la Calabria''.
Riguardo al ''sentimento di fiducia'', l'indagine trova al primo posto, nella graduatoria dei destinatari della fiducia delle famiglie isolane, le forze dell'ordine. Al secondo posto, a pari merito, si trovano gli amici e la Chiesa cattolica; al terzo i parenti; al quarto la magistratura; al quinto i vicini. Al sesto i sindacati e al settimo i partiti. Quanto a questi ultimi, la Cisl constata ''le difficoltà delle organizzazioni di rappresentanza, che spesso non riescono a dare di sé un'immagine forte e univoca''. Sui tutori dell'ordine, l'analisi ricorda ''le fiction tv che negli ultimi anni hanno rappresentato le forze di polizia in una veste accattivante e degna di considerazione umana e sociale''. La Chiesa infine, osserva il sindacato, si conferma ''istituzione di riferimento oltre che religioso, valoriale e sociale''.

Più in generale, i siciliani possono essere classificati secondo quattro tipologie, messe a fuoco dall'indagine Cisl. Sono: ''fiduciosi, i relazionali, gli istituzionali e i guardinghi''.
Fiduciosi sono ''coloro che vivono positivamente e con fiducia i rapporti familiari e sociali''. Sono il 36% del totale.
Relazionali sono ''quelli che hanno un forte orientamento alla famiglia ma esprimono una manifesta diffidenza verso la società e le sue espressioni formali''. Ammontano al 26%, valore più basso dopo quello della Calabria.
Gli istituzionali ''considerano le istituzioni sociali alla stregua degli amici, dei vicini e delle famiglie''. Si tratta del gruppo che vive più problematicamente la presenza degli anziani nel nucleo familiare: rappresentano il 27%. I guardinghi infine comprendono ''coloro che sono sfiduciati verso chiunque, probabilmente affetti da forme di disillusione''. Sono l'11%.

In ogni caso, sullo sfondo della società siciliana restano, evidenzia l'indagine del sindacato, ''la famiglia e il suo ruolo di fondamentale supporto sociale''. Tanto che la maggior parte degli intervistati (il 59%, valore più alto in Italia), non esita a dichiarare che ''chiederebbe aiuto'' in caso di necessità al proprio nucleo familiare e non a ''parenti o altri soggetti esterni''. Tuttavia, l'attenzione politica per la famiglia è ''insufficiente'', afferma la Cisl, che ha incentrato la propria indagine sull'Igf, un indicatore scientifico del ''grado di familiarità, ossia di orientamento alla famiglia'', delle politiche regionali e nazionali.
Ne scaturisce, sul fronte regionale, la richiesta di convocazione dell' ''osservatorio permanente sulla famiglia'' previsto dalla legge regionale 10 del 2003. Un organismo, contesta la Cisl, ''istituito su nostra sollecitazione con decreto dell'assessore regionale competente D’Aquino il 31 marzo 2004'', ma finora esistente solo sulla carta. Sul versante nazionale, viene fuori dall'indagine la denuncia dell' ''inadeguatezza'' delle scelte relative al fondo nazionale per le politiche sociali. Cgil, Cisl e Uil,
ricorda il sindacato, avevano chiesto al governo Berlusconi il raddoppio per il 2005 delle risorse destinate al fondo. L'esecutivo ha preferito andare in direzione diametralmente opposta, col taglio di 700 milioni di euro che ha riservato al fondo, quest'anno, un ammontare di risorse inferiore a quelle disponibili nel 2001. ''La conseguenza è la drastica riduzione dei finanziamenti dei servizi di regioni e comuni e l'impossibilità di definire i cosiddetti 'livelli essenziali delle prestazioni sociali' '', punta il dito la Cisl.

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28 maggio 2005
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